Alberto Simoni per "La Stampa"
comizio di donald trump a florence arizona
Rose ha poco più di 50 anni, indossa un cappello con la scritta «Trump 2024», stivali da rancher e una t-shirt con la bandiera americana. Viene dal Texas e si è fatta quasi 10 ore di macchina per essere fra i primi ad entrare nello sterminato Canyon Moon Ranch, una distesa di sabbia ed erba in mezzo ai cactus ad alto fusto vicino a Florence, fra Tucson e Phoenix.
comizio di donald trump a florence arizona
«Donald è la salvezza dell'America, la nostra libertà», dice urlando per sovrastare il volume della musica che scalda l'atmosfera prima che arrivi sul palco Trump per il comizio che apre la stagione della riscossa del suo movimento Maga (Make America Great Again) in vista delle elezioni di metà mandato di novembre.
supporter di donald trump a florence arizona
Kaia invece vive a Mesa, sobborgo di Phoenix e racconta che questo è il suo terzo «rally di Trump». Indossa un cappellino con l'ormai celebre scritta Let' s go Brandon, il linguaggio in codice con cui il popolo di fede trumpiana manda a quel paese Biden.
Al Moon Ranch è una distesa di gadget, felpe, magliette, berretti con gli slogan del marketing trumpiano: Maga, Save America, Trump 2024. Poi cartelli di Women, Ispanic, Black, tutti for Trump.
Trump e Fauci
Afroamericani però fra i 55mila di Florence, se ne sono visti pochi (qualcuno fatto accomodare in tribuna con una felpa Blacks for Trump a favor di telecamere) in una marea di volti di giovani bianchi, famiglie, tanti cinquantenni e qualche anziano. Texas, Arizona, Florida, Wisconsin, persino Washington, il popolo di Trump si è mosso da ogni parte d'America per portare il suo calore all'ex presidente, che qui è sempre senza la particella «ex».
joe biden e kamala harris
Perché nel 2020 ha vinto, le elezioni sono state rubate, i voti cancellati e «la sinistra ha fatto votare tutti, anche due volte» pur di imporsi, dice un ragazzo un po' su giri che ha passato metà pomeriggio a fare gestacci indirizzati alle tv Usa, Cnn in testa. Quando alle 7,25 l'ex presidente sale sul palco accolto da un'ovazione, gli basta sciorinare i classici del suo campionario per sentire il coro di «yeah» dalla sua gente.
membri del three percenters durante l assalto al campidoglio
Sarcasmo, battute, caricature, media produttori di fake news, nuovi nemici come il dottor Fauci. «Lui dava consigli anche a me, ma io non lo ascoltavo, ora sembra il re di questo Paese». Parte il coro delle migliaia di persone, rigorosamente senza mascherina (55 mila dicono gli organizzatori, forse meno, ma comunque molte migliaia) «Lock him up», mettetelo dentro, è il coro una volta riservato a Hillary Clinton. L'ex presidente è in forma, tiene il palco con la nota maestria e all'inizio ha un filo chiaro.
supporter trump assalto al congresso
Attacca il «disastroso Biden», che doveva «sbarazzarsi del virus e invece no»; ricorda l'avventura afghana, la «più grande umiliazione della storia americana». Rivendica di aver siglato lui l'accordo con i taleban e che per 18 mesi nessun americano è morto. Parla di politica estera, dei test missilistici ripresi dai nordcoreani che invece con lui andavano d'accordissimo, dell'ossessione della Casa Bianca per Putin, «con me la crisi ucraina non ci sarebbe stata».
supporter di donald trump a florence arizona 2
Ricorda che Putin e Xi ora non hanno più paura dell'America, che il Paese ha perso la sua forza sulla scena internazionale. «Biden è stato un disastro, il nostro Paese è stato distrutto», dice citando l'inflazione crescente e le difficoltà economiche. «Noi non sapevamo nemmeno cosa fosse la catena delle forniture, poi è arrivato Biden».
Poi l'immigrazione e il muro con il Messico. «Entrano milioni di persone, quel confine è usato da tutti gli stranieri per infiltrarsi in America, bastavano tre settimane e l'avremmo finito». C'è spazio per il Covid con l'affondo contro le politiche di Biden, che è oggettivamente in difficoltà sulla questione fra scarsità di tamponi, vaccinazioni al palo, confusione sulle mascherine e ospedali sotto stress.
supporter di donald trump a florence arizona
«Sono contento di essere stato un presidente anti-obblighi, abbiamo lasciato ogni strumento buono a Biden, ma lui è incapace, con Fauci hanno chiuso tutto, lasciato le persone in casa», tuona Donald ed è un momento in cui la folla esplode al grido di «freedom».
È quasi un discorso programmatico anche se numeri e dati sono gettati lì quasi a casaccio e c'è qualche stravaganza acchiappa-applausi quando sottolinea che a New York «se sei bianco non ti fanno accedere alle terapie e finisci in fondo alla lista dietro i neri». Ma vi è una coerenza, una linea che gli fa dire che «nel 2024 ci riprenderemo la Casa Bianca», dove quel noi somiglia sempre più a un «tornerò in sella».
comizio di donald trump a florence arizona
Prima ci sono da vincere le Midterm elections, dove The Donald gioca anche una partita interna al Partito repubblicano. Quanti candidati da lui sponsorizzati supereranno le primarie? Poi il Trump politico, capo dell'opposizione, si smarrisce e resta prigioniero dei suoi fantasmi e della narrazione delle elezioni truccate dalla quale non riesce a uscirne.
mike lindell ceo di mypillow florence arizona
Le rivendicazioni sono un disco rotto, lui si trasforma in vittimista e rancoroso. Anche il suo popolo si stanca, le ovazioni calano d'intensità, la novità è esaurita. C'è un vento gelido che soffia da Nord Est, la gente prova a coprirsi poi se ne va verso i parcheggi. Laddove c'erano cappellini rossi ora ci sono sedie bianche davanti al capo.
Che alza i toni, sbracando: «Gli imputati per il 6 gennaio sono prigionieri politici». «C'erano informatori dell'Fbi fra gli assalitori di Capitol Hill». «Perché il Dipartimento di Giustizia non indaga su Antifa e Black Lives Matter?». Siamo all'epilogo, l'ultimo appello è per molti ma non per tutti quelli che c'erano prima e ora sono imbottigliati nel parcheggio.
supporter di donald trump a florence arizona
«Salveremo l'America, la riporteremo alla grandezza», si sbraccia il presidente dopo 1 ore e 26 minuti di discorso prima di sparire fra la folla sulle note della versione inglese di Gloria, la stessa che risuonava il 6 gennaio del 2021 durante le manifestazioni a Washington. Simbolo del passato di cui Trump è prigioniero.-
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