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    DAGO-SALVA VITA – IL DOTTOR MASSIMO FINZI AVVERTE: “ATTENTI ALLE “ABBUFFATE” DI NATALE, IL DIABETE NON VA IN VACANZA. NE' TANTOMENO LA PRESSIONE - I CARDIOPATICI DEBBONO EVITARE PASTI ABBONDANTI PER NON SOTTOPORRE IL CUORE AD UNA ULTERIORE FATICA. LA PANCREATITE ACUTA SPESSO SI MANIFESTA DOPO...’’


     
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    Massimo Finzi Massimo Finzi

    Massimo Finzi per Dagospia

     

    Ma le “abbuffate” di Natale e Capodanno sono davvero così nocive?

    Dipende, perché la risposta è diversa se la domanda è riferita ad un soggetto sano rispetto ad un altro portatore di specifiche malattie.

     

    Il diabete non va in vacanza pertanto soprattutto i dolci rappresentano un pericolo per il corretto controllo della glicemia,  non va diversamente per la pressione: i cibi saporiti e gli stessi dolciumi nascondono dosi generose di sale (sodio) che possono determinare picchi elevati di pressione. Nessuna deroga anche per coloro che sono affetti da insufficienza renale dove un massivo apporto di proteine di origine animale e vegetale può far precipitare un equilibrio già precario.

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     I cardiopatici debbono prestare attenzione nell’evitare pasti abbondanti per non sottoporre il cuore ad una ulteriore fatica.

    Per i pazienti portatori di importanti patologie epatiche la proibizione di bevande alcoliche è tassativa e  anche in questo caso senza deroghe.

    La pancreatite acuta spesso si manifesta dopo una lauta libagione in soggetti portatori di calcolosi della colecisti.

     

    La ingestione di grandi quantità di cibo, soprattutto se accompagnata dall’introduzione di bevande gassate, può determinare un innalzamento del diaframma con conseguente riduzione della superficie respiratoria: elemento che potrebbe accentuare il debito di ossigeno in un paziente affetto da grave insufficienza respiratoria.

     

    Per altre patologie come ad esempio l’eccesso di colesterolo o di acido urico si può essere più indulgenti: tortellini,  lasagne, grigliate miste, anguilla, cotechino, zampone, salumi e insaccati vari, fritture, formaggi, dolciumi ecc.  non rappresentano l’esempio migliore  di una corretta alimentazione ma  in queste patologie croniche, e ancor  meno in un soggetto sano, non costituiscono un pericolo immediato.

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    In questi casi è importante lo stile alimentare adottato durante tutto il resto dell’anno e non la deroga limitata al solo periodo delle feste di fine anno.

    Esiste una analogia tra il motore di un’auto e il nostro organismo: il motore sarà tanto più longevo quanto più verranno rispettate le limitazioni di velocità e gli intervalli di manutenzione previste per ciascuna vettura ma è esperienza comune che saltuariamente una buona accelerata in autostrada (la famosa “sgassata”) impedisce  alla macchina di “impigrirsi”-

     

    Le deroghe alimentari dei giorni festivi vanno considerati, nei soggetti sani, delle vere e proprie “sgassate”. In fin dei conti la tavola deve essere soprattutto un piacere: vivere cento anni da malato per morire sano ha poco senso.

     

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