Dagotraduzione dall’Afp
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A Pompei è in corso una nuova mostra sull'arte e la sessualità nell'antica città romana, dove abbondano sculture e dipinti di seni e glutei.
Gli archeologi che scavavano nella città, che fu distrutta dall'eruzione del vicino Vesuvio nel 79 d.C., furono inizialmente sorpresi di scoprire immagini erotiche ovunque, dalle statue del giardino agli affreschi del soffitto. Da quei primi scavi nel sito del 18° secolo, sono state trovate immagini audaci un po’ ovunque: nelle taverne, nei bagni termali e nelle case private. Si va da enormi peni eretti a una statua con attributi fisici sia maschili che femminili.
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È diventato chiaro che «questa è una città in cui sensualità ed erotismo sono sempre presenti», ha detto all'AFP il direttore del sito di Pompei Gabriel Zuchtriegel mentre si trovava di fronte a statue di centauri a torso nudo.
Le scoperte inizialmente hanno causato «sgomento, imbarazzo e curiosità, e sono state viste da alcuni come una grande opportunità per pensare al rapporto con i propri corpi e la nudità in un modo molto diverso».
Il re napoletano Carlo VII, che finanziò gli scavi, rinchiuse alcuni dei reperti più osceni in un gabinetto segreto a Napoli, mostrandoli solo a quelli di comprovata posizione morale, ha detto Zuchtriegel. Quel gabinetto segreto esiste ancora oggi nel museo archeologico della città del sud Italia.
La mostra, che durerà fino a gennaio 2023 e riunisce circa 70 opere, inizia con il vasto pene eretto su una statua del dio Priape, un simbolo romano di fertilità e prosperità. Priape e il suo fallo erano tradizionalmente collocati nell'atrio, il grande salone centrale delle case romane.
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- Guida per bambini -
Ai visitatori viene detto che questo non ha nulla a che fare con l'erotismo, «sebbene l'immaginazione moderna gli dia questo significato», dice Tiziana Rocco dell'ufficio mostre di Pompei.
Il sorriso compiaciuto dei turisti imbarazzati ne è una prova sufficiente. «Penso che la cultura americana moderna sia un po' troppo pudica e a disagio con il corpo umano», afferma il turista di Seattle Daniel Berglund. «È bello vedere una cultura antica più aperta e disposta a mostrare e glorificare il corpo umano», ha detto il 40enne mentre si soffermava davanti ai dipinti di un "cubiculum", o camera da letto romana.
Vengono mostrate varie scene, tra cui un uomo e una donna che fanno sesso.
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Più avanti, una serie di lampade a olio illuminano immagini erotiche, anche se i curatori non hanno dimenticato che alcune persone porteranno i loro figli alla mostra.
«Le famiglie e i bambini costituiscono gran parte del nostro pubblico», afferma Zuchtriegel, che ha preparato per loro una guida illustrata.
«Il tema può sembrare difficile, ma è onnipresente a Pompei, quindi deve essere spiegato ai bambini in un modo o nell'altro», ha detto.
Nella guida, un centauro, una creatura della mitologia greca che è metà uomo e metà cavallo, cerca una compagna. Lungo la strada incontra Narciso, che si innamora della propria immagine, Dioniso, il dio del vino, ed Ermafrodita, figlio di Afrodite ed Hermes, che ha organi sessuali sia maschili che femminili. «È un modo giocoso per incontrare le diverse figure dei miti greci presenti a Pompei», ha detto Zuchtriegel.
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