ROBERTO BARDELLA RINO POLATO
Daniele Mastrogiacomo per la Repubblica
Erano due cugini. Sognavano di fare il giro dell’America latina in moto: 35mila chilometri da percorrere in sella a due fiammanti Honda fuoristrada che ostentavano con una serie di foto pubblicate sui loro profili Facebook. È finita in tragedia. Roberto Bardella, 52 anni, di Jesolo, è stato centrato in testa da un colpo esploso dal membro di una gang di narcos nel cuore di Morro dos Prazeres, nella parte nord-ovest della città.
È una delle duecento favelas che costellano Rio, a due passi da uno dei quartieri storici e più frequentati dai turisti: Santa Teresa. Il suo compagno di viaggio, Rino Polato, 59 anni, di San Donà del Piave, se l’è cavata per miracolo. È stato catturato dalla banda, tenuto una buona mezz’ora sotto le minacce delle armi, derubato di tutto e poi lasciato andare.
Bardella è il terzo italiano ucciso in Brasile in tre settimane. Ma stavolta è successo nel cuore di Rio, in una delle favelas “pacificate”: un armistizio concordato tra autorità regionali e abitanti per rendere il quartiere più vivibile e sicuro.
Favelas fogne a cielo aperto
Tutto è accaduto poco dopo le 11 di mattina, le 15 in Italia. I due italiani, a bordo delle loro moto, si devono essere persi. Avevano visitato il Cristo redentore del Corcovado. Poi, seguendo il navigatore del cellulare, hanno imboccato una strada convinti di raggiungere quella a valle. Si sono persi e hanno continuato a girare. Finché si sono trovati in rua Candido de Oliveira che, a parere di chi conosce Rio e il Morro dos Prazeres, è la via d’accesso alla favela, controllata dalle bande dei narcos.
La coppia è stata bloccata con fucili e pistole spianate. Secondo Polato sono stati bersagliati di colpi. Uno ha raggiunto Bardella al capo, ed è morto sul colpo. Rino Polato è caduto dalla moto. È stato prelevato, spogliato di tutto e portato dentro una casa. Poi l’hanno rilasciato. Si è allontanato a piedi ed è riuscito a raggiungere il quartiere di Barra, a ovest, dove è stato ritrovato dalla polizia.
Nelle favelas di Rio
La scomparsa dei due italiani era già stata segnalata poco dopo le 11 alla Polizia federale, che si era attivata per capire dove fossero finiti i nostri connazionali. Un battaglione della Polizia militare (Bope) ha circondato Morros dos Prazeres iniziando a setacciare case e vie. Il corpo senza vita di Bardella è stato ritrovato dove era stato colpito.
Altri due omicidi avevano colpito altrettanti italiani. La notte tra il 17 e il 18 novembre Pamela Canzonieri, 39 anni, di Ragusa, era stata trovata morta all’interno della casa dove viveva, nel Morro di Mangaba, nello Stato di Bahia.
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Anche lei è rimasta vittima di una possibile rapina finita male. Il 3 dicembre scorso, infine, era stato ucciso, nella sua villetta di Beberibe, 80 chilometri a nord di Fortaleza, nello Stato di Cearà, Alberto Baroli, imprenditore di 51 anni originario della Sardegna. Due persone erano entrate in casa e dopo aver immobilizzato la moglie avevano arraffato 5mila euro, il cellulare e il computer. Baroli ha reagito ed è stato freddato con un colpo di pistola. Ieri è stata arrestata la basista dei banditi: si chiama Damiana Pavia da Silva, 27 anni.
Questo terzo omicidio conferma il grave clima di tensione che si respira da mesi in Brasile. La carenza di fondi ha interrotto il servizio di vigilanza e di pattugliamento che aveva reso molto più sicure le vie e le stesse favelas durante le Olimpiadi. Ma passata la festa, Rio è tornata quella di sempre. Forse peggio di prima.
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