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    FERMI TUTTI! LA ZEBRA A POIS ESISTE DAVVERO – LA PICCOLA DAL SINGOLARE MANTO È STATA AVVISTATA IN UN PARCO IN KENYA, MA AVERE DEI PALLINI AL POSTO DELLE CLASSICHE STRISCE NON È L’UNICA PARTICOLARITÀ - HA I COLORI INVERTITI, OVVERO È UNA PULEDRA DAL MANTO SCURO SUL QUALE SPICCANO I POIS BIANCHI – UNA DELLE POSSIBILI CAUSE DELLA MUTAZIONE GENETICA POTREBBE ESSERE…


     
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    Antonella De Gregorio per “www.corriere.it”

     

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    Stravagante e tenero: un puledro di zebra con il manto a pois è stato fotografato in un parco, in Kenya, da una guida naturalistica. La foto è stata pubblicata dalla Maasai Mara Wildlife Conservancies Association sul suo profilo Facebook e poi rilanciata da un noto blogger, Mutuma Untamed.

     

    Che ricorda un caso simile, risalente a qualche anno fa, dove però l’animale presentava, accanto alle macchie tonde, le consuete strisce e la caratteristica coda a pennello.

     

    I pois

    «Tira», questo il nome dato al puledro, dal soprannome della guida che lo ha avvistato, è però davvero speciale: oltre ai pois ha i colori invertiti: le zebre hanno strisce nere sul corpo prevalentemente bianco, mentre Tira ha un manto di color bruno, sul quale spiccano le macchie bianche, che prendono il posto delle strisce.

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    La mutazione

    Una stravaganza che qualcuno ha associato all’aumento delle temperature: una delle possibili cause della mutazione genetica. Ma nei commenti alle foto, pieni di meraviglia, c’è anche chi sottolinea che la zebra melanica sarà più facilmente preda dei grandi carnivori della savana.

     

    Le strisce delle zebre sono infatti un «dono» dell’evoluzione: quando sono riunite in branco, rendono difficile per un predatore distinguere dove inizi e finisca un individuo, trovare l’animale più piccolo o vulnerabile. Le zebre che si distinguono troppo dalle altre diventano un facile bersaglio.

     

    Come un cavallo

    La piccola Tira assomiglia molto a un puledro di cavallo - scrive qualche esperto nei commenti -: zampe più lunghe del consueto, manto simile a un baio. Ma il colore richiama anche la livrea del tapiro. Qualche appassionato la definisce l’«ottava meraviglia»; altri suggeriscono un nome diverso: «Spotra», da «spot», macchia.

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    La zebra di cioccolato

    Un precedente esemplare di zebra «di cioccolato» - così venne definito il quadrupede melanico - venne immortalato qualche anno fa in Botswana, nelle Vumbura Plains. In attesa che la scienza spieghi il raro fenomeno, un’altra guida ha suggerito che la cavalla potrebbe avere un gene recessivo e che nel puledro un eccesso di melanina provochi il pigmento scuro del mantello.

     

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    Un’anomalia che non si verifica spesso e che è difficile osservare in esemplari adulti perché le baby zebre a pois vengono uccise nel giro di pochi mesi. Se Tira dovesse arrivare all’età adulta, sarà interessante osservare eventuali interazioni comportamentali insolite che potrebbero derivare dalle sue condizioni.

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