Francesco Olivo per “la Stampa”
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Sui canali Telegram militanti indipendentisti e tifosi si mischiano: «Portate una radio, panini e l' acqua, come per una normale partita». Ma il Clasico di stasera (fischio d' inizio alle 20) normale non può essere e non soltanto perché stavolta Barcellona e Real Madrid ci arrivano a pari punti, ma soprattutto perché il match è stato scelto come vetrina dal movimento che lotta per l' indipendenza della Catalogna. L' evento sportivo più seguito nel Pianeta è un' occasione unica per gridare al mondo (180 i Paesi collegati) le proprie ragioni.
I responsabili dell' ordine pubblico hanno messo nel conto qualche azione clamorosa, «si tenterà un' invasione di campo», prevede Miquel Buch, "ministro" dell' Interno del governo catalano. Già raggiungere lo stadio potrebbe rivelarsi un' impresa. Le misure di sicurezza sono eccezionali. Per la prima volta le squadre partiranno insieme, ognuna con il suo pullman, da un albergo poco distante dal Camp Nou.
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La partita si giocherà a 53 giorni da quello che aveva stabilito il calendario per una decisione, molto criticata in Catalogna, della Liga. Ma in quei giorni di ottobre le strade della città erano in fiamme per protestare contro la sentenza che ha condannato a un secolo di carcere i leader indipendentisti e nessuno poteva davvero escludere che quelle barricate si sarebbero montate anche nei dintorni dello stadio. Oggi l' atmosfera in città è meno tesa, ma lo «Tsunami democratico», l' ala dura del movimento, si farà notare e non solo con qualche striscione. Quel «més que un club» stampato sui seggiolini delle tribune del Camp Nou, insomma, potrebbe prendere corpo.
Sui social utilizzati dai militanti indipendentisti le cose sembrano ben organizzate: i pullman arriveranno da ogni angolo della Catalogna, l' appuntamento è per le 16 fuori dallo stadio in 4 diversi punti, uno per ogni settore, l' obiettivo dichiarato è ostacolare il più possibile tutta logistica della partita.
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Zidane sotto pressione Valverde e Zidane fanno fatica a parlare di calcio: «Ci hanno detto di andare insieme al Barça allo stadio e così faremo - ha spiegato il tecnico francese - attorno a questa partita c' è di tutto, ma io credo che la gente vuole vedere una partita di calcio». «Siamo abituati a queste situazioni. Ma siamo concentrati sul match», dice Valverde, che in effetti di vicende extra calcistiche intorno alla sua squadra ne ha viste molte. Tsunami, Messi e indipendenza: la serata promette bene.
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