Ubaldo Cordellini per “La Stampa”
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Le fiamme improvvise lo hanno avvolto in un lampo. È grave lo studente di 17 anni di Silandro, in alta val Venosta, che venerdì sera è rimasto ustionato mentre stava pulendo il forno di verniciatura della carrozzeria di Merano dove stava seguendo un percorso di alternanza scuola-lavoro.
Il ragazzo, che frequenta un istituto di formazione professionale della zona, è ricoverato nel centro grandi ustionati di Murnau, in Baviera, avendo riportato ustioni del secondo e del terzo grado sul 50% del corpo, in particolare agli arti, al busto e alla testa.
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Ricoverato alla clinica universitaria di Innsbruck con ustioni di secondo grado agli arti e alla testa, invece, l'uomo di 36 anni che era presente ma non risulta tra i dipendenti della carrozzeria.
In un primo momento il giovane sembrava in pericolo di vita, ma ieri le sue condizioni sono poco per volta migliorate e viene considerato fuori pericolo.
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I due sono stati investiti da una grande fiammata mentre il ragazzo stava usando alcuni detergenti e un macchinario per ripulire il forno della carrozzeria di via Zuegg, una grande stanza a tenuta stagna nella quale vengono verniciate le auto.
Secondo i primi accertamenti, come conferma l'avvocato Monica Morisi, che difende il titolare della carrozzeria, tutto sarebbe stato causato da una scintilla proveniente dalla pulitrice usata dal giovane: «Il forno è stato posto sotto sequestro così come il macchinario che il ragazzo stava usando per la pulizia. Sembra che la fiammata sia stata provocata da una scintilla entrata in contatto con i detergenti».
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I due feriti sono stati portati d'urgenza all'ospedale San Maurizio di Bolzano dove i medici hanno deciso il trasferimento immediato in Germania e in Austria, vista la gravità delle ustioni riportate.
Sono arrivati subito anche i carabinieri della compagnia di Merano per i rilievi. Il titolare della carrozzeria ha spiegato di non essere stato presente al momento dell'incidente. Quello che è certo che è che un ragazzo che si trovava lì per imparare il mestiere è rimasto vittima di un gravissimo infortunio sul lavoro.
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Non è la prima volta quest'anno: sono già due i giovani morti mentre stavano seguendo un percorso di scuola lavoro. Il primo è stato Lorenzo Parelli, 18 anni, travolto da una trave il 21 gennaio, al suo ultimo giorno di stage in un'azienda metalmeccanica di Lauzacco, in provincia di Udine.
Il 15 febbraio in un incidente stradale è morto Giuseppe Lenoci, 16 anni di Monte Urano, provincia di Fermo: si trovava sul furgone della ditta di termoidraulica presso la quale stava facendo lo stage quando il mezzo, condotto da un dipendente, è uscito di strada ad Ancona, a molti chilometri dalla sede dell'azienda.
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Le due tragedie e ora il grave incidente che ha coinvolto il ragazzo di Silandro mostrano come vi sia un forte problema di sicurezza per i giovani che svolgono stage lavorativi e che in molti casi vengono lasciati soli mentre svolgono attività potenzialmente rischiose. Un percorso che dovrebbe aiutarli a imparare un mestiere, e che può rivelarsi una trappola.
Anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella aveva voluto sottolineare la gravità di quanto accaduto partecipando ai funerali di Parelli, ma ancora le cose non sono cambiate, come dimostrano i successivi incidenti in azienda.
Come era accaduto nei giorni successivi alla morte di Lorenzo Parelli, le associazioni degli studenti in tutta Italia annunciano giorni di proteste e mobilitazione, mentre il ministro dell'istruzione Patrizio Bianchi ha invitato a tenere conto del problema generale degli infortuni sul lavoro: «Non dimentichiamo che questo è il Paese che ha il più alto indice di morti sul lavoro, non solo per i ragazzi. Quando succede per un ragazzo ci deve mettere in evidenza che questo non è possibile per nessuno, tantomeno per un ragazzo».