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    FA CALDO, SI SUDAN! – SONO SCATTATE LE EVACUAZIONI DEI DIPLOMATICI E DEI CITTADINI OCCIDENTALI DAL PAESE IN PREDA AGLI SCONTRI ARMATI TRA ESERCITO REGOLARE E PARAMILITARI GUIDATI DA MOHAMED HDAGALO, LEGATO AL GRUPPO WAGNER E ALLA RUSSIA. SCONTRI CHE HANNO CAUSATO OLTRE 400 MORTI IN 5 GIORNI – GLI ITALIANI DA RIMPATRIARE SONO CIRCA 200, MOLTI DEI QUALI SI TROVANO IN AMBASCIATA. LA FARNESINA HA PREPARATO UN PIANO 


     
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    Estratto dell’articolo di Daniele Raineri per “la Repubblica”

     

    sudan scontri tra esercito militare e paramilitari sudan scontri tra esercito militare e paramilitari

    In Sudan o funziona la tregua dichiarata ieri per la fine del mese sacro islamico di Ramadan oppure ci saranno operazioni rischiose per evacuare centinaia di diplomatici – e forse altre centinaia di stranieri – intrappolati dagli scontri nelle ambasciate a Khartoum.

     

    Aerei militari di Stati Uniti, Francia, Regno Unito, Germania, Giappone e Corea del Sud sono atterrati a Gibuti, a Camp Lemonnier – una base di enormi dimensioni che un tempo apparteneva alla Legione straniera francese e adesso fa da trampolino per le missioni militari americane in Africa.

     

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    Anche Spagna, Svizzera e Unione europea stanno cercando un modo per spostare fuori dal Paese i loro cittadini, al sicuro da combattimenti strada per strada che in cinque giorni hanno fatto 400 morti. Molti sudanesi fuggono: almeno 10mila hanno oltrepassato il confine con il Ciad e il Programma alimentare mondiale delle Nazioni Unite si aspetta che nei prossimi giorni diventeranno 100mila.

     

    In questo momento gli italiani in Sudan sono circa 200, secondo il ministro degli Esteri Antonio Tajani, e molti di loro hanno trovato rifugio nell’edificio dell’ambasciata italiana. Fonti della Difesa dicono a Repubblica che un piano è già stato approntato per l’evacuazione dell’ambasciata, ma a domanda precisa non confermano lo spostamento di militari verso lo scalo di Gibuti assieme agli altri contingenti militari e da lì verso il Sudan.

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    I 200 italiani fanno parte dei 1.500 cittadini europei che per ora non possono lasciare il Paese, perché non ci sono più voli di linea – e in qualche caso aeroporti – e la via di terra prevede spostamenti di centinaia di chilometri in territori contesi.

     

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    L’Amministrazione Biden ha mandato quindici aerei cargo C-17 e un numero imprecisato di soldati e forze speciali per evacuare i 70 americani asserragliati nell’ambasciata a Khartoum, e il Dipartimento di Stato ha avvertito che l’operazione è destinata soltanto ai diplomatici, non a tutti i cittadini americani rimasti bloccati in Sudan. Negli scontri di questi giorni un americano è statoucciso.

     

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    In teoria entrambe le parti in guerra, le Forze di supporto rapido del generale Mohamed Dagalo e l’esercito regolare del generale Abdel Fattah Al Burhan, hanno aderito a un cessate il fuoco di tre giorni a partire da ieri, festa islamica di Eid al Fitr che celebra la fine del mese di Ramadan.

     

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    Sarebbe la finestra d’opportunità migliore per evacuare gli stranieri dal Sudan, ma è il terzo tentativo di cessate il fuoco in una settimana di combattimenti e i primi due sono finiti ancora prima di cominciare. Ieri sera a Khartoum si sono sentiti scontri anche dopo l’inizio della tregua. Il capo di Stato maggiore americano, Mark Milley, ha parlato al telefono con entrambi i leader delle fazioni in guerra per convincerli a negoziare.

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