Arianna Di Cori per “la Repubblica - Edizione Roma”
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È tutto pronto, vaccini permettendo. Teme la beffa l' assessore regionale Alessio D' Amato a una settimana dall' apertura dei quattro nuovi mega hub vaccinali Porta di Roma, Tor Vergata (area vela di Calatrava), Valmontone outlet e Cinecittà. I più grandi del Lazio, che potrebbero però trovarsi a corto di fiale.
«Gli hub si attivano a partire dal 19 in poi. Sempre se arrivano le dosi», dice D' Amato. Sempre più realista, l' assessore non nasconde le preoccupazioni causate dalle forniture che continuano a disattendere le attese. Dopo AstraZeneca, anche Johnson & Johnson ha dimezzato le quantità. E il primo sbarco, previsto per domani all' aeroporto militare di Pratica di Mare, porta al Lazio solo 18mila dosi, che verranno impiegate in larga parte per coprire il fabbisogno nelle carceri.
alessio d'amato nicola zingaretti
Una scelta, ( peraltro « prevista nel piano nazionale», sottolinea D' Amato), che punta a mettere in sicurezza ambienti chiusi, che già hanno visto l' insorgere di focolai, l' ultimo nella sezione femminile di Rebibbia la scorsa settimana, con 54 detenute e 6 unità di polizia penitenziaria risultati positivi al molecolare. Eppure, non è mancata la polemica. «Lazio e Campania vogliono vaccinare i detenuti prima di anziani e persone disabili. Roba da matti».
Così il segretario leghista Matteo Salvini. Pronta la risposta di D' Amato: « Un' azione da maramaldo - dice - è singolare che un ex ministro degli interni sia contrario a vaccinare gli agenti della penitenziaria e i detenuti. È una polemica pretestuosa. Su anziani e disabili siamo tra le prime regioni italiane per copertura » .
matteo salvini a palermo
E a conferma di quanto dice, sciorina i numeri. « Sulla fascia degli over 80 nel Lazio, un totale di 400.605 persone, l' 87% ha già ricevuto la prima dose, mentre il 60% dei prenotati ha già ricevuto la seconda dose » , prosegue l' assessore, « mentre per quanto riguarda gli over 70 anni il 47% dei prenotati ha già ricevuto la prima dose e il 10% anche la seconda dose» .
Il Lazio è più avanti per quanto riguarda le somministrazioni. Rispetto alla totalità delle consegne ( 1.529.800 in regione), l' 83% è già stato utilizzato, contro l' 81% a livello nazionale. Al contempo la politica di tenere poche fiale in frigorifero espone a un maggiore rischio di stop in caso di ritardi sulle consegne.
VACCINO JOHNSON&JOHNSON
Il botta e risposta tra Salvini e l' assessore è solo l' ultimo momento di tensione. Prima ieri mattina, con la manifestazione di alcuni sanitari contro l' obbligo vaccinale, circa 400 a piazza Montecitorio, oggi gli altri momenti in piazza con il collettivo " Io apro". Riguardo al primo, è intervenuto l' Ordine delle Professioni infermieristiche di Roma.
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«Se verrà confermata la presenza di infermieri al raduno, questi dovranno renderne conto all' Ordine che agirà con il rigore che la gravità del caso impone - rende noto l' Ordine in una nota - vaccinarsi è un obbligo di deontologia professionale prima ancora di essere un obbligo stabilito con legge dallo Stato. L' opera dell' infermiere si basa in primo luogo sulla evidenza scientifica, che esclude qualsiasi delirio complottistico».
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E di certo il moltiplicarsi di pericolosi assembramenti non giova in un quadro che rimane estremamente delicato. I contagi sono tornati a salire: il bollettino torna sopra quota 1600 casi ( 1675), le terapie intensive tornano a scoppiare, con 393 posti letto occupati su 450. « Gli ospedali viaggiano con una latenza di minimo 10- 15 giorni rispetto all' andamento dei contagi - spiega Giulio Maria Ricciuto, primario del Pronto Soccorso del Grassi e presidente della Società medici d' emergenza- urgenza del Lazio - è fondamentale che i cittadini lo comprendano. Se oggi ci sono 1600 casi, tra 10 giorni circa il 10% di quei pazienti saranno nei pronto soccorso».
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