SALVINI MELONI BERLUSCONI
Carmelo Lopapa per “la Repubblica”
L’ammainabandiera di Forza Italia, in vista delle amministrative e ancor più delle politiche (col listone a imprinting leghista), rischia di polverizzare quel che resta del partito. Il panico e la voglia di fuga segnano anche questi primi giorni dell’anno tra i berlusconiani.
Subito dopo l’Epifania i “colonnelli” forzisti si sono dati appuntamento a Roma per fare il punto della situazione: bisogna evitare di restare sepolti dalle macerie. Mentre il capo resta sempre più distante e disinteressato ad Arcore. Ci saranno capigruppo, ex An, pochi altri dirigenti.
BERLUSCONI SALVINI GALLIANI
Renato Brunetta - dopo le voci che continuano a rincorrersi su un suo avvicendamento - è il più nervoso: «Se davvero mi fa fuori, io esco e faccio un mio partito, poi voglio vedere...» è lo sfogo fatto in queste ore dal capogruppo a pochi amici. Il fatto è che il 2016 rischia di segnare l’uscita di scena del Cavaliere, come ragionano i dirigenti più alti in grado. Incombono tre “minacce” in pochi mesi. Non solo il risultato delle amministrative di giugno.
renato brunetta paolo romani
Ma anche la sentenza attesa per maggio della Corte europea dei diritti dell’uomo di Strasburgo che, come hanno spiegato i legali al loro assistito, difficilmente sovvertirà gli effetti della legge Severino riabilitandolo in Italia. E infine la terza mannaia più simbolica che concreta: gli 80 anni tondi che compirà a settembre.
Così, la chiusura della sede del partito il 31 gennaio, con annesso licenziamento degli 80 dipendenti, è solo un aspetto dello smantellamento che porta molti a parlare di “ibernazione” di Forza Italia. Le cinque-sei componenti in cui è frazionato ormai il partito giocano in proprio per salvare la pelle. L’Opa di Matteo Salvini, più che una minaccia, è una manovra già in corso.
altero matteoli consiglio nazionale forza italia foto lapresse
A Napoli, forte dei sondaggi positivi, l’imprenditore Gianni Lettieri - da civico, non a caso - lancia di fatto la sua corsa benedetta da Berlusconi. Il Cavaliere vorrebbe fare la stessa cosa a Roma con Alfio Marchini, nonostante i veti di Giorgia Meloni. Liste civiche come ancora di salvezza per liberarsi della zavorra forzista e preparare l’uscita di scena, magari per passare il testimone a fine anno a Diego Della Valle.
«Ricorrere alle liste civiche è una ipotesi di cui si è spesso discusso ma non si è mai verificata - dice il governatore ligure Giovanni Toti ad Affaritaliani.it - Nei grandi centri ci saremo». Ma, ammette, «con l’Italicum dovremmo iniziare a ragionare sì di singoli partiti ma anche di liste uniche competitive col Pd».
BERLUSCONI SALVINI berlusconi e salvini allo stadio per milan atalanta 9
Come dire, giocoforza alle politiche Fi non ci sarà più. E Altero Matteoli, responsabile del tavolo per le amministrative: «Se rinunciamo alla lista ci consegnamo a Salvini, sarebbe un segno di resa che non possiamo permetterci ». Gianfranco Rotondi vede già nero: «Il centrodestra gioca col fuoco. Sciatteria e confusione ci portano fuori dai ballottaggi e poi fuori dalla partita politica».