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Azzurra Noemi Barbuto per “Libero quotidiano”
Dalle mie parti si dice che ognuno sia povero del suo mestiere. Questo è più che mai vero riguardo le fashion blogger, che, pur essendo regine qualificate con laurea ad honorem in moda e stile, sembrano meno eleganti di una stracciona. Jeans strappati, pantaloncini inguinali, magliettine sdrucite, scarpe che sembrano pantofole vecchie, che non userebbe neanche mia nonna.
Eppure queste esperte di aria fritta rappresentano i nuovi idoli di un esercito di milioni di fans, anzi di followers, che le seguono sui social network, imitandone il look da cima a fondo. Oggi le bambine sognano di diventare come Chiara Ferragni, di trascorrere la giornata facendo e caricando selfie sulla rete attirando milioni di like, di commenti e, soprattutto, di euro.
Del resto, chi non sarebbe felice di guadagnare vagonate di denaro senza sforzi, semplicemente divertendosi o fotografando la propria quotidianità?
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Infatti non vogliamo fare la morale alla Ferragni, che peraltro ci piace. Adoriamo il suo sorriso, i suoi occhioni blu, la sua dolcezza. Ma ci chiediamo perché continui ad indossare in estate ed in inverno, in Italia e in California, al mare e in montagna, in casa e fuori, con gli amici e con il fidanzato, sempre questi terribili shorts in denim, più adatti a un' adolescente che a una donna di trent' anni, a meno che questa non si trovi in spiaggia. Tra vent' anni, quando Chiara ne avrà 50, siamo sicuri che la vedremo ancora con indosso il suo capo-icona, ossia i pantaloncini.
Insomma, le fashion blogger sono sì alla moda, perché fanno tendenza (tanto che gli stilisti Dolce&Gabbana, imbattibili nel marketing, hanno deciso di fare sfilare in passerella proprio le influencer come fossero to -model), ma in quanto a gusto lasciano spesso a desiderare. Loro se ne fregano, dal momento che trasformano anche lo sterco in lingotto d' oro.
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Basta che una baby famosa indossi uno straccio qualsiasi in una foto che le richieste di quel capo lievitano in modo esponenziale, anzi esplodono. Forse anche Renzi avrebbe dovuto ricorrere alle fashion blogger per promuovere la campagna sul referendum costituzionale. Sarebbe bastato un "sì" stampato sulle chiappe, ovviamente fasciate dagli shorts in denim, per realizzare l' impossibile: modificare la nostra Costituzione. Nessuno, infatti, è più influente e potente delle blogger della moda, amate e odiate dagli stilisti, temute dai direttori commerciali, osannate da stuoli di ragazzine, invidiate dal mondo intero. Basta un loro commento per fare crollare un titolo in borsa, e non parliamo di certo della Chanel che portano a tracolla.
Le categorie di classe e stile oggi sono completamente sovvertite e la colpa è tutta loro. Se indossi un jeans non strappato sei out perché la Ferragni non lo porta così. Insomma, che fine ha fatto l' eleganza? Quella vera, quella che incanta, che affascina, che rapisce, che eleva.
Essa è rimasta nei colletti bianchi e inamidati, nelle camicie abbottonate fino all' ultimo bottone, nel nodo stretto e immobile della cravatta, negli orli perfetti delle gonne e dei pantaloni, nei cappottini su misura, nei tubini poco sopra il ginocchio, nei tacchi che non assomigliano a trampoli, nei vestiti che coprono e che non mostrano tutto, perché niente è meno sensuale di un corpo esposto come carne in macelleria.
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L' eleganza è rimasta nei cappelli, non in quelli da baseball che ora usano tutti per fare i fighi, nelle scarpe lustrate e non in quelle piene di scritte e slacciate, nell' accostamento equilibrato dei colori e non nell' accozzaglia di toni che fanno a pugni tra loro, disturbando la vista. L' eleganza è nella proporzione, nella semplicità, che non coincide con il look "appena scesa giù dal letto", perché essere trascurati non equivale all' essere semplici, bensì solo all' essere sciatti. Essa è nella sobrietà, non nel lusso sfoggiato ed ostentato, o nella bellezza messa in mostra, o nella sfacciataggine.
Allora non possiamo che rimpiangere i tempi (andati) in cui all' alba, per le strade del centro di New York, passeggiava Audrey Hepburn, protagonista del film "Colazione da Tiffany", vestita con un lungo tubino nero, con ai piedi un delizioso tacchetto e con in testa un grazioso chignon.