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    FINCHE’ MORTE NON CI SEPARI – UNA COPPIA OLANDESE, I 70ENNI JAN FABER E ELS VAN LEENINGEN, HA DECISO DI MORIRE CON “L’EUTANASIA DI COPPIA” – LUI SOFFRIVA DI UN DOLORE CRONICO ALLA SCHIENA (ERA DA TEMPO SU UNA SEDIA A ROTELLE), LEI ERA ALLE PRESE CON I PRIMI SINTOMI DI DEMENZA SENILE - IN OLANDA IL SUICIDIO ASSISTITO È LEGALE, MA NEL CASO DI COPPIE CHE CHIEDONO LA “DUO-EUTHANASIA”, I CONTROLLI SONO RIGOROSI, PER ACCERTARE CHE UNO DEI DUE NON ABBIA INFLUENZATO O OBBLIGATO L’ALTRO, MA IN QUESTO CASO…


     
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    Estratto dell’articolo di Enrico Franceschini per "la Repubblica"

     

    jan faber e els van leeningen jan faber e els van leeningen

    Un matrimonio felice per mezzo secolo, da cui nasce un figlio, dal quale arrivano due nipotini. Poi Jan ed Els si ammalano: lui di un cronico e insopportabile dolore alla schiena che lo costringe in sedia a rotelle, lei dei primi sintomi di demenza senile. E allora, a settant’anni di età, decidono di avere una “eutanasia di coppia”, come è chiamata in Olanda, dove la procedura è legale.

     

    jan faber e els van leeningen jan faber e els van leeningen

    La storia raccontata stamane dalla Bbc è rara ma non un’eccezione. Nei Paesi Bassi, nel corso del 2023 la cosiddetta “buona morte” è stata somministrata, sotto stretta supervisione medica e giudiziaria, a più di 9 mila persone (pari al 5 per cento di tutti i decessi nazionali dello scorso anno), […]

     

    Nel caso dell’eutanasia di coppia, la legislazione olandese prevede controlli ancora più rigorosi, per accertare che uno dei due partner o sposi non abbia influenzato o addirittura forzato la volontà dell’altro. In particolare di fronte a malattie come la demenza senile, i medici vogliono essere assolutamente certi che la persona che decide di mettere fine alla propria vita abbia piena coscienza della scelta che sta per fare.

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    Ma proprio questo ha spinto Els a volere porre termine alla propria esistenza: individuati i sintomi iniziali di un declino che l’avrebbe portato gradualmente all’Alzheimer, disturbo sofferto anche dalla madre, ha deciso di intervenire fintanto che si sentiva in pieno possesso delle proprie facoltà mentali. Ciò ha coinciso con i dolori insopportabili alla schiena provati dal marito, nonostante interventi chirurgici, cure e farmaci. […]

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    Alla cerimonia dell’addio si sono fatti accompagnare dal figlio, dalla nuora, dai nipoti, da fratelli e sorelle, da amici. Hanno parlato e ascoltato musica per due ore. Quindi sono rimasti con i medici incaricati della procedura. “Abbiamo pianto, naturalmente”, commenta il figlio. “Nessuno vorrebbe veder morire i propri genitori”. Ma per Jan e Els non c’era altra soluzione.

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