RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Concetto Vecchio per www.repubblica.it - Estratti
Si azzuffano tra loro. I renzianissimi pubblicano sui social la foto dell’onorevole Luigi Marattin in tenuta da mare, sorridente con le infradito, «ora entra nel club dei beneficiati irriconoscenti», gli scrivono. La senatrice Raffaella Paita lo accusa pubblicamente di non avere fatto campagna elettorale («non si scappa dai propri impegni»), Marattin è costretto a denunciare «le tecniche grilline», non è vero che prendeva il sole, giura, «ho fatto 14 iniziative elettorali». «Pulisci la zona caminetto!», gli scrive un’utente di X sotto la foto incriminata che lo vede davanti al focolare.
Tutto questo astio perché il bel Luigi, dopo la rovinosa sconfitta di Italia Viva nella coalizione degli Stati Uniti d’Europa, è stato il più critico con Matteo Renzi, sostenendo che bisogna azzerare tutto, annunciando quindi la sua candidatura al congresso straordinario indetto dallo stesso Renzi. «Spero soltanto ci sia correttezza», ha precisato. Chiediamo a un vecchio dirigente il significato di quell’invito al rispetto delle regole, e lui sospira: «Vabbé, è che non lo conosci Renzi, quello proverà a metterci una controfigura».
Nessuno si salva dal brutto carattere. Anche i più intelligenti. Sono anni che Renzi cade in piedi, facendo fallire le feste degli altri stando ai margini, il senatore-manovratore, l’arci italiano, il talento più grande, ma anche il più distruttivo, comparso sulla scena politica nel nuovo secolo.
Ma stavolta il flop rimediato alle Europee sembra condannarlo. Ci sono antipatie da cui non si guarisce. Renzi viene percepito come l’antipatico della nazione. «E così punterà su pochi collegi, quelli che interessano agli amici», dice un altro che gli era vicino. «E galleggerà, conservando lo status di senatore utile per le attività di conferenziere».
Persino Claudio Velardi, il direttore del Riformista, lo invita a lasciare il campo. «Con gli amici bisogna usare parole di verità: si è creata una situazione per cui la sua leadership risulta respingente», dice al telefono. Insieme a Chicco Testa ha scritto una lettera al Foglio per suggerirgli di fare un passo indietro, invito esteso anche a Carlo Calenda, beninteso: «Avete fallito».
Ora Renzi e Calenda sono obiettivamente teatro. I due intendono la relazione come stato di perenne tensione, come quelle coppie il cui punto di equilibrio è la lite. Costretti a stare insieme si prendono e si lasciano, «uno scontro di personalità», per citare Velardi. Uno scontro che Bonifazi-Richetti riproducono in piccolo, col primo che accusa Calenda di avere preso soltanto 70mila voti, mentre Renzi ne ha raccolti 207mila. «Ego sovrabbondanti, narcisismi», sospira ancora Velardi. «E pensare che i loro elettori sarebbero d’accordo su tutto, i leader no».
L’altro giorno, all’indomani della disfatta, Renzi si è prodotto in un lungo elogio di Vittoria Nallo, eletta consigliera regionale in Piemonte, «una delle prime allieve della scuola di formazione che facciamo ormai da cinque anni. Un simbolo della forza della comunità». Un po’ come se Cadorna dopo Caporetto avesse fatto l’elogio di un giovane tenente entrato in servizio quel giorno. Anche la Paita usa l’argomento Nallo per dimostrare a Marattin che non è vero «sta finendo tutto, è appena iniziata la nostra sfida».
L’impressione è che molti si stiano guardando intorno. Corrono voci di fughe. Ma verso dove? Le agenzie battono la notizia delle dimissioni dal partito dell’ex parlamentare Ernesto Magorno. Lo chiamiamo. «La politica non c’entra», assicura. «È che assumo la guida dell’associazione L’oro di Calabria, finalizzata a valorizzare le risorse della mia regione, il cui direttore scientifico è Francesco Verderami, giornalista del Corriere della Sera, calabrese di Gioia Tauro».
RAFFAELLA PAITA E MATTEO RENZI
«La rottura del Terzo Polo è stato un errore colossale», insiste Marattin. Anche su questo Paita lo ha sbertucciato pubblicamente: «Non si mette sullo stesso piano chi come Calenda ha rotto il terzo polo e chi come noi ha cercato di ricucire».
MATTEO RENZI E RAFFAELLA PAITA luigi marattin elena bonetti foto di baccocarlo calenda luigi marattin luciano nobili foto di bacco (3)
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