Massimo Franco per il "Corriere della Sera"
MATTEO SALVINI
La Lega che a Bruxelles difende Mario Draghi dall' attacco dell' ultradestra tedesca, sua alleata, magari è un episodio minore.
Eppure potrebbe suonare come il primo sintomo di un avvitamento del gruppo sovranista: una nebulosa della quale il partito di Matteo Salvini è da almeno due anni, dalla vittoria alle Europee del 2019, la formazione di punta; e che ora, in nome dell' ingresso nella maggioranza guidata dall' ex presidente della Bce, promette di diventarne l' anello debole. La contraddizione esiste da sempre. Molti dei referenti di Salvini rimangono i più ostili agli aiuti all' Italia.
SALVINI DRAGHI
Ma in precedenza il Carroccio non voleva vedere i contrasti. La virata successiva alla caduta del governo di Giuseppe Conte, però, ha cambiato lo schema. E il gruppo che appena l' 11 gennaio scorso si era astenuto sul piano anti-crisi europeo, Lega inclusa, bollandolo come rigorista, ora entra in tensione. I ventinove eurodeputati salviniani sono osservati con sospetto da tutti.
SALVINI DRAGHI
Se dicessero sì a quel piano eviterebbero l' imbarazzo per la delegazione del Carroccio, attesa oggi per la seconda volta da Draghi. In caso contrario, destabilizzerebbero il gruppo a cui appartengono anche con Marine Le Pen. Si tratta di un passaggio delicato.
sylvie lubamba e matteo salvini
AfD smentisce la rottura con la Lega. Ma fonti leghiste a Bruxelles fanno sapere che decideranno dopo l' incontro odierno con Draghi. La tensione sottolinea quanto le sponde estremiste del Carroccio aspettino di capire se sia una svolta tattica, o strategica: quella che dovrebbe avvicinarlo al Ppe. La strada è irta di incognite.
Ma fa impressione assistere alla polemica con AfD, che ieri ha attaccato Draghi alla Bce «per la spesa senza controlli» di cui «la Germania pagherà il conto». Marco Zanni, leghista e presidente del gruppo Identità e democrazia, gli ha replicato: se Draghi ha difeso «economia lavoro e pace sociale», ha detto Zanni, senza privilegiare interessi nazionali, è «un titolo di merito».
berlusconi salvini renzi
Sono scarti che riflettono quello in politica interna, e il tentativo di ridefinire un' identità. È una virata tardiva e in qualche misura obbligata; simile, peraltro, a quella che il Movimento 5 Stelle fece nel 2019 in occasione dell' elezione della presidente della Commissione, Ursula von der Leyen.
Ma va registrato lo slittamento di due forze fino a pochi anni fa contrarie all' euro, verso posizioni filoeuropee. Ieri Salvini è arrivato a dire: «Se qualche potere forte dell' Europa aiuta l' Italia a curarsi, evviva».
DRAGHI SALVINI 1
Le prossime mosse faranno capire quanto ci sia di tatticismo e di opportunismo; e quali altri passi dovrà compiere. Una volta preso atto di un cambio di scenario e di fase sul piano internazionale, dall' Europa agli Usa, tornare indietro comporterà un costo alto.
La domanda è se il vertice della Lega saprà interpretare un europeismo che non sia solo decorativo e posticcio.