Alberto Costa per il “Corriere della Sera”
GUARDIOLA ANCELOTTI
Tutto si può dire dell' anno sabbatico che Carlo Ancelotti si è imposto per effetto dello stress di Madrid, tranne che stia trascorrendo in modo banale. Dopo avere preso parte alle riprese di «Star Trek Beyond», ultimo episodio della leggendaria saga (dal 22 luglio nelle sale Usa), tra una battuta di pesca al salmone e una improvvisata session alla batteria manco fosse Ringo Starr, il tecnico dell' ultimo grande Milan berlusconiano ha infatti piazzato un colpo mica male e si è accordato (intesa triennale) con il Bayern Monaco del dopo-Guardiola.
Aperta parentesi: in Germania nessuno ha fatto una piega. Che Guardiola abbia deciso di andarsene sono fatti suoi e che poi abbia accettato di farlo sapere in anticipo, idem. Fosse capitato in Italia, apriti cielo. Chiusa parentesi.
ANCELOTTI
Da professionista esemplare Ancelotti si è già tuffato nella nuova avventura che, riguardando una squadra tedesca, non può prescindere dalla conoscenza dell' omonima lingua, di certo più ostica di inglese, francese e spagnolo, retaggio delle sue vincenti esperienze al Chelsea, al Psg e al Real Madrid.
A Vancouver, la città della moglie Marianne dove ha piantato le tende dalla scorsa estate, ha già ingaggiato un professore che quotidianamente gli impartisce lezioni, a quanto pare proficue se in questi giorni gli amici stanno ricevendo da un Carletto in evidente euforia «agonistica» sms di auguri per il nuovo anno in due lingue: italiano e tedesco («Glucklich neue jahre 2016, auf fiedersen»). Come dire: visto che me la cavo?
ANCELOTTI
La Baviera rappresenterà dunque il futuro prossimo di uno dei più fenomenali allenatori del calcio moderno ma è mancato davvero poco che il destino gli riproponesse l'amatissima Londra (dove tiene casa). Soltanto una settimana dopo la telefonata in cui Rummenigge lo pregava di non prendere impegni fino a Natale, Roman Abramovich, stufo della controfigura dello Special One, scatenava infatti i suoi pezzi da novanta: prima Didier Drogba e poi pure Andriy Shevchenko, entrambi suoi ex allievi, hanno cercato invano di convincerlo a tornare al Chelsea. Carlo aveva dato la parola, anche se ora la sua lealtà nei confronti del Bayern significa farsi venire il mal di testa con le quotidiane full immersion di tedesco.
Ma anche in questo caso il nostro, e sta proprio qui la sua forza, ha già pronte le contromisure. «Se mi prende la depressione so già come fare. Metto nel videoregistratore il dvd con le conferenze stampa del Trap ai tempi di Strunz così il morale mi torna su».
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