Pierluigi Panza per il "Corriere della Sera"
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«Non luogo a procedere» per Vittorio Sgarbi. È quanto deciso dal gup di Roma nel procedimento che vedeva il critico accusato di avere certificato come autentici alcuni lavori riconducibili all' artista Gino De Dominicis, ritenuti falsi dal comando Tutela patrimonio culturale dei carabinieri. Dopo una camera di consiglio di due ore, il giudice ha fatto cadere le accuse «perché il fatto non costituisce reato». Il gup ha prosciolto con la stessa formula anche il critico Duccio Trombadori mentre ha rinviato a giudizio altre 19 persone coinvolte nell' indagine.
gino de dominicis
Il procedimento finito al vaglio del giudice per le udienze preliminari di Roma è quello che portò, nel novembre 2018, all' arresto di due persone. Nel fascicolo erano state iscritte venti persone, tra le quali Sgarbi, al quale i magistrati hanno contestato, nel suo ruolo di presidente della Fondazione Archivio Gino De Dominicis di Roma, la violazione dell' articolo 178 del codice dei beni culturali (contraffazione). Sempre nel novembre 2018 su disposizione del gip furono sequestrate oltre 250 opere considerate contraffatte per un valore di oltre 30 milioni e venne individuato un laboratorio idoneo alla produzione di falsi.
sgarbi marta massaioli
Secondo l' accusa, sul mercato dell' arte contemporanea sarebbero state immesse numerose opere d' arte contraffatte di De Dominicis corredandole di fraudolente certificazioni di autenticità. Tre anni fa i carabinieri diedero esecuzione a 4 misure cautelari, una delle quali riguardante la vice presidente della Fondazione.
duccio trombadori foto di bacco
Sgarbi, naturalmente soddisfatto, ha ricordato di aver sempre definito «assurde» le accuse a lui rivolte. «È una totale invenzione. La mia posizione precisa è che si tratta di capolavori di De Dominicis e li autentico come mi pare. L' argomento non esiste, è un' azione assurda di magistrati che tra l' altro ho anche fatto sconfessare dal Csm perché l' indagine è stata fatta in maniera grottesca su un autore morto nel '98, le cui opere quindi hanno meno di 50 anni. Non esiste il problema, nessuno falsificherebbe».
Gino De Dominicis balzò alla notorietà nella Biennale del 1972 quando espose come opera d' arte un bambino con la sindrome di Down e intitolò l' opera Seconda soluzione di immortalità . De Dominicis, per altro, non riconoscendo alla fotografia valore documentario, ha sempre ostacolato la pubblicazione di cataloghi generali delle sue opere.
Il catalogo ragionato del 2011 ne ha documentate 632, ma secondo alcune stime l' artista ne avrebbe prodotte più di ottocento.
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