Francesca Pierantozzi per “il Messaggero”
Soluzioni saline miracolose, un gargarismo con la varechina, senza contare i milioni di morti nascosti o la città di Parigi isolata e in quarantena: solo soltanto alcune delle fake new in circolazione sul 2019-nCoV. Ieri perfino l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha deciso di intervenire questa epidemia di falsi miti ormai altrettanto contagiosa che l'epidemia da Coronavirus. «Assistiamo a un'infodemia, un fiume di informazioni, alcune accurate e altre molto meno, che rende difficile per la gente trovare le informazioni utili», ha allertato l'Oms, che ha messo al lavoro i team di comunicazione e social media per individuare e, se il caso, smentire, miti e voci non attendibili.
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In particolare, gli agenti dell'Organizzazione di Ginevra sono a caccia delle dicerie che possono rivelarsi più dannose per la salute pubblica, in particolare quelle che riguardano le numerose misure di prevenzione e cura. «Queste fake news vengono ormai sistematicamente confutate con informazioni basate sull'evidenza scientifica», ha fatto sapere l'Organizzazione nell'ormai quotidiano report sul coronavirus e sullo stato del contagio.
DICERIE STRAMBE
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Tra i virus informativi che l'Oms ha già rintracciato, quelli che invitano a bombardarsi di antibiotici per farsi trovare preparati in caso di pandemia o l'uso di aglio come fattore di immunizzazione. Le voci da sfatare non riguardano soltanto le cure, ma anche le modalità di trasmissione o l'origine del virus di Wuhan.
Nel mirino dei ricercatori dell'Oms, la notizia molto diffusa che l'infezione possa essere trasmessa attraverso lettere e pacchi postali provenienti dalla Cina (cosa totalmente falsa priva di fondamento) o che il virus sia stato cerato in laboratorio (a seconda le fonti in un laboratorio americano o francese) e poi diffuso ad arte in giro per il pianeta. Senza contare le spiegazioni a sfondo apertamente razzista sull'origine dell'epidemia.
L'alto livello di contagio e di tossicità di queste informazioni non ha allertato soltanto l'Organizzazione Mondiale della Sanità: anche Facebook ha deciso di provare a inoculare un vaccino nella pandemia di informazioni e ha cominciato «a sopprimere tutti i contenuti con false notizie o teorie del complotto segnalate dalle autorità sanitarie che potrebbero nuocere alle persone».
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Su Instagram sono già decine gli hashtags bloccati perché veicoli di fake news sanitari. Nel mirino di Facebook, in particolare le notizie che potrebbero scoraggiare le persone a farsi curare. Da qualche giorno, in oltre, un messaggio è inviato sulla bacheca degli utenti per invitarli a consultare le indicazioni presenti sul sito dell'Oms. In prima linea per arginare l'infodemia anche Twitter: a ogni ricerca con la parola #coronavirus, il social invita l'utente a consultare in priorità alcuni siti istituzionali, come quello del Centro americano nazionale delle statistiche sanitarie o quello del governo francese. E' sceso in campo anche Google, che ha messo in piedi un partenariato con l'Oms per pubblicare in tempo reale tutti gli aggiornamenti sul virus e tutte le consegne di sicurezza.
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