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    “ERO SOLO UN PUPAZZO TRA LE FAUCI DELLA TIGRE” – IVAN ORFEI È ANCORA IN OSPEDALE E RACCONTA L'AGGRESSIONE SUBITA DA UNA TIGRE IL 29 DICEMBRE, DURANTE UNO SPETTACOLO CIRCENSE IN PROVINCIA DI LECCE: “SE MI AVESSERO AGGREDITO ANCHE LE ALTRE TIGRI SAREI MORTO. MI HA SALVATO IL RAGAZZO ENTRATO IN GABBIA. HO RIPORTATO UN GROSSO BUCO VICINO AL COLLO, ALTRI TRE SULLA SCHIENA E ALTRI ANCORA SUL POLPACCIO. DOPO L’AGGRESSIONE SUL WEB C’È CHI AUGURA LA MORTE E…” - VIDEO


     
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    Claudio Tadicini per www.corriere.it

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    È ancora in ospedale per sottoporsi a cure antibiotiche Ivan Orfei, 31 anni, domatore del circo «Amedeo Orfei», in questi giorni di tappa a Surbo, assalito la sera del 29 dicembre 2022 da una delle tre tigri con cui si stava esibendo durante uno spettacolo. Un’aggressione che, immortalata dai cellulari di alcuni spettatori, ha fatto il giro di web e tv, scatenando polemiche e insulti nei confronti del malcapitato domatore da parte dei «leoni da tastiera», arrivati persino ad augurargli la morte. Lui, intanto, dall’ospedale scalpita per tornare in pista: «Appena sarò al 100 per cento, tornerò in gabbia».

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    Dopo questo brutto incidente, ora come sta?

    «Ora benissimo. A causa dei morsi, ho riportato un grosso buco vicino al collo e altri tre sulla schiena. Ho anche altri buchi su gamba e polpaccio. Graffi e morsi di tigre portano con loro molte infezioni pericolose: alcuni antibiotici sono disponibili solo in ospedale, altrimenti a quest’ora sarei già tornato a casa».

     

    Sua madre Denise ha detto che, per come è andata, è stata una «grazia di Dio». La pensa allo stesso modo?

    «Sono stato fortunato. Oltre a qualcuno dall’alto, mi ha salvato senz’altro anche Eddy, il ragazzo che è entrato nella gabbia ad aiutarmi. Da solo non avrei potuto fare niente: in quel momento ero solo un pupazzo tra le fauci della tigre».

     

    Ha avuto paura?

    «Nonostante il momento, sono stato abbastanza lucido a controllare quello che rappresentava il problema più grande, ossia le altre tigri: se fosse sceso anche il maschio, sarebbe stata una partita finita. Il mio sguardo, sebbene avessi la tigre addosso, era verso di lui. Quando mi sono accorto che non mi stava calcolando, ho detto: “Ce la farò. Soffrirò, ma mi salverò”. E così è andata: ho cercato di aprire la bocca della tigre con le mani, poi è arrivato Eddy a scacciare la tigre con lo sgabello e a salvarmi».

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    Cosa l’ha spinta a diventare domatore? Cosa è accaduto quella sera?

    «Nasco come equilibrista sulla fune, ma domare le tigri mi ha sempre affascinato. Amo gli animali da impazzire, lavorare a stretto contatto con animali affascinanti come le tigri è emozionante: insieme ci divertiamo, siamo felici, giochiamo. Al di là dell’accaduto, regalano emozioni uniche: appena pochi minuti prima che Taira mi aggredisse, l’avevo accarezzata sulla testa, come se fosse un cane. Proprio Taira è la più coccolona e la più tranquilla. L’errore è stato solo mio, perché mi sono distratto e quando lavori con questi animali bisogna avere mille occhi: purtroppo, quella sera e solo quella sera, ho sbagliato. Sono stato stupido a controllare troppo le altre tigri, perdendo di vista quella che mi ha poi aggredito».

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    Tornerà a fare il domatore di tigri?

    «Assolutamente sì. Appena sarò di nuovo al 100 per cento, tornerò in gabbia con loro, senza problemi e senza pensieri negativi nei loro confronti. Andrò in gabbia come se non fosse successo niente. Quando tornerò a casa, dopo avere salutato le mie bimbe, andrò a salutare tutti i miei animali. Anche e soprattutto Taira».

     

    In molti sui social le hanno augurato una pronta guarigione, altri addirittura la morte...

    «Per fortuna ho ricevuto tantissimi messaggi di vicinanza da tante persone buone. Altre, invece, mi hanno preso in giro e augurato la morte: con alcuni di essi ho pure parlato, riuscendo a fare cambiare loro opinione.

     

    Alla fine mi hanno pure chiesto scusa e perdono per quello che avevano scritto nei miei riguardi: ho spiegato loro che noi circensi non siamo persone orribili, che maltrattano gli animali che, invece, vengono amati e trattati come re. Alcuni “leoni da tastiera” sono riuscito a domarli, altri - purtroppo - sono davvero indomabili».

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