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    ERA SENZA PATENTE IL 18ENNE CHE HA INVESTITO E UCCISO LA PICCOLA TAIA, LA BIMBA UCRAINA SCAPPATA DALLA GUERRA E MORTA INVESTITA A CROTONE: IL RAGAZZO CHE L’HA AMMAZZATA VOLEVA VENDICARSI, FORSE PER UN AFFARE DI GELOSIA, DEL 16ENNE CHE LA TENEVA IN BRACCIO – SECONDO IL RACCONTO DELLA CUGINA DELLA VITTIMA, LA VETTURA HA FATTO INVERSIONE DI MARCIA E…


     
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    Raffaella Troili per “il Messaggero”

     

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    È scampata alla guerra in Ucraina, è morta investita a Crotone forse per un affare di gelosia, forse anche per una distrazione, un gioco finito male, tra rivali locali. Su un ciglio della strada, pare di vederla saltellare Taia, 5 anni e i suoi riccioli biondi. D.F. G.P., il 18enne che domenica scorsa era alla guida di un vecchio Fiat Doblò con a fianco il padre è stato arrestato.

     

    Dopo la custodia cautelare emessa già nell'immediato per via della reiterazione di guida senza patente (ha il foglio rosa non può guidare su una provinciale al crepuscolo), dalle indagini dei militari del Comando provinciale di Crotone sarebbe emerso anche un altro elemento, una ipotesi investigativa che i carabinieri devono ancora vagliare. Il giovane potrebbe aver provocato deliberatamente l'incidente per via di una serie di screzi e gelosie con il sedicenne italiano che teneva per mano la piccola e che sarebbe il fidanzato della cugina di Taia Martseniuk.

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    I tre camminavano in fila indiana, località Cantorato, direzione statale 106, quando intorno alle 18.30 hanno incrociato l'auto guidata dal 18enne che arrivava in senso contrario. La cugina (l'unica illesa, il fidanzato è in ospedale non in gravi condizioni) ha raccontato che il Doblò avrebbe fatto una inversione per raggiungerli e investirli. Al vaglio anche le condizioni del manto stradale, la scarsa visibilità dovuta alla pioggia anche se l'ipotesi che potrebbe prendere forma è quella di una bravata effettuata deliberatamente.

     

    La piccola Taia era arrivata in Italia il 26 febbraio con la mamma Liudmila, fuggite da Kremenec, nella regione di Ternopil. Il papà era in Francia e le avrebbe raggiunte. A Crotone dove era giunta con altri rifugiati era stata accolta dalla famiglia della sorella della mamma, che vive lì e lavora in un agriturismo della zona.

     

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    Domenica, la tragedia. I carabinieri, intervenuti intorno alle 19.30 allertati dl 118 avevano deferito immediatamente padre e figlio, entrambi disoccupati, non conosciuti per particolari motivi dalle forze dell'ordine, per omicidio stradale in concorso. Taia è morta sul colpo. L'uomo aveva inizialmente provato anche a prendersi le colpe del 18enne, è stato il primo a soccorrere la piccola, ma ulteriori indagini hanno fatto emergere altri elementi in particolare l'inversione ad U, la guida ad alta velocità, lo scontro. I carabinieri ieri hanno poi precisato che non ci sono evidenze al momento che il gesto sia stato deliberatamente fatto per gelosia, l'ipotesi «non è suffragata da elementi, si tratta di una fuga in avanti».

     

    E il Comando provinciale di Crotone con una nota inviata ai giornalisti locali con preghiera di diffonderla ai contatti della stampa nazionale ha ribadito che «fa fede il comunicato diramato in cui il Gip del Tribunale di Crotone ha ravvisato, a carico dell'arrestato, il solo reato di omicidio stradale aggravato in concorso. Ogni ulteriore ricostruzione è da considerarsi destituita da ogni fondamento».

     

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     l 18enne, che aveva solo il foglio rosa, era già stato fermato per guida senza patente nell'agosto 2020 e il 3 marzo scorso. Anche quella sera non ha rinunciato alle sue imprese stradali, ma stavalta è finita in tragedia.

     

    I DUBBI

    E soprattutto: perché il ragazzo è tornato indietro, a tutta velocità, puntando il giovane che teneva per mano Taia? Per giunta con il padre a fianco? E perché la cugina avrebbe raccontato di questa rivalità? Indagini sono in corso, la famiglia si è chiusa in un muto dolore. Un episodio che ha sconvolto la cittadina, sui social a Crotone qualcuno scrive: Taia perdonaci che non abbiamo saputo difenderti.

     

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    Nei giorni scorsi a Roma, una giovane donna Ucraina si è accasciata a a terra a piazzale XII ottobre appena scesa dall'autobus: il suo cuore si è fermato davanti agli occhi dei suoi bambini, con i quali aveva appena terminato un lungo viaggio per portarli in salvo. Dieci giorni fa, un pullman è uscito di strada e si è ribaltato tra Cesena e Valle del Rubicone. Una profuga già in salvo in una terra in pace ha perso la vita.

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