Lorenzo Lamperti per “La Stampa”
schema ponzi
Offerte di investimenti con ricchissimi ritorni e promesse di rendimenti annui stellari. Questi i contorni dello scandalo bancario che ha sconvolto lo Henan, provincia centro-orientale della Cina. Dopo mesi di indagini e proteste dei risparmiatori esasperati per il congelamento dei propri conti, la polizia locale ha arrestato ieri 234 persone, coinvolte a vario titolo nella «serie di gravi reati» commessi da «un gruppo di criminali».
ZHENGZHOU - LA PROTESTA DEI RISPARMIATORI TRUFFATI
A capo della truffa ci sarebbe stato Lu Yiwei, che insieme ai suoi associati «controllava illegalmente» quattro banche regionali.
I clienti venivano attirati col cosiddetto «schema di Ponzi», strategia ingannevole con cui si promettevano tassi di rendimento annui del 13-18%, ben al di sopra dei livelli generali di mercato. Il tutto con la complicità di alcuni funzionari.
Una vicenda che mette in evidenza la vulnerabilità del sistema dei circa quattromila istituti di credito rurali, fondamentale per l'ecosistema economico e sociale delle province interne ma poco semplice da controllare per il governo centrale di Pechino. E per questo esposti a manovre di potentati su base locale.
ZHENGZHOU - LA PROTESTA DEI RISPARMIATORI TRUFFATI
Nel tentativo di rafforzare la fiducia dei consumatori nel sistema bancario in una congiuntura economica già molto complessa, le autorità dello Henan hanno iniziato a distribuire rimborsi già nel mese di luglio e da oggi comincia un altro round.
Gli arresti e soprattutto i progressi nel recupero delle perdite rappresentano un sospiro di sollievo per i risparmiatori, che avevano subito il congelamento di depositi per un valore totale di circa 1,5 miliardi di dollari.
ZHENGZHOU - LA PROTESTA DEI RISPARMIATORI TRUFFATI
Nei mesi scorsi si erano verificante anche proteste di massa davanti alla sede della Banca centrale di Zhengzhou. Coi rimborsi messi in campo, il governo spera di placare la rabbia e le tensioni sociali che si sono diffuse anche sulla questione immobiliare con case acquistate e non terminate a causa della crisi che sta coinvolgendo le aziende del settore. Ingredienti indigesti, soprattutto con l'approssimarsi del XX Congresso del prossimo autunno.