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    FIAT LUX: PEUGEOT E FCA HANNO DATO L’ANNUNCIO UFFICIALE DELLA FUSIONE - NASCE IL QUARTO GRUPPO AUTOMOBILISTICO AL MONDO (E IL SECONDO IN EUROPA). SEDE IN OLANDA E TRIPLA QUOTAZIONE (MILANO, WALL STREET E PARIGI) - TAVARES SARÀ AD ED ELKANN PRESIDENTE. LE SINERGIE FARANNO RISPARMIARE 3,7 MILIARDI L’ANNO. DIVIDENDI BOMBASTICI PER GLI AZIONISTI FIAT CHRYSLER – L’AMMINISTRAZIONE TRUMP SOSPETTOSA PER VIA DELLA QUOTA DEL GOVERNO FRANCESE E QUELLA DEI CINESI DI DONGFENG… – VIDEO


     
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    1 – FCA-PSA: ECCO L'ACCORDO PER IL QUARTO GRUPPO AL MONDO DI AUTO. ELKANN ALLA PRESIDENZA, TAVARES CEO

    Da www.repubblica.it

     

    CARLOS TAVARES E MIKE MANLEY ANNUNCIANO LA FUSIONE TRA PSA E FCA CARLOS TAVARES E MIKE MANLEY ANNUNCIANO LA FUSIONE TRA PSA E FCA

    Fca-Psa: ecco l'annuncio ufficiale della fusione. Le nozze tra i due gruppi dell'auto, per creare un campione europeo secondo solo alla tedesca Volkswagen e quarto nella classifica mondiale dei produttori (ma terzo se si guarda al fatturato, come rimarcano le società), sarà chiuso nel giro di dodici quindici-mesi.

     

    La nuova sede del gruppo che terrà insieme Fiat e Chrysler, Peugeot e Citroën - solo per citare alcuni dei marchi in portafoglio - sarà in Olanda. Confermata la tripla quotazione: le azioni scambieranno sul circuito Euronext di Parigi, sulla Borsa Italiana di Milano e al New York Stock Exchange, ovvero Wall Street. Così come messo nero su bianco l'impegno a non chiudere stabilimenti, pur ricercando risparmi e sinergie importanti. Positiva (i titoli in diretta: Fca e Psa) la reazione del mercato all'ufficializzazione.

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    Il nuovo gruppo da 170 miliardi

    I dettagli sono arrivati con una comunicazione prima dell'apertura dei mercati, nella giornata di mercoledì, confermando quel che era via via emerso in queste settimane di trattative. Per Fiat Chrysler si tratta del coronamento di un percorso avviato da Sergio Marchionne, che giudicava ineluttabili le fusioni nel mondo automobilistico (sognava la General Motors) per affrontare le sfide della concorrenza e delle nuove tecnologie.

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    Fin dall'incipit della nota congiunta si fa riferimento alla sfida della "mobilità sostenibile" come primo obiettivo del nuovo gruppo. Sarà una realtà da quasi 9 milioni di veicoli, con ricavi di quasi 170 miliardi di euro, un utile operativo corrente di oltre 11 miliardi e un margine operativo del 6,6%. "Il nuovo gruppo avrà una presenza geografica molto più bilanciata", spiegano le società, "con il 46% dei ricavi generati in Europa e il 43% in Nord America".

     

    Risparmi per 3,7 miliardi "senza chiudere stabilimenti"

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    Unire le forze significa condividere le piattaforme dei veicoli, generare "sinergie" - come si suol dire nel mondo aziendale - e in sintesi risparmiare. Le società quantificano questi risparmi. Quelli "associati alle tecnologie, ai prodotti e alle piattaforme" rappresenteranno "il 40% circa dei 3,7 miliardi di euro di sinergie annuali a regime, mentre i risparmi relativi agli acquisti - che beneficeranno principalmente delle economie di scala e degli allineamenti al miglior prezzo - rappresenteranno un ulteriore 40% di tali sinergie", spiegano le società. La parte restante di tagli alle spese verrà da marketing, amministrazione, spese generali.

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    Generarle comporterà un costo, ma solo per una volta, di 2,8 miliardi. Chiaro il disegno di impiego delle risorse recuperate grazie all'unione delle forze: "Tali sinergie consentiranno al nuovo gruppo di investire fortemente nelle tecnologie e nei servizi che definiranno la mobilità in futuro, contribuendo al raggiungimento degli stringenti requisiti normativi globali sulle emissioni di CO2".

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    "Queste stime di sinergie non prevedono alcuna chiusura di stabilimenti in conseguenza dell'operazione", mette nero su bianco il comunicato rispondendo alle preoccupazioni di molti, dai sindacati alla politica. Concetto ribadito da Mike Minley e Carlos Tavares, guide dei due gruppi: l'ad di Fca ha insistito sul fatto che la grande maggioranza delle sinergie realizzate con le nozze tra i due gruppi "non riguarda il personale". Da parte sua, Tavares ha insistito su un punto "molto importante": questa operazione "viene realizzata da due gruppi che sono in ottima forma. Non facciamo una fusione in un contesto di crisi o in una situazione difficile per le due compagnie", ma perché "sappiamo" che servirà ad essere più forti rispetto alle sfide del futuro.

    SERGIO MARCHIONNE E JOHN ELKANN SERGIO MARCHIONNE E JOHN ELKANN

     

    Nuovo cda a 11 membri, entrano i lavoratori

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    Al governo del nuovo gruppo ci sarà un consiglio di amministrazione da undici membri, "la maggioranza dei quali indipendenti". Cinque saranno in quota Fca-Exor (con il presidente John Elkann che prenderà la carica di presidente anche del nuovo gruppo) e cinque in quota francese (con il vice presidente e il "senior non-executive director"). Spiega la nota: "Al perfezionamento dell'operazione il Consiglio includerà due membri in rappresentanza dei lavoratori di Fca e di Groupe Psa", con una mossa alla tedesca ufficializzata a pochi giorni dal raggiungimento dell'accordo negli Usa con il sindacato Uaw. "Carlos Tavares sarà Chief Executive Officer, oltre che membro del Consiglio di Amministrazione, per un mandato iniziale di cinque anni", aggiunge la nota blindando di fatto la guida dell'azienda per il prossimo futuro.

     

    La nuova struttura azionaria, scendono i cinesi

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    Come da attese, nella sistemazione finale del nuovo gruppo si prevede che il gruppo cinese Dongfeng scenda nel capitale: dal 12,2% attuale, a fine operazione sarà al 4,5% del nuovo gruppo con l'autorizzazione per la famiglia Peugeot di rilevarne una parte. Psa acquisterà poi 30,7 milioni delle azioni in mano a Dongfeng, prima della chiusura dell'operazione, per cancellarle.

     

    In questo modo, la quota della famiglia francese e dello Stato sarebbero in linea (sommate attorno al 14%) con quella di Exor nel nuovo gruppo. Un equilibrio che si crea laddove era fallito nel disegno naufragato di matrimonio tra Fca e Renault, risalente soltanto a pochi mesi or sono.

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    Nella nota si spiega poi che lo statuto non permetterà a nessun azionista di avere "diritto di voto in misura eccedente il 30% dei voti espressi in assemblea. Si prevede inoltre che non ci sarà alcun trasferimento dei diritti di doppio voto esistenti, ma che i nuovi diritti di doppio voto speciale matureranno dopo un periodo di detenzione delle azioni di tre anni dal perfezionamento della fusione".

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    Prima del closing, Fca distribuirà ai propri azionisti un dividendo speciale di 5,5 miliardi di euro mentre Psa retrocederà ai soci la quota del 46% detenuta nella società di componentistica Faurecia. Ma non è la sola remunerazione dei soci prevista: Fca e Psa distribuiranno ciascuna un dividendo ordinario di 1,1 miliardi di euro nel 2020, relativo all'esercizio 2019. Al closing, gli azionisti di Psa riceveranno 1,742 azioni della società risultante dalla fusione per ogni azione Psa detenuta, mentre gli azionisti di Fca avranno una azione della società risultante dalla fusione per ogni azione detenuta in Fca.

     

    Nessuna menzione, nella nota ufficiale, a quelle che per Les Echoes sono delle "spade di Damocle" sul futuro del gruppo, ovvero la causa intentata da Gm a Fca (con l'accusa di aver 'oliato' i rapporti coi sindacati, rispedita al mittente come "sconcertante") e la richiesta del Fisco italiano da 1,4 miliardi.

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    Nome ancora da studiare, le parole dei manager

    Ancora velo calato sul nome del nuovo gruppo. "E' un processo che comincia ora e che speriamo di concludere nei prossimi mesi", ha detto l'ad di Fca, Mike Manley, aggiungendo che non si tratta in alcun caso di una questione "delicata", ma "soltanto interessante". Parole a cui ha fatto eco Carlos Tavares. Il nome? "Abbiamo tempo per lavorarci sopra, valutare le opzioni, non c'è fretta. Sarà un lavoro stimolante".

     

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    Nella nota ufficiale, Tavares ha sottolineato che l'operazione "rappresenta una grande opportunità per raggiungere una posizione ancora più forte nel settore attraverso il nostro impegno a guidare la trasformazione verso un mondo con una mobilità ecologica, sicura e sostenibile e a offrire ai nostri clienti prodotti, tecnologie e servizi d'eccellenza". Manley ha parlato dell'unione di "marchi incredibili e persone appassionate e competenti". Ricordando che "entrambe hanno affrontato momenti di estrema difficoltà", il manager ha rimarcato che "ne sono uscite ancora più agili, intelligenti e formidabili. Le nostre persone hanno un tratto in comune, quello di guardare alle sfide come opportunità da cogliere perché rappresentano la strada per renderci ancora migliori nel fare quello che facciamo".

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    2 – NEGLI USA È ALLERTA PER IL DOPPIO SBARCO DI PARIGI E PECHINO

    Marco Valsania per “il Sole 24 Ore”

     

    L' amministrazione Trump accenderà i fari sul nuovo merger globale dell' auto, che unendo le forze dell' italo-americana Fiat Chrysler e della francese Psa darà vita al quarto colosso del settore. Un gigante che avrà forti radici negli Stati Uniti, compreso un marchio storico e di successo internazionale quale Jeep.

     

    SERGIO MARCHIONNE E DONALD TRUMP SERGIO MARCHIONNE E DONALD TRUMP

    Più che abbastanza perché i riflettori di autorità di regolamentazione e vaglio degli investimenti stranieri siano puntati su molteplici aspetti: dal ruolo del governo francese già socio di Psa - cioè d' una nazione alleata con la quale la Casa Bianca ha però avuto screzi sul fronte industriale e commerciale; fino e soprattutto al futuro d' un altro azionista scomodo dei francesi, la cinese Dongfeng Motors, osservata speciale per potenziali rischi di sicurezza nazionale.

     

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    Cautela, pragmatica e senza sbarramenti a priori, è stata finora la parola d' ordine dal consigliere economico della Casa Bianca, Larry Kudlow. «Diamo il benvenuto a un buon accordo. Speriamo che porti più produzione, lavoro e impianti negli Stati Uniti. Al riguardo della questione cinese, la considereremo con cura».

     

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    L' auto è da sempre preoccupazione centrale dell' amministrazione e della sua politica di America First e rilancio manifatturiero: Trump non ha mai allentato la pressione sull' Europa, per quella che vede come la carenza di accesso al vecchio continente rispetto all' apertura del mercato statunitense.

     

    E ha indagato con misure da Guerra Fredda i presunti rischi posti ad un' industria strategica americana da case estere, ipotizzando dazi poi sempre rinviati. Psa, grazie al merger con Fca nel quale secondo gli operatori avrà posizione di leadership, intende orchestrare proprio un ritorno sulla piazza statunitense dopo lunga assenza.

     

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    Ma il capitolo più delicato, come accennato da Kudlow, potrebbe riguardare Dongfeng. Qui sono in corso grandi manovre: la casa cinese starerebbe studiando almeno una riduzione della sua quota, oggi del 12,2% in Psa e che potrebbe restare di circa il 6% nel gruppo combinato. Ha chiesto alle banche di valutare le opzioni: una quota sotto il 5% può privarla di seggi nel Cda e forse disinnescare la "mina" delle authority americane, passando in particolare l' esame del Cfius, la speciale commissione che analizza le implicazioni di national security degli investimenti esteri. Cina e Stati Uniti hanno di recente annunciato un disgelo commerciale che potrebbe aiutare, ma a tenere alta la tensione è la battaglia che resta aperta sul fronte della supremazia tecnologica. Le frontiere dell' auto sono sempre più hi-tech, dall' elettrificazione al self-driving.

     

    MARY BARRA DONALD TRUMP SERGIO MARCHIONNE MARY BARRA DONALD TRUMP SERGIO MARCHIONNE

    Un altro elemento di disturbo "politico" domestico potrebbe invece rimanere lontano dalle considerazioni delle autorità: la denuncia presentata dalla rivale Gm contro Fca per corruzione del sindacato in passati contratti di lavoro, accuse respinte dalla casa italo-americana. Nel ricorso Gm, al di là del merito, ha fatto leva su toni nazionalistici, parlando d' una società straniera, Fiat, che ha rilevato un marchio iconico, Chrysler, e «tradito» gli Stati Uniti e le sue leggi. Una generale levata di scudi patriottica appare però agli analisti, in questo caso, assai improbabile.

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