Tiziana Leone per la Stampa - Estratti
fabrizio de andrè
«Sono già passati 25 anni, sarà un luogo comune quello per cui invecchiando il tempo scorre più velocemente, però davvero non mi sembra che sia trascorso così tanto tempo senza Fabrizio». Fabio Fazio è cresciuto ascoltando e vivendo Fabrizio De André, «le sue canzoni sono poesie dal carattere universale», dice, in cui Faber ha messo la sua terra, la Liguria, tormentata come la sua anima.
«Quando si parla di qualcuno che non c'è più e che è stato un personaggio pubblico bisogna farlo con cautela» sottolinea Fazio «perché bisogna distinguere ciò che manca a noi come gente comune da ciò che manca alle persone che gli hanno voluto bene. Fabrizio mi ha fatto il più grande regalo, Dori Ghezzi, a cui mi lega un'amicizia autentica».
fabrizio de andrè dori ghezzi
Cosa è stato Fabrizio per te?
«Un vero poeta. Uso un verbo brutto, lo adoperiamo, come ho fatto io due settimane fa a Che tempo che fa chiamando Noemi a cantare La canzone di Marinella a proposito del femminicidio, per commentare fatti, accadimenti o situazioni di carattere universale, che è una vera specificità della poesia.
Le sue canzoni non risentono né delle mode né del tempo esattamente come accade per una poesia, oggi possiamo citare versi di poeti greci o di Giuseppe Ungaretti perché raccontano la condizione dell'uomo di qualsiasi tempo e lo stesso accade per le canzoni di Fabrizio, poesie con l'aggiunta della musica. Faber ha tradotto in canzone lo spirito universale della poesia e questa è una forza che veramente hanno in pochissimi».
Le sue canzoni sono oggi più che mai attuali?
fabrizio de andrè la canzone di marinella
«Assolutamente sì, raccontano la natura umana al di fuori del tempo, Fabrizio ha scelto di raccontare gli stati d'animo, le meschinità, le tragedie, le bassezze, i dubbi che sono degli uomini di tutti i tempi con quel suo tipico sguardo carico di una certa ironia a volte, ma soprattutto di pietà nel senso vero della parola, nei confronti della condizione umana. "Se non sono gigli son pur sempre figli, vittime di questo mondo": ecco, nelle sue parole c'è la sospensione di ogni giudizio, c'è compassione, Fabrizio parlava sempre di cose alte, qualcosa di assolutamente straordinario».
Sei cresciuto ascoltando le sue canzoni, oggi i tuoi figli lo ascoltano?
«Spesso accade che quando sono in macchina con mia figlia più piccola, Caterina di 15 anni, lei metta le canzoni di Fabrizio e questo è qualcosa che va al di là di qualsiasi apparente logica, perché come tutti gli adolescenti lei ascolta musica che per me è inascoltabile, ma poi ci ritroviamo su quello che è il mio mondo. Mio figlio più grande Michele è cresciuto con Faber, all'esame di terza media ha portato Bocca di rosa.
lungomare fabrizio de andre
Ma Fabrizio fa parte della vita di tutti noi italiani, fa parte della toponomastica, le scuole portano il suo nome, è nelle antologie in quanto un grande poeta del '900, non è un caso che la canzone cantautorale ligure sia nata in una terra dove è stata scritta una parte fondamentale della poesia del '900, penso a Eugenio Montale, ma anche a Adriano Grande, a Giorgio Caproni, a Camillo Sbarbaro, i cantautori sono parte fondamentale di questa tradizione poetica».
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C'è una canzone che ti fa venire in mente un ricordo particolare?
«Scegliere una sola canzone è difficilissimo, per un fatto del tutto personale la mia canzone di De André è Â çìmma, è molto evocativa, è una preghiera, un vocazione affinché la çìmma riesca dopo la lunga preparazione. Mi riporta indietro nel tempo, quando ero bambino, rivedo mia nonna fare gli stessi gesti mentre la preparava, sento il profumo che usciva mentre bolliva e rivivo l'attesa per mangiarla. Non c'è nulla di più tenace dei sapori, quella canzone è per me così intima, a volte mi sembra che Fabrizio, quando l'ha scritta, mi stesse spiando dalla finestra per quanto è reale».
fabrizio de andre e dori ghezzi fotografati da guido harari
Pur facendo una musica diversa, giovani artisti liguri come Bresh e Tedua hanno come fonte di ispirazione De André. La sua modernità passa attraverso i rapper?
«Fa parte del discorso che facevamo prima, del suo essere universale, che ha reso De André un classico e come tutti i classici è diventato fonte di ispirazione per quelli che sono arrivati dopo. La storia continua ed è bello che questi artisti dicano di ispirarsi a lui o comunque di avere dentro la sua musica. È come quando, dopo aver letto un libro, diventa tuo, magari torna buono dopo dieci anni perché è qualcosa che hai dentro senza nemmeno rendertene conto».
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