Fiorenza Sarzanini per il "Corriere della Sera"
GUARDIA DI FINANZA MILANO
Ci sono i falsi invalidi, i cittadini che pur non avendo titolo percepiscono il reddito di cittadinanza, quelli che incassano la pensione dei parenti morti. Ci sono i medici che lavorano nel settore privato pur risultando in servizio in una struttura pubblica e i funzionari pubblici infedeli che prendono tangenti per agevolare le imprese nell'aggiudicazione degli appalti.
Ci sono i "finti poveri" che riescono ad ottenere tutti i bonus previsti pur avendo un reddito largamente superiore a quello minimo. Nel periodo di pandemia da Covid 19, anche quando il Paese era praticamente fermo, c'è chi è riuscito a frodare lo Stato. Le cifre contenute nell'ultimo rapporto della Guardia di Finanza su sprechi e truffe nella spesa pubblica sono da record: in totale sono stati sottratti 15 miliardi di euro, il danno erariale causato dai dipendenti della pubblica amministrazione ammonta a 8 miliardi di euro.
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Da gennaio 2020 al 30 settembre 2021 ci sono stati 65.600 controlli e 12 mila fascicoli aperti per delega dei magistrati penali, circa 1.700 per la Corte dei conti. «Un impegno straordinario» perché, come conferma il generale Giuseppe Arbore, capo del Reparto che dispone e coordina le verifiche, «la platea già rilevante dei soggetti destinatari di risorse pubbliche è aumentata enormemente con il Reddito di cittadinanza e si è ulteriormente accresciuta con le misure previste dai decreti "Sostegni" e "Ristori".
GUARDIA DI FINANZA INDAGA SULLA TRUFFA
Non sono furberie, ma un gravissimo danno economico e sociale». Sono 7.300 i controlli svolti, 269 i milioni di euro frodati. Un'indagine avviata dalla procura di Velletri per controllare pensioni di anzianità, di vecchiaia, erogazione dell'assegno sociale e contributo per l'invalidità ha incrociato i dati dell'Inps con quelli della Finanza.
Risultato: 21 cittadini percepivano somme dovute a soggetti deceduti anche più di dieci anni fa con un danno per l'Istituto di previdenza di un milione e 400 mila euro. A Messina 260 cittadini hanno chiesto e ottenuto «"buono spesa", "sostegno alle locazioni" e "buono baby sitting"» senza avere i requisiti. Tra loro «40 sono stati denunciati per indebita percezione di erogazioni ai danni dello Stato e falso in atto pubblico, gli altri 220 segnalati per l'irrogazione delle previste sanzioni amministrative».
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A Bologna, grazie all'autocertificazione, 154 famiglie prendevano "buoni spesa" per 600 euro al mese «dichiarando di essere indigenti mentre avevano regolare impiego, oppure il reddito di cittadinanza, l'indennità di disoccupazione, prestazioni sociali agevolate». Sistema identico a Napoli dove i beneficiari erano oltre 700.
È uno dei settori dove altissimo è il numero degli illeciti tanto che la Guardia di Finanza «ha realizzato uno specifico dispositivo operativo volto al contrasto dei fenomeni di illecita apprensione concentrando l'attenzione su quelle posizioni connotate da concreti elementi di rischio».
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Sono oltre 217 i milioni di euro richiesti da chi non aveva titolo, più di 127 i milioni di euro già riscossi. «Tra i percettori abusivi - evidenzia il dossier - ci sono soggetti intestatari di ville e autovetture di lusso, evasori totali, persone dedite a traffici illeciti, appartenenti ad associazioni criminali di stampo mafioso, già condannate in via definitiva nonché stranieri non in possesso dei requisiti di residenza».
Gli affiliati ai clan sono evidentemente specializzati nel riuscire a ottenere il reddito. A Reggio Calabria molte delle 300 persone denunciate per aver percepito le somme sono «'ndranghetisti organici alle maggiori cosche della locride, già gravati da pesanti condanne passate in giudicato per associazione per delinquere di stampo mafioso». Uno di loro girava in Ferrari, altri due sono «detenuti per associazione di stampo mafioso».
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A Palermo su 1.400 percettori abusivi che hanno sottratto un milione e 200 mila euro allo Stato «145 hanno precedenti condanne per mafia». Situazione simile a Napoli: 120 denunciati per un milione e 200 mila euro percepiti illecitamente. Ed era proprio la criminalità ad aver gestito le «1.532 domande presentate nel 2020 da stranieri abitanti a Genova, ma privi dei requisiti necessari» che sono riusciti a guadagnare tre milioni e 500 mila euro.
I 16 medici che a Civita Castellana, in provincia di Viterbo, risultavano in servizio in ospedale mentre svolgevano attività privata nel Poliambulatorio privato hanno frodato alle Asl 3 milioni di euro. In un ospedale romano sono stati invece denunciati 141 medici e paramedici «per aver permesso ad amici e parenti di eseguire accertamenti diagnostici completamente gratuiti e senza seguire le ordinarie liste di attesa». Il meccanismo era semplice: «Il medico accedeva al sistema, presentava la richiesta e dopo l'esame o le analisi consegnava il referto evitando il pagamento del ticket alla Regione Lazio. A usufruire della "corsia preferenziale" 523 tra parenti e amici di medici e infermieri che hanno frodato oltre 323 milioni di euro».
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