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    “I CINEPANETTONI? IL 90% DI QUELLE SCENE OGGI SONO SESSISTE, OMOFOBE, VANNO CONTRO UNA CATEGORIA SOCIALE O SONO UN'ISTIGAZIONE A DELINQUERE. È UN'ITALIA CHE NON C'È PIÙ” - FAUSTO BRIZZI, CHE HA SCRITTO 12 FILM DI NATALE CON NERI PARENTI, PARLA ANCHE DELLE ACCUSE DI MOLESTIE: "SAPEVO DI ESSERE SOTTO UN'ONDA, AVEVO LA COSCIENZA A POSTO. NON HO DA RECRIMINARE, SE NON PER COME LA VICENDA È STATA CONDOTTA MEDIATICAMENTE. MI HA SALVATO IL LAVORO E L’ARRIVO DI SILVIA. NERI PARENTI E RENZI MI SONO STATI VICINO, ALTRI SONO SPARITI. LA POLITICA? BASTA, VOGLIO SCRIVERE” - VIDEO


     
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    Estratto dell’articolo di Arianna Finos per “la Repubblica”

     

    L'incontro con Fausto Brizzi a San Lorenzo, a Roma […]

     

    fausto brizzi fausto brizzi

    «Dopo il Centro Sperimentale mi presero per un progetto alla Rai, allora c'era meno concorrenza. Per dieci anni ho sceneggiato gialli, la mia passione, ma dopo Natale sul Nilo non me ne hanno affidati più. Ora lavoro a una serie prodotta dalla francese Gaumont, Dieci piccoli indiani al Conclave, nella cappella Sistina».

     

    Come arrivò ai film di Natale?

    «Feci un casting con Neri Parenti, con Marco Martani. Entrammo nella squadra, ne abbiamo fatti dodici, sempre in giro per il mondo con Neri».

     

    Uno dei pochi che le è rimasto vicino durante la vicenda delle accuse di molestie.

    «Sapevo di essere sotto un'onda, avevo la coscienza a posto. Sarebbe passata. Neri è un fratello maggiore, mi ha allevato "a bottega". Alcuni amici sono spariti, altri, come lui, sono rimasti, senza niente da guadagnarci».

     

    Oggi qual è il bilancio?

    «Non ho da recriminare, se non per come la vicenda è stata condotta mediaticamente. Avevo le armi per spegnere in un attimo. Si è chiusa bene e anche questo ha avuto rilevanza mediatica».

     

    fausto brizzi neri parenti fausto brizzi neri parenti

    Cosa l'ha aiutata?

    «Mi ha salvato il lavoro. Ho continuato a scrivere commedie, dopo quattro mesi ero sul set. Mi sono state vicine le donne che lavorano con me, in quel periodo dormivo a casa della mia montatrice. Poi mi ha salvato l'arrivo di Silvia, oggi mia moglie, mi ha dato stabilità sentimentale. Faccio molte cose, ma non sono più workaholic». […]

     

    La sua vita è tornata come prima?

    «Ho un equilibrio migliore, sono più diffidente. Allora temevo che ogni film fosse l'ultimo, ho riempito i prossimi tre anni di progetti».

     

    Matteo Renzi, con cui ha lavorato, è stato un amico fedele?

    «Super leale. La Leopolda è stata un'esperienza bella. Ho imparato che il mondo della comunicazione e la politica stanno andando a coincidere. Non è detto che sia un bene, è il crollo delle ideologie, il potere agli slogan. È una politica fatta da frontman. Ma è una esperienza che non farò più, voglio scrivere».

    fausto brizzi silvia salis fausto brizzi silvia salis

     

    I cinepanettoni sono finiti?

    «Erano legati alla necessità di ridere che tutti abbiamo e che oggi viene colmata, soprattutto tra i giovani, in altro modo, dai meme e TikTok. Ridono fin dalla mattina accendendo lo smartphone».

     

    È cambiato lo sguardo della società, certe cose non fanno più ridere.

    «Come dice qualche mio collega, è difficile oggi essere scorretti. Ho recuperato il film di montaggio di Paolo Ruffini, Super vacanze di Natale, con nostalgia, perché la metà delle cose le avevo scritte io: il 90 per cento di quelle scene oggi sono sessiste, omofobe, vanno contro una categoria sociale o sono un'istigazione a delinquere. È un'Italia che non c'è più».

     

    E menomale. Invece che fare battute sessiste o omofobe si può irridere il potere?

    «È difficile perché la tv, penso a programmi come Propaganda live, arriva prima del cinema».

     

    Le posso dire che non era affatto divertente la rappresentazione femminile nei cinepanettoni?

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    «Guardi, Maschi contro femmine già per il titolo non si potrebbe fare più. Quando rivedo certe scene mi dico: ma davvero sono passate e facevano ridere?».

     

    Lo pensa davvero o si riferisce al sentire comune?

    «È cambiato anche il mio, di sentire. Perciò faccio film per famiglie, La scorrettezza applicata all'infanzia funziona. Il duello tra il cucciolo e l'adulto che dice "ti butto dalla finestra" è scorretto. Ma fa ridere».

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