Anna Guaita per “il Messaggero”

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Per anni Paulo Batista aveva sperato di potersi arruolare nella Marina, e mercoledì finalmente c'è riuscito. Poche ore dopo che il presidente Biden aveva annunciato la riapertura delle Forze Armate a persone transgender, Paulo ha ricevuto una telefonata dall'ufficiale di reclutamento con cui era stato in contatto: «Mr. Batista, se fa domanda domattina, sarà ammesso entro il primo maggio».

Paulo è uno di migliaia di americani con disforia di genere, individui cioè non si identificano con il sesso assegnato alla nascita. Paulo era biologicamente donna, una volta. Nel corso degli anni ha maturato la coscienza di avere un'identità maschile e ha scelto e attuato la transizione di genere. Dopo aver dedicato anni ad assistere il padre malato, sino alla sua morte, intendeva arruolarsi e realizzare il sogno della divisa, che aveva sin da quando era una bambina.

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Le regole del Pentagono si erano infatti sviluppate in senso sempre più tollerante, fino al giugno del 2016, quando l'Amministrazione Obama annunciò l'apertura ufficiale anche ai transgender. Ma le porte del servizio militare per Paulo si stavano appena aprendo quando Donald Trump le richiuse di botto. Con una serie di tweet seguiti da un decreto presidenziale, Trump cancellò le regole a favore dei transgender, e dopo una serie di ricorsi il suo bando divenne effettivo dall'aprile del 2019.

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LO STUDIO A sua volta, Biden, appena insediato, ha chiesto uno studio accelerato da parte del Pentagono per capire se riaprire ai transgender potesse essere riproposto velocemente. I generali non hanno espresso dubbi sul fatto che la «diversità» sia un elemento di forza, hanno contestato la teoria che le cure mediche per le persone con disforia di genere siano elevatissime, come sosteneva Trump per giustificarne l'espulsione, e hanno rivelato piuttosto che il Pentagono spendeva cinque volte di più per il Viagra che per assistere i transgender.

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Biden dunque ha firmato il decreto per la riapertura proprio nella Giornata della Visibilità, durante la quale ha anche fatto sventolare alla Casa Bianca la bandiera rosa, bianca e celeste adottata dal movimento. Le nuove regole prevedono che se un individuo risponde agli «alti standard richiesti dalle Forze Armate quanto a salute e fitness» non ci saranno ostacoli al suo arruolamento. Inoltre il Pentagono assisterà gli individui che vogliano procedere alla transizione di genere, proprio come avvenne nel 2016 per Chelsea Manning, l'ex caporale nata Bradley Manning, che ha potuto cambiare sesso nonostante fosse in prigione per aver passato documenti segreti a Wikileaks.

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Con il decreto Biden, si completa l'apertura alla diversità nelle Forze Armate Usa, a ridosso del decimo anniversario dell'abolizione del «Don't Ask, don't Tell», la regola per cui i gay e le lesbiche venivano dimessi dal servizio se si dichiaravano apertamente omosessuali, regola abolita nel settembre del 2011. Il passo a favore dei transgender interesserà individui come Paulo Batista, ma anche i tanti che erano già nelle Forze Armate prima del 2019. Stephanie Miller, direttrice dell'Ufficio Diversità del Pentagono, ha spiegato che almeno 2.200 individui sono stati diagnosticati con disforia di genere, ma si crede che il numero sia molto maggiore, intorno agli 8 mila.

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GLI OPPOSITORI Gruppi di difensori dei diritti dei transgender sostengono che si parla piuttosto di 15 mila persone. La tolleranza dimostrata dall'Amministrazione Biden e dai generali del Pentagono non è però in sintonia con il pensiero di molti conservatori. In tre Stati Tennessee, Mississippi e Arkansas - sono recentemente passate leggi che obbligano i giovani transgender a partecipare a sport solo in squadre dello stesso sesso loro assegnato alla nascita. Se cioè ci fosse una Chelsea Manning in un liceo, potrebbe giocare solo in squadre di maschi e gareggiare solo contro maschi.

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