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    FATE I BUONI! – IL “RAGIONIER” ALDO BALOCCO, SCOMPARSO IERI A 94 ANNI, ERA L’UOMO CHE HA INVENTATO IL “MANDORLATO”: L’INTUIZIONE GLI VENNE NEL 1955, QUANDO DECISE DI DARE UNA SVOLTA ALL’AZIENDA DI FAMIGLIA CON I DOLCI DA VENDERE ALL’INGROSSO  – GLI SPOT CON LE GEMELLE KESSLER E HEATHER PARISI, LA SPONSORIZZAZIONE DELLA JUVE E QUEL CLAIM CHE GLI PIACEVA TANTO… - VIDEO


     
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    1 - ALDO, IL RE DEL MANDORLATO LA VITA DOLCE DEI BALOCCO UNA FETTA DI STORIA D'ITALIA

    Tony Damascelli per “il Giornale”

     

    ALDO BALOCCO ALDO BALOCCO

    Narzole è un spicchio della provincia «granda» la terra che sta attorno a Cuneo. Fu occupata dai francesi, a metà dell'Ottocento ma anche da bande criminali che esigevano la tangente dai cittadini e di commercianti.

     

    A Narzole c'era una confetteria e drogheria, secondo tradizione piemontese, di proprietà di Francesco Antonio Balocco sposato con Doimenica Dogliani. Vendeva liquori esteri e nazionali e offriva servizi per soirée e battesimi. Il documento, che appare sul sito dell'azienda Balocco, riporta l'ordine di ottanta dozzine di uova al signor Guglielmo Leone, un altro, intestato alla Intendenza di Finanza della Provincia di Cuneo, porta la data dell'agosto del 1863 e ordina a Balocco di provvedersi di carta bollata per cambiali.

     

    Suo figlio, ottavo della famiglia, porta uguale nome di battesimo, nasce nel 1903 e cresce tra dolci, caramelle, confetti e spezie, da garzone va da Giuseppe Converso, in via Vittorio Emanuele a Bra, la pasticceria più famosa del tempo, ancora oggi punto di riferimento per i braidesi e non soltanto.

     

    aldo balocco con le gemelle kessler nel 1975 aldo balocco con le gemelle kessler nel 1975

    Balocco passa giorni anche alla cioccolateria Alessandro Giordano di Torino, la pratica si completa da Edmondo De Coster, fabbrica di confetti in via Cigna sempre a Torino. La cultura dolciaria sabauda è la migliore scuola e all'età di vent' anni Francesco Antonio, insieme con il fratello Alfredo, apre il suo negozio a Fossano, in via Marconi. Quando il fratello scelse la Liguria e Ventimiglia per una nuova attività, Francesco Antonio rilevò la proprietà di una pasticceria in piazza Castello sempre a Fossano. Sua moglie, Lucia Cussin, diede la vita ad Aldo ma morì per le conseguenze del parto.

    GIORGIO NAPOLITANO PROCLAMA ALDO BALOCCO CAVALIERE DEL LAVORO - 2010 GIORGIO NAPOLITANO PROCLAMA ALDO BALOCCO CAVALIERE DEL LAVORO - 2010

     

    La tragedia sconvolse la famiglia ma tre anni dopo Francesco Antonio volle aprire un altro negozio di dolciumi, in via Roma. Ormai l'attività era benissimo avviata, il cognome era garanzia di qualità e freschezza. La guerra portò il buio nel cuneese, i Balocco furono tra gli sfollati, squadracce fasciste, secondo la cronaca, distrussero i negozi, la famiglia trovò rifugio nelle Langhe ma le bombe e le morti non cambiarono il destino dell'azienda.

     

    Padre e figlio tornarono a Fossano, stessi siti, stessi negozi ricostruiti dalle macerie, la liberazione, la pace, il ritorno alla vita significarono la crescita vertiginosa dei Balocco, trenta operai, un capannone di cinquemila metri quadrati, una produzione di paste secche da vendere all'ingrosso.

     

     

    heather parisi spot balocco anni 60 heather parisi spot balocco anni 60

    Vennero gli anni Cinquanta e poi il boom, venne la televisione, la pubblicità Carosello, le gambe delle gemelle Kessler che spuntavano dal panettone, quindi il mandorlato, idea suggerita da Ermanno Crespi, reduce dalle esperienze in Motta e Alemagna, un dolce con mandorle, ricoperto da glassa e granella di zucchero, un'idea, un business.

     

    Circolavano per le strade del Piemonte le vetture Fiat con il nome dell'azienda dolciaria, furgoni carichi di biscotti, wafers, panettoni. Aldo ha la stessa energia del padre, la fabbrica dei sogni sta in un fabbricato di 32mila metri quadrati, il giro di affari va sui 14 milioni di lire, gli impiegati sono 135, cresce ancora a 44mila metri quadrati e a 200 milioni di fatturato. Balocco ha firmato la maglia rosa del Giro, quella della Juventus, il titolo di cavaliere è un riconoscimento semplice e dovuto. Cosimo Cinieri e Aldo Stella hanno interpretato nelle campagne pubblicitarie «il signor Balocco».

    ALDO BALOCCO ALDO BALOCCO

     

    Francesco Antonio, nel 1994, lascia a novantuno anni, gli stessi raggiunti dal figlio Aldo che ieri se ne è andato nel silenzio discreto della gente piemontese.

     

    La storia di una famiglia solida, vissuta nel lavoro, una fetta d'Italia che ha scritto la storia dell'impresa del nostro Paese. Sembra che tutti gli uomini di azienda di quel tempo abbiano la stessa faccia, la stessa espressione del volto, il sorriso appena accennato e mai sguaiato, il senso della vita e dell'opera, il rispetto verso i lavoratori corrisposto nei fatti e nei comportamenti. A Fossano la storia prosegue con Alessandra e Alberto «Bebe». La vita dei Balocco, dopo un secolo e mezzo, continua a essere dolce.

     

    2 - ADDIO AL RAGIONIER BALOCCO QUELL'INTUIZIONE GENIALE CON CUI CREÒ IL «MANDORLATO»

    Isidoro Trovato per il “Corriere della Sera”

     

    ALDO STELLA - SPOT BALOCCO ALDO STELLA - SPOT BALOCCO

    Fate i buoni è uno degli ultimi claim pubblicitari della Balocco. Ma era anche una frase che piaceva molto ad Aldo Balocco, 91 anni, presidente onorario dell'omonima azienda, scomparso la notte tra venerdì e sabato.

     

    Proprio la forza della comunicazione pubblicitaria è stata una delle rivoluzioni introdotte dal «ragionier Balocco» nella storica azienda dolciaria da lui portata ad essere una delle realtà industriali più note e solide del Paese. La storia inizia a Fossano, in provincia di Cuneo, nel 1930: la mamma muore durante il parte e Aldo viene allevato prima dalle zie e poi dalle commesse delle pasticcerie paterne.

     

    Intanto però arriva la guerra che distrugge entrambe le pasticcerie di famiglia. Nel 1943 Aldo e il padre sono costretti a scappare a Dogliani, nelle Langhe, rifugiandosi in una cascina accanto ai poderi di Luigi Einaudi. Aldo studia a Cuneo dove lo accoglie lo zio Piero Cussino, fratello minore della mamma, che è anche l'artefice della straordinaria rinascita del cioccolato Venchi.

    aldo stella pubblicita balocco aldo stella pubblicita balocco

     

    Terminati gli studi, Aldo Balocco ritorna al paese dove il padre ha rimesso in piedi le due pasticcerie. Finita la guerra, però, è tempo di pensare in grande e nasce il primo stabilimento con 30 addetti e vengono installati i primi forni per la produzione di panettoni. Aldo non ha ancora vent' anni, ma sin da piccolo è vissuto in mezzo ai pasticceri e ha già le idee ben chiare: l'attività dei negozi, con la pasticceria fresca è ben avviata, ma il lavoro si concentra perlopiù nei fine settimana. Come sfruttare al meglio la capacità produttiva del laboratorio?

     

    balocco sponsor giro ditalia balocco sponsor giro ditalia

    Un giorno Aldo rivela a suo padre il suo sogno che si rivelerà un'intuizione imprenditoriale: «Dobbiamo insistere sulla pasticceria secca e cominciare a produrre dolci da vendere all'ingrosso». Ma per poter spingere i panettoni della Balocco oltre i confini di Fossano e della provincia cuneese, occorreva superare l'ostacolo della loro conservazione.

     

    E arriva nel 1955 uno dei momenti chiave del successo: Aldo Balocco assume un giovane lombardo, sfollato a Cuneo negli anni bui della guerra, che aveva lavorato a Milano alla Motta e all'Alemagna, già all'epoca due colossi dell'industria dolciaria. Ermanno Crespi, originario di Abbiategrasso, introduce a Fossano la tecnologia della «lievitazione naturale».

     

     

    gemelle kessler pubblicita balocco gemelle kessler pubblicita balocco

    I due immaginano e progettano un panettone del tutto nuovo, una sintesi tra le tradizioni regionali tra Piemonte e Lombardia: alto come quello milanese, ma glassato come quello basso piemontese. Nasce così il «Mandorlato Balocco», un panettone che diventerà ambasciatore in tutto il mondo dell'azienda di Fossano.

     

    Nel 1970 la Balocco si sposta nella nuova sede di via Santa Lucia, sempre a Fossano: 20.000 metri quadrati contro i 5.000 del precedente stabilimento. Arrivano nuovi e più moderni macchinari e sotto la guida di Aldo l'azienda continua a crescere.

     

    Proprio negli anni Settanta la pubblicità diventa una delle leve vincenti dell'azienda: si comincia con l'immancabile Carosello del '75 ma la svolta è quando Aldo Balocco decide di affidare le sorti del suo mandorlato alle soubrette più famose del momento, le gemelle Alice e Ellen Kessler: ed è sulle loro famosissime gambe che il mandorlato entra nelle case di tutti gli italiani.

    MANDORLATO BALOCCO MANDORLATO BALOCCO

     

    Belle gambe da ballerina, soubrette e grande popolarità è una formula che si ripete parecchi anni dopo con Heather Parisi, protagonista di una campagna pubblicitaria che fece epoca negli anni Ottanta.

     

    Nel 1990 entrano in azienda Alessandra ed Alberto, terza generazione della famiglia Balocco, che ha condotto il passaggio a un'azienda che produca non più soltanto dolci delle feste (panettoni e colombe) ma anche bakery e prodotti per la colazione. Oggi la Balocco dispone di oltre 75.000 mq coperti, con dieci impianti di produzione per biscotti da prima colazione, lievitati da ricorrenza e wafer. Negli ultimi dieci anni ha sostenuto investimenti tecnologici per oltre 100 milioni di euro. Sviluppa un giro d'affari di 200 milioni di euro, con 500 addetti, ed esporta in oltre 70 Paesi nel mondo. L'intuizione del «signor Balocco» era proprio corretta.

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