Alberto Prieri per "www.lastampa.it"
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Avrebbe dovuto essere una fuga d’amore, ma la donna sulla quale pensava di poter contare l’ha respinto: Matteo Corbani, 37 anni, evaso dal carcere «Santa Caterina» di Fossano il 1° giugno, era scappato per tentare di ricostruire il rapporto con la sua ex compagna. Erano rimasti insieme anche dopo il suo arresto per truffa, lei lo aveva incontrato alcune volte in carcere, ma poi aveva troncato la relazione.
Intanto lui aveva ottenuto i benefici dell’articolo 21 dell’ordinamento penitenziario, così da poter lavorare al di fuori della casa di reclusione. La direzione del «Santa Caterina» aveva concesso il permesso sia in virtù del percorso seguito, sia in considerazione del fatto che Corbani avrebbe finito di scontare la pena il 12 giugno 2021 e nulla avrebbe fatto presagire una fuga.
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Il detenuto era impiegato alla Cascina Pensolato a Sant’Antonio Baligio, cooperativa agricola sociale presso la quale lavorano altri reclusi. I volontari che coordinano le attività lo consideravano un soggetto corretto, affidabile e lavoratore, e sono rimasti amareggiati quando, il 1° giugno, non aveva fatto rientro in carcere alle 19, come avrebbe dovuto. Era scattata la denuncia per evasione ed erano partite le indagini del Nucleo investigativo regionale della Polizia penitenziaria di Torino, coordinate dalla Procura di Cuneo.
carcere santa caterina di fossano
«Inizialmente abbiamo lavorato per individuare l’utenza telefonica che l’evaso stava utilizzando – spiega il comandante Roberto Streva -. Poi abbiamo individuato la posizione del cellulare: l’uomo stava tentando di riavvicinare l’ex compagna a Luserna San Giovanni, ma la donna non lo aveva accolto, nonostante le sue insistenze». Gli agenti l’hanno tenuto d’occhio con una serie di appostamenti, infine l’hanno fermato a casa dello zio acquisito, marito dello zio materno (il fratello della mamma) a Spino d’Adda, vicino a Lodi, sua città natale.
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Trasferito nel carcere di San Vittore a Milano, sarà ascoltato dal magistrato: dal momento che non ha usato violenza o armi per scappare, rischia tra 6 e 8 mesi di carcere, che si aggiungeranno al periodo ancora da scontare per la precedente condanna.
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La storia ricorda quella di Giuseppe Mastini, detto Johnny lo zingaro. Anche lui detenuto in semilibertà, non era tornato in carcere a Fossano nel giugno 2017: aveva raggiunto la donna che era stata sua fidanzata quando erano adolescenti e si nascondeva nella casa della sorella di lei a Taverne d’Arbia (Siena).
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