ALESSANDRO FULLONI per il Corriere della Sera
morandi cenci
«Come faccio a non ricordami di Leo, del suo sorriso spontaneo e di quello sguardo grintoso: è impossibile... Per due volte siamo stati al via assieme, praticamente spalla a spalla, in via Rizzoli dove ogni anno parte la mezza maratona di Bologna: prima di perderci nel fiume dei podisti e prima di salutarci lungo il percorso dandoci il "cinque", per qualche chilometro siamo rimasti accanto. Ricordo che era molto più facile che fosse lui a incoraggiare me nonostante la fatica, lo sforzo sovrumano che faceva per battere quella malattia terribile che già lo stava divorando...».
A questo punto Gianni Morandi, 74 anni, «eterno ragazzo» simbolo della canzone italiana ma anche runner appassionato, si ferma per un istante,commosso. Poi riprende: «Mi hanno chiamato da Perugia, dove stamattina - ieri per chi legge, ndr - ci sono stati i suoi funerali. Mi hanno detto che c' era tanta gente...».
cenci mattarella
Il ricordo di Morandi è per Leonardo Cenci, il maratoneta che correva per la vita. Nell' agosto 2012 i medici gli diagnosticarono un cancro incurabile, dandogli non più di quattro mesi. Ma Leo - lo chiamavano tutti così - non si era arreso. «Non se ne parla neanche, ho troppi sogni, troppe cose da fare» aveva detto. Non si era arreso mai, neanche alla chemioterapia, neanche quando il suo fisico era allo stremo. A novembre aveva corso la maratona di New York. Poi un' altra crisi più grave e il ricovero, l' ultimo. Lascia un' eredità straordinaria: non solo per l' arrivo al traguardo delle corse disputate, ma anche per i fondi raccolti con le iniziative benefiche grazie ad «Avanti Tutta», la Onlus che aveva fondato.
morandi
Morandi, come ha conosciuto Leo?
«Era nel 2015. Telefonò agli organizzatori della "mezza" di Bologna, la corsa che più ho nel cuore. Chiese di partecipare e noi, figurarsi, ne fummo entusiasti. Non lo avevo mai visto di persona ma sapevo perfettamente chi era: avevo letto il suo libro "Vivi, ama, corri. Avanti tutta". Pagine che mi avevano colpito per la grinta che trasmettevano»
Vi siete visti quel giorno?
«Me lo ricordo al via: difficile, anzi impossibile, immaginare che fosse sofferente.
Era sereno, sorridente: e se posso parlare da podista, in forma. Gli chiesi dove trovasse la forza per allenarsi e lui mi rispose con semplicità, con parole che ricordo bene: "Sai, da quando apro gli occhi la mattina ringrazio Dio di averli aperti. Poi incomincio a correre: certo che faccio fatica. Ma poi passa". Aveva dentro una carica eccezionale».
LEONARDO CENCI MALAGO'
E poi, una volta in gara?
«Quello che succede sempre al via, i riti classici di ogni runner. Ricordo quella specie di sberleffo che mi fece prima che lo speaker annunciasse la partenza: questo sia nel 2015 che nel 2016, le due volte che abbiamo corso assieme. Facevo fatica a stargli dietro. In un caso arrivò al traguardo con un tempo migliore del mio.
Quando mi sorpassò, mi sorpresi nell' osservare il suo modo di correre: apparentemente senza sofferenza. Ma sapevo quanto invece quei 21 chilometri fossero duri. Tra me e me, pensai che in quel momento Leo correva per lo stesso motivo di tutti: una sfida ai tuoi limiti. Solo che la sua era un esempio per gli altri».
Dopo l' ultima «mezza» a Bologna vi siete più sentiti?
morandi
«Ci eravamo scambiati il numero di telefono: capitava di scriverci per informazioni su gare e risultati. Gli avevo mandato gli auguri per Natale. Lui mi rispose: "Ciao Gianni, sto bene". E mi vennero in mente le ultime parole che mi aveva detto, al traguardo nel 2016: "Sai che c' è? Io sono ottimista nonostante tutto...».
LEONARDO CENCI LEONARDO CENCI LEONARDO CENCI