#Lecco, intervento dei #vigilidelfuoco dalle 10 di stamattina sulla SS 36 per l’#incendio di un pullman mentre era in transito in una galleria, all’altezza di Lierna. Illesi i passeggeri a bordo, squadre al lavoro per mettere in sicurezza la sede stradale [11:30 #13luglio] pic.twitter.com/kTkXcuDefq
— Vigili del Fuoco (@emergenzavvf) July 13, 2021
Anna Campaniello per il “Corriere della Sera”
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Il turno alla guida del bus della Croce Rossa, con la prospettiva di una giornata senza gli imprevisti del lavoro alla guida dell'ambulanza. Si trattava solo di accompagnare una comitiva di adolescenti dell'oratorio in montagna. Un viaggio di quattro ore da Lipomo, nel Comasco, a Livigno e ritorno. Invece un boato in galleria ha sconvolto tutto. E Mauro Mascetti, 48 anni, da 20 in Croce Rossa, prima come volontario e ora dipendente, si è trasformato in un eroe.
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«Eravamo in galleria a pochi chilometri da Bellano ed era un viaggio tranquillo - racconta -. Abbiamo sentito un boato nella zona posteriore sinistra e ho capito che proveniva dalla gomma. Non ho capito subito cosa fosse accaduto perché il bus non ha sbandato né altro. Ho accostato e ho cercato la prima piazzola, volevo provare a portare il mezzo fuori dal tunnel, ma poi ho visto il fumo e ho capito che dovevo immediatamente mettere in sicurezza i ragazzi. Mi sono fermato a ridosso del marciapiede e li ho fatti scendere rapidamente dalla porta anteriore, dicendo al coordinatore di portarli subito fuori dalla galleria».
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Sulla strada continuavano a passare le macchine. «Era una situazione di pericolo per gli automobilisti - dice Mascetti -. Oltre al fumo ho iniziato a vedere le fiamme e ho provato a spegnere l'incendio per evitare rischi per gli altri veicoli. L'estintore del bus non è bastato, ho preso anche i due dell'Anas. Il fuoco sembrava spento, ma poi è ripartito e non ho potuto fare altro che uscire anche io dal tunnel. A quel punto ho raggiunto i ragazzi, ho iniziato a fare loro le prime domande per capire se avessero bisogno di cure o se fossero sotto choc. Fortunatamente erano in buone condizioni e neppure troppo spaventati. Piuttosto erano arrabbiati per i bagagli andati distrutti. Hanno potuto portare fuori solo le cose che avevano addosso, ovviamente non c'è stato il tempo per pensare ad altro. Ho anche cominciato a chiamare i genitori per tranquillizzarli».
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L'autista ha cercato di capire se stavano realmente tutti bene: «Qualcuno aveva dei giramenti di testa per il fumo inalato. Nel frattempo erano arrivate ambulanze e Vigili del fuoco e abbiamo deciso per precauzione di accompagnarne alcuni in ospedale».
Mauro invece non ha avuto bisogno di cure. «Di una doccia e di un cambio, piuttosto. Ero nero per il fumo ma stavo bene e quando finalmente non c'è stato più nulla da fare anch' io ho chiamato mia moglie per tranquillizzare lei e i nostri figli».
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Tanti i messaggi di ringraziamento che gli sono arrivati. «Ma io non mi sento affatto un eroe. Non c'è stato il tempo per pensare, ma sapevo che dovevo salvare i ragazzi. Ho fatto il mio lavoro e il coordinatore dell'oratorio è stato bravissimo ad aiutarmi. Solo questo».
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Le immagini di quel che resta del bus divorato dalle fiamme dicono che quel «solo questo» sono 24 adolescenti salvati e quel che ha fatto la differenza tra un brutto spavento da raccontare e un bilancio catastrofico.
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