mihajlovic
Andrea di Caro per gazzetta.it
Era quasi l'una di notte e Sinisa Mihajlovic era da poco rientrato in hotel, con ancora sulla pelle la rabbia per il k.o. con la Juve e per il secondo contestato gol subito che aveva chiuso la partita e gli era costato l'espulsione, quando è squillato il telefonino. Dall'altra parte il ds Petrachi lo ha informato della decisione della società di sollevarlo dall'incarico di allenatore del Torino.
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A SORPRESA — Un esonero improvviso e abbastanza sorprendente se legato solo al risultato della partita: perché era difficile immaginare che il Toro potesse fare molto di più di quanto mostrato all'Allianz contro la Juve, viste anche le molte assenze nella squadra granata su tutte quelle dei big Belotti, Ljajic, Ansaldi, ma anche dei giovani Lyanco ed Edera. E vista soprattutto la forza degli avversari. Il Toro era comunque rimasto in partita fino quasi al 70esimo per poi capitolare sul gol contestato di Mandzukic.
MIHAJLOVIC
DUBBI E PAREGGITE — Se è dunque difficile pensare che il motivo dell'esonero sia stato non aver vinto a casa della Juve, quello di Mihajlovic è figlio evidentemente delle grandi attese di inizio stagione che non sono state rispettate. Di certo la società si aspettava una classifica migliore ma anche un gioco più spumeggiante e qualche vittoria in più. Tanti invece i pareggi del Toro in campionato (addirittura 10) alcuni colmi di rimpianti come quelli contro le ultime della classifica (da 2-0 a 2-2 contro Verona e Spal, il 2-2 a Crotone, lo 0-0 in casa col Genoa).
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STAGIONE TRIBOLATA — Il 4-2-3-1 tutto offensivo di inizio stagione, il buon avvio con record di punti dopo le prime cinque gare, e poi la crisi con il k.o. contro Juve, i pareggi contro Verona e Crotone e le sconfitte con Roma e Fiorentina, quindi il ritorno a un più equilibrato 4-3-3 che aveva ridato solidità al Toro con la vittoria salva-panchina sul Cagliari e poi i pareggi a San Siro contro Inter e Milan e con l'Atalanta in casa. Il pesante k.o. interno col Napoli ma anche le vittorie in campionato e Coppa con Lazio e Roma all'Olimpico che nelle ultime settimane sembravano poter rilanciare la stagione granata. Ma i pareggi con la Spal dopo essere andati in vantaggio 2-0 e l'ultimo 0-0 col Genoa nonostante le tante occasioni e un Perin super, hanno spento nuovamente gli entusiasmi, con il pubblico del Grande Torino sempre più critico verso tecnico e squadra.
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TANTI INFORTUNI — Gli infortuni a ripetizione dei giocatori più importanti, Ljajic e Belotti, e il loro periodo buio con il serbo mandato anche in tribuna e il bomber fermo a sole 4 reti in campionato, uniti al forte ritardo di condizione di Niang, l'acquisto più oneroso e finora meno redditizio, hanno tolto al Toro quelle armi offensive che dovevano essere il valore aggiunto della squadra di Mihajlovic. Il presidente Cairo ha spesso pubblicamente difeso il suo allenatore, ma evidentemente l'assenza di vittorie e il mancato salto in classifica, col Toro bloccato tra l'ottava e la decima posizione, hanno cominciato a minare la fiducia verso il tecnico fino alla scelta di sollevarlo dall'incarico dopo la partita obiettivamente più complicata di tutte. Un amaro refrain per Mihajlovic che già due anni fa fu esonerato dal Milan dopo un k.o. interno sempre contro la Juve, sua vera bestia nera.
MIHAJLOVIC VIALLI
MAZZARRI IN POLE — L'ufficialità dell'esonero è attesa con comunicato della società in mattinata. Si vedrà se contestualmente verrà annunciato il nuovo allenatore. In pole position c'è Walter Mazzarri. Si chiude dopo un anno e mezzo l'avventura di Mihajlovic al Torino: quest'anno per lui in campionato nel girone di andata 25 punti figli di 5 vittorie, 10 pareggi e 4 sconfitte. Il 6 gennaio contro il Bologna il Torino comincerà il suo girone di ritorno e la sua rincorsa all'Europa con un nuovo allenatore.
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L'AFFETTO DEI GIOCATORI — Mihajlovic potrà forse consolarsi con l'affetto che gli hanno dimostrato anche ieri notte i suoi giocatori, dispiaciuti per l'improvviso esonero, tanto da presentarsi di notte nel suo hotel dopo aver appreso la notizia su Internet. Una delegazione capeggiata dal capitano Belotti, con Ljajic, Baselli e Niang ha voluto dire al tecnico che la squadra era ancora con lui. Il tecnico si è intrattenuto con loro abbracciandoli ed è scesa anche qualche lacrima. Miha era stato spesso anche pubblicamente molto duro con i suoi giocatori ma il rapporto franco, maschio e diretto gli aveva permesso di instaurare un forte feeling con il gruppo. Feeling che però non è bastato a portare qualche vittoria in più e a far decollare la stagione. Fino alla scelta di ieri notte della società di mettere la parola fine all'avventura del serbo sulla panchina granata.
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