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    “ER MUTANDA” WEINER SI CANDIDA A SINDACO DI NEW YORK


     
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    1 - DA «SUPER MACHO» A PAPÀ MODELLO WEINER CI RIPROVA COME SINDACO
    Alessandra Farkas per il "Corriere della Sera"

    o ANTHONY WEINER NEW YORK TIMES facebooko ANTHONY WEINER NEW YORK TIMES facebook

    Nel giugno 2011 fu costretto alle dimissioni per avere postato su Twitter la sua foto hard in boxer grigi dietro ai quali s'intravedevano i suoi attributi virili. Due anni più tardi l'ex deputato della Camera Usa Anthony Weiner ha annunciato l'intenzione di ricandidarsi per la carica di sindaco di New York alle prossime elezioni.

    «Chiedo alla gente di darmi una seconda chance. Per me è «o ora o mai più», spiega il 48enne ex Congressman ebreo di Brooklyn in un'intervista di copertina del New York Times Magazine che lo ritrae mano nella mano con la 37enne moglie di origine musulmana Huma Abedin, da anni braccio destro di Hillary Clinton.

    IL PISELLO DI WEINER NON CENSURATOIL PISELLO DI WEINER NON CENSURATO

    Nell'America in cui la maggior parte degli elettori è favorevole alle nozze gay e alla legalizzazione della marijuana - secondo il calcolo - il suo peccadillo da teenager narcisista sarà perdonato. Alcuni precedenti illustri insegnano. Scampato al Sexgate, Bill Clinton è oggi il guru incontrastato del partito democratico.

    huma abedin e anthony weiner sul new york times magazinehuma abedin e anthony weiner sul new york times magazine

    Dopo lo scandalo a luci rosse, l'ex governatore dello stato di New York Eliot Spitzer è una star tv. Di recente persino un repubblicano, Mark Sanford, ha vinto la nomination del Gop al Congresso per il South Carolina dopo l'addio nel 2009 per una relazione extraconiugale con un'argentina.

    huma abedin e anthony weiner sul new york times magazinehuma abedin e anthony weiner sul new york times magazine

    Eppure la sua strada è tutta in salita. «Tutti i consulenti politici da me interpellati negli ultimi mesi mi hanno avvertito che non ho alcuna chance di essere eletto», rivela lo stesso Weiner. Più dei tweet da «superdotato», il problema è il fatto che, all'indomani dello scandalo, l'eterno aspirante sindaco mentì agli elettori newyorchesi per ben 8 volte, sostenendo di essere stato vittima di un complotto ordito da fantomatici hacker.

    Nell'intervista al Times, Wiener si giustifica affermando di aver mentito «per proteggere mia moglie, allora incinta», e quindi più vulnerabile del solito. Il bimbo che Huma portava in grembo, Jordan, appare in una delle tante foto dell'articolo, mentre, seduti con lui sul tappetino colorato della sua cameretta, accanto alla culla e alla sedia a dondolo, mamma e papà lo guardano compiaciuti.

    A dar retta a Jason Weiner, la paternità avrebbe profondamente trasformato suo fratello. Non solo. Dopo innumerevoli sedute psichiatriche («per superare l'enorme senso di tradimento»), Huma l'avrebbe del tutto perdonato. Nell'immagine di copertina, è lei ad apparire in centro pagina, protagonista bella e dall'aria inossidabile, mentre il marito ha l'aria corrucciata ed è volutamente «tagliato» dal Photo Editor, quasi a suggerire un uomo irrimediabilmente dimezzato.

    huma abedin e anthony weiner sul new york times magazinehuma abedin e anthony weiner sul new york times magazine

    Durante il fattaccio, Huma restò fedelmente accanto al marito, credendo fino all'ultimo che fosse la vittima innocente di un complotto. «Mia moglie è come Hillary Clinton durante lo scandalo Lewinsky», azzarda adesso Weiner. E se è vero che l'impeccabile gestione del Sexgate da parte dell'ex first lady ha finito per beneficiarla enormemente, spianandole la strada a una brillante carriera ai vertici della politica Usa, lo stesso potrebbe accadere a Huma.

    Ieri erano molti i giornali americani che lanciavano l'idea di una sua candidatura a sindaco di New York al posto del marito. «Weiner emerge dall'intervista come un nevrotico piagnucoloso - punta il dito l'influente sito Politico -, Abedin è la vera star, forte, equilibrata e tutta d'un pezzo». Dalla sua, Huma ha l'intero clan Clinton, Hillary in testa. Non a caso il suo motto si rifà a quello della sua boss e maestra: «Ogni donna dovrebbe poter fare sempre la scelta per lei migliore, senza per questo essere giudicata da altri».


    2 - THE GOOD WIFE: DOPO LE MUTANDE GRIGIE, LA SECONDA CHANCE PER ANTHONY WEINER, HUMA E LA TRAMA DEL MATRIMONIO
    Annalena Benini per "il Foglio"

    ANTHONY WEINERANTHONY WEINER

    Dopo la foto in mutande grigie rigonfie (non rigonfissime, però) e pettorali depilati, che Anthony Weiner, deputato democratico di grido, era fiero di mostrare a studentesse conosciute su Internet, ecco la seconda chance: con il perdono della moglie, la psicoterapia, un figlio, un nuovo appartamento e i sondaggi da centomila dollari sulla sua possibilità di ricominciare a correre e, magari, diventare sindaco di New York, come era nei piani prima delle mutande.

    MASCHERA ANTHONY WEINERMASCHERA ANTHONY WEINER

    "Sono stato un idiota" è una frase che ricorre spesso nella lunghissima intervista che lui e la bella Huma Abedin, consigliera di Hillary Clinton, hanno dato insieme al New York Times, lui a piedi nudi perché qualcosa di nudo ha ancora bisogno di esibirlo, lei rassegnata a raccontare tutti gli stadi dell'incredulità, della rabbia e del dolore dopo i quasi due anni in cui non ha mai detto una parola sulla vicenda.

    Huma Abedin era incinta quando esplose lo scandalo addosso a questo marito che amava farsi le foto col cellulare e mandarle in giro, via sms, Twitter, Facebook, e che all'inizio tentò di dire che un hacker aveva violato il suo profilo ("ho mentito principalmente a lei, mentivo perché non volevo farla soffrire, non se lo meritava").

    Lei, quella notte, era a una cena di stato a Buckingham Palace, e gli mandava messaggi d'amore e di felicità. Racconta adesso che, quando il marito è crollato (c'erano troppe altre studentesse pronte a mostrare le foto), e le ha detto la verità ("sono stato io. Sono io. Ho mandato io quella foto"), è crollata anche lei.

    E' difficile credere che una moglie, per quanto in carriera, per quanto sempre in viaggio, non sappia riconoscere le mutande grigie, i pettorali lucidi e l'espressione un po' idiota del marito quando è eccitato, ma questa è la loro storia e hanno deciso di raccontarla così al Nyt Magazine, aprendo la loro casa, mostrando il bambino che ha appena imparato a camminare, facendosi fotografare mentre lavorano uno di fronte all'altro, su un tavolo rotondo molto prezioso, offrendo le prove di un grande amore, e di quell'idea di riscatto pubblico dai propri errori privati che in America piace sempre molto.

    ANTHONY WEINERANTHONY WEINERANTHONY WEINERANTHONY WEINER

    L'idea di raccontare una verità e di infilarci dentro buoni dettagli da romanzo, o almeno da serie televisiva: lei che, dopo il casino e la disperazione, si infila nel portabagagli di un'auto per poter andare negli Hamptons con lui a parlare di come salvare il loro matrimonio senza che li inseguano i giornalisti famelici, lei che piange mentre lavora, Hillary Clinton che le è stata sempre molto vicino, come una madre (e come una con una certa esperienza in fatto di nuove frontiere dei tradimenti, quelli in cui si può dire: "Mai fatto sesso con quella donna"); la gente che urlava a Weiner: "Addio, pervertito!" e lui che ha capito che in quelle foto cercava l'approvazione e l'ammirazione del mondo, alle due del mattino o dopo la palestra, e che comunque sapeva, anche mentre si comportava da idiota, che sarebbe finita male.

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    Così adesso ha molto tempo libero, tutti chiedono alla moglie come sta Weiner, come se la passa, lui fa la spesa, sta col bambino, loro hanno finalmente una quotidianità e poiché Huma gli ha dato una seconda possibilità (facendo persino autocritica sui troppo pressanti impegni di lavoro, che la tenevano lontana dal computer del marito), pensa che dovrebbe dargliela anche l'America. Capire che è stato un idiota (anche a non pensare che Internet è per sempre), ma che adesso non lo è più. Per tornare in politica, Weiner ha dovuto regalare al mondo la trama del suo matrimonio, con Huma Abedin nella parte della buona moglie.

     

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