Filippo Ceccarelli per “il Venerdì - la Repubblica”
Silvio Berlusconi insegna a giocare a pallone ai giocatori del Monza
In hoc signo vinces, d' accordo. Ma che cos' è quel globo luminoso che perfettamente incastonato nel lunotto del portone e geometricamente allineato alla testa di Berlusconi sorvola i calciatori e dirigenti del Monza sacralizzandone la più cromatica coreografia nel cortile di villa Gernetto? È forse un ufo? Una sfera magica? Un ectoplasma?
Al netto di spiritismo e fantascienza, tutto nella foto sembra convergere sulla figura dell' anziano (83) presidente onorario impegnato in atletica e calcistica postura. «Ho giocato anch' io a calcio» si legge nella dida postata sulla pagina Fb del Cavaliere «ed ho voluto dimostrare a tutti i ragazzi che, col pallone, ci so ancora fare» - là dove il filologo berluscomane si sente di accogliere quell'«ancora» con un sospiro di meravigliata riconoscenza. Troppo facile, adesso, ricordare che appena compiuti i 70, nell' autunno 2006, Silvione scese dall' elicottero su un campo di Arconate e lì, in tuta e scarpe ginniche, davanti a un pubblico di circa mille persone si esibì, secondo una cronaca del Giornale, «in un riscaldamento arricchito di palleggi e tiri in porta», procurandosi una seria lesione al menisco che lo portò a operarsi ad Anversa.
silvio berlusconi monza
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Ingiusto, crudele e gratuito ricordo perché da quando, deluso dal "suo" Milan, insieme al fratello Paolo e al "Condor" Galliani, che è monzese, Berlusconi ha preso a cuore la squadra brianzola in serie C, questa ha preso effettivamente a stravincere, è prima in classifica, l' altro giorno ha battuto 4-1 i giovani della Juventus in trasferta e adesso sogna la serie A, anzi di più la Champions, e non è detto che...
berlusconi monza
Così si rimane insieme commossi e esaltati di fronte a quest' ultimo miracolo, incerti se sia il frutto di un patetico capriccio senile o invece la prova, l' ennesima, che anche in queste faccende di calcio lui resta sempre Lui, il numero uno; e con pietosa ammirazione lo si segue mentre spende e spande tempo e quattrini, incoraggia a gran voce i ragazzi negli spogliatoi («attaccareeeeh!»), sistema il centro sportivo, ripara lo stadio Brianteo, alterna paterni fervorini («imparate le lingue») e barzellette scollacciate, pretende che i calciatori si taglino la barba e non abbiano tatuaggi, perfino l' astuccio con i colori sociali del Monza s' è inventato, per astutatamente fidelizzare i bambini della prima elementare, che vengano allo stadio «con il loro papà».
SILVIO BERLUSCONI CON I GIOCATORI DEL MONZA
Sulla rete c' è chi celebra questa sua auto-offerta terminale con grossolano e drammatico entusiasmo: «Vittoria del Monza, fiumi di patonza». Come quest' ultima, ipse dixit, forse anche la vita deve girare, magari proprio nel modo in cui appare fissa la sfera opalescente di una foto sospettamente inautentica - però anche più vera di quanto in fondo si riesca a sospettare.
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