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    FINCHE’ IL COVID NON CI SEPARI: MUOIONO A UN'ORA DI DISTANZA DOPO 63 ANNI DI MATRIMONIO - VINCENZO E OLGA, 83 ANNI LUI E 82 LEI, SE NE SONO ANDATI PER CORONAVIRUS DOMENICA POMERIGGIO ALL’OSPEDALE DI MONZA – LA NIPOTE: "NONOSTANTE LA FEBBRE ALTA, PER OLTRE UNA SETTIMANA IL MEDICO DI FAMIGLIA NON È MAI VENUTO VISITARLI, GLI HA DATO UN ANTIBIOTICO DICENDO CHE SI TRATTAVA DI INFLUENZA…”


     
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    Francesco Rigatelli per il Messaggero

     

    Era il 26 settembre di 63 anni fa quando Vincenzo ed Olga Molino, poco più che ventenni, si dichiararono amore eterno. «Finché morte non ci separi» si giurarono a Lucera, in Puglia, prima di prendere sogni e bagagli e trasferirsi a Milano. Ebbene, in realtà nemmeno la morte è riuscita a tenerli distanti.

    vincenzo e olga vincenzo e olga

     

    Vincenzo e Olga infatti, 83 anni lui e 82 lei, se ne sono andati per Covid domenica pomeriggio a poco più di un'ora di differenza l'uno dall'altro. Entrambi all'ospedale San Gerardo di Monza. E se ne sono andati dopo una vita felice, vissuta a Sesto San Giovanni, con la gioia di avere avuto con loro tre figli e sei nipoti.

     

    Proprio una di questi, Katia, ne racconta la prudenza, la discrezione e i timori che li hanno accompagnati negli ultimi mesi. «Uscivano solo per fare la spesa e per andare in farmacia», dice, pensando a tutti quei giorni trascorsi evitando di andare a trovarli per un abbraccio o anche solo di incontrarli per evitare contatti pericolosi e quindi preservarne la salute da persone fragili.

     

    Un'altra delle grandi ingiustizie di questa pandemia infatti, è che non lascia il tempo di dirsi addio. Non solo spesso se la prende soprattutto con i più soli ed emarginati oltre che con chi non ha la forza, i mezzi e gli spazi adeguati per isolarsi. Olga e Vincenzo ci avevano provato a starsene a casa e il 26 settembre non avevano festeggiato come meritavano l'anniversario di matrimonio. Come tanti si erano dati alla cucina, «con lei che preparava le orecchiette a mano e il nonno accanto che le prendeva una ad una per aiutarla», ricorda ancora la nipote. Poi la febbre alta, le difficoltà respiratorie e il ricovero all'ospedale San Gerardo di Monza.

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    I SINTOMI «È stato il nonno a manifestare i primi sintomi - racconta Katia - e poi anche la nonna. Nonostante la febbre alta, per oltre una settimana il medico di famiglia non è mai venuto visitarli, gli ha dato un antibiotico dicendo che si trattava di influenza e invece era Covid-19. L'11 novembre avevano 68 di saturazione lui e 86 lei, così gli zii hanno chiamato il 112 e i nonni sono stati portati via insieme». In ospedale la coppia non stava in camera insieme, ma Olga aveva domandato di poter tenere accanto una giacca del marito per sentirlo vicino.

     

    Chissà che spavento per questa vicenda vissuta per mesi su tutti i media e poi caduta anche su di loro. La lontananza è durata appena quattro giorni. Alle 14 di domenica è mancata lei e un'ora dopo anche lui. Di Vincenzo e Olga, grazie all'amore della famiglia, conosciamo i nomi, ma di migliaia di altri morti no.

     

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    Eppure una settimana fa all'ospedale San Donato di Milano è mancata un'altra coppia di settantenni. A metà ottobre è accaduto a due ottantenni di Palermo. A inizio novembre a due novantenni di Castellammare di Stabia residenti in una casa di riposo, altro luogo troppo spesso funestato dal virus e dalle ingiustizie che questo porta con sé. La settimana scorsa è capitato a una coppia di sessantenni di Bitonto vicino Bari.

     

    I SORRISI E poi ci sono quelli di cui sappiamo i nomi: Carlo e Alba a Morosolo vicino Varese, Ascanio e Adria a Subbiano vicino Arezzo, Dante e Natalina a Tortoreto vicino Teramo. A Mario e Vanda, morti all'ospedale Spaziani di Frosinone, hanno rubato pure le fedi nuziali. Tutte storie che dovrebbero unire in un unico sentimento nazionale. Quando ci arrivano le loro foto spesso si assomigliano.

     

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    C'è lui, come nel caso di Vincenzo, con un sorriso largo, gioioso, di quelli che non si vedono più. E Olga accanto, in una scelta eterna d'amore come una volta e di un per sempre pronunciato ancora credendoci. Di solito in guerra se ne vanno i giovani, mentre ora sono gli anziani a pagare per quasi tutti. A fine ottobre è successo anche al designer Enzo Mari e alla moglie critica d'arte Lea Vergine. Lavorarono fianco a fianco per creare una rivista d'avanguardia e non si lasciarono più. Come si diceva una volta, credendoci, finché morte non ci separi.

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