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    FIORELLO TORNA IN TV CON DIECI PUNTATE DI PROVA DELLO SHOW “EDICOLA FIORELLO”: “MI TRASFERII A MILANO CON BERNARDO CHERUBINI, FRATELLO DI JOVANOTTI. MI DISSE: ‘ANDIAMO LÌ, È PIENO DI GNOCCA’. ED ERA VERO. CON IL KARAOKE DIVENTAI IL TERZO PERSONAGGIO PIÙ POPOLARE D’ITALIA DOPO IL PAPA E DI PIETRO"


     
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    FIORELLO FIORELLO

    Estratto dell’intervista di Massimo Gramellini per “la Stampa”

     

    L’uomo che una giuria di eminenti colleghi ha incoronato giornalista dell’anno per le sue spassose edicole multimediali ha un rapporto controverso con la tecnologia. […]

     

    È curioso ma non assurdo che un ex animatore turistico sia diventato il simbolo della resistenza di un mestiere in crisi. Il giornalista? No, il giornalaio. «Ormai in edicola ci vai solo se devi comprare altro. A quel punto magari compri anche il giornale», dice. Eppure il programma con cui Rosario Fiorello si accinge a tornare in televisione dopo cinque anni di vuoto sarà la rassegna stampa dei quotidiani. 

     

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    Prima di Internet eravamo necessari come il pane. Adesso siamo più simili a un dessert. 

    «Oggi chiunque fa giornalismo con i blog. Escono anche un sacco di cavolate che nessuno controlla più. Per la mia ospitata al Rischiatutto mi hanno attribuito un compenso triplo rispetto a quello vero. Ma non potevano telefonarmi?».

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    Hai accennato alla radio. La seconda delle tue molte vite. 

    «Mi trasferii a Milano con un mio collega dell’animazione, Bernardo Cherubini, fratello di Jovanotti. “Andiamo lì”, disse, “è pieno di gnocca”».

     

    La vera motivazione quale era? 

    «Quella. Che Milano era piena di gnocca. Per un po’ abitai a casa di Lorenzo, in via della Moscova. Lui era già un disc-jockey famoso. Io solo un esuberante, egocentrico animatore da villaggio. Uno che aveva vissuto per quindici anni senza mai infilare un paio di scarpe». 

     

    FIORELLO FIORELLO

    Il boss della radio in cui lavorava Lorenzo era Claudio Cecchetto. 

    «Rimase colpito da me. A Deejay facevo la pianta, come dice Fabio Volo. Osservavo Jovanotti, Linus, Albertino. Prestavo la voce quando serviva. Nel primo programma tv di Lorenzo, “Uno due tre Jovanotti”, imitavo al telefono Montesano e Mike Bongiorno».

     

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    FIORELLO FIORELLO

     

    Eravate tutti figli di Cecchetto. 

    «Un genio. Ricordo quella volta che mi telefonò alle tre di notte: “Sono Claudio, vieni subito qui!” Arrivo a casa sua e mi fa sentire una cassetta con uno che canta una poesia di Carducci. “La nebbia agli irti colli…”. Io gli faccio: “E allora?” E Cecchetto: “Allora domani la incidi e fra una settimana siamo primi in classifica”. Aveva ragione lui».

     

    E dopo Deejay, arrivò la tv col karaoke. 

    «Registrammo ad Alba quindici puntate di un format olandese che non mi convinceva. Andammo in onda alle otto di sera su Italia Uno contro tutti i tg. La prima settimana ci guardarono in 400 mila e l’idea era di chiuderlo. Io me n’ero già tornato in Sicilia. Ma dall’ottava puntata si passò a 800 mila e poi su, fino a due milioni e oltre. Mi chiamarono: “Fiore, torna, dobbiamo partire”. Un anno dopo ero il terzo personaggio più popolare d’Italia dopo il Papa e Di Pietro». 

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    Sennonché a inghiottirti arrivò il buco nero di Sanremo. 

    «Mi piazzai quinto dietro gente come Morandi, Giorgia e Bocelli. Ma le aspettative erano così alte che tutti parlarono di flop. Pippo Baudo sentenziò: “Caro Fiorello, sei entrato Papa e sei uscito cardinale”».

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    Quindi è vera la leggenda che il Festival ti porta male. 

    «La prima volta che ci andai, inviato da Radio Deejay, mi arrivò lì la notizia che papà era morto. A 58 anni. Disse a mia madre: scendo a prendere le sigarette in macchina. Ma non tornò più. Lo trovarono appoggiato al volante. Ictus». 

     

    Anche lui direbbe che saresti un fantastico presentatore del Festival. 

    «Vorrei sempre essere al posto di quelli che presento. Condurrò Sanremo quando toglieranno i cantanti e potrò fare tutto da solo… Allora comunque sembrava che molti non vedessero l’ora di vedermi cadere. Così decisi di stare fermo». 

     

    La difesa della sconfitta. 

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    «Per un po’ feci il conduttore classico. “Matricole”. “Festivalbar”. Non sudavo neanche. Mi sentivo uno che era stato e che non era più. Chi mi aveva conosciuto da ragazzo mi diceva: “Quanto mi facevi divertire nei villaggi!” Era un modo gentile per dirmi che non lo facevo divertire più».

     

    Come ne sei uscito? 

    Fiorello Fiorello

    «La svolta arrivò all’Arena di Verona. Stavamo registrando la finale del Festivalbar e io ero nei soliti panni del bravo presentatore. Ma la pioggia aveva bagnato gli impianti elettrici. Il patron Vittorio Salvetti mi dice col suo vocione: “Vai sul palco e intrattieni la gente”».

     

    E tu? 

    «Io salgo sul palco e mi guardo intorno. Quattordicimila persone che erano lì per tutti tranne che per me. Prendo il microfono e comincio a sparare cazzate. Così, solo per far passare il tempo. Quindici minuti. Ci prendo gusto. Il pubblico ride. Venti, trenta, quarantacinque minuti di cazzate, finché un tecnico dietro le quinte mi fa cenno che il guasto è stato aggiustato e la messa cantata può cominciare». 

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    Sai che non ricordo quel tuo monologo? 

    «Non andò mai in onda, venne tagliato. Ma in prima fila all’Arena c’era un signore che alla fine mi abbordò con accento bolognese: “Ma tu sei uno showman. Dovresti fare il sabato sera su Raiuno”. Era Bibi Ballandi. Pensavo fosse impazzito. E invece lasciai Mediaset, dove nessuno fece nulla per trattenermi, e cominciai a lavorare con Solari e altri autori al mio primo one-man-show».

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    «Stasera pago io». 

    «Avevo in casa un cd di Modugno e quello era il titolo dell’unica canzone che non conoscevo. Triste, eppure me la sentivo scorrere dentro». 

     

    Modugno è il nume tutelare della vostra famiglia. 

    «Si parte e contro di me c’è la prima edizione di “C’è posta per te”. La De Filippi vince la prima puntata di un milione, la seconda siamo pari, la terza la sorpasso e la quarta trionfo. Allora si andava avanti con la prima serata fino all’una, ma a mezzanotte avevo già finito il copione e nell’ultima ora andavamo a braccio.

     

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    Fiorello Fiorello

    Non ti manca la prima serata? Sono passati cinque anni dall’ultima volta. 

    «Ogni tanto Bibi Ballandi mi chiede: “Allora, Rosario, siamo pronti?”. Ma il pensiero di tornare ora mi dà più ansia che gioia. Sento un’enorme pressione, un’attesa che potrebbe ritornarmi addosso come un boomerang. Se un altro programma fa il 25 per cento si parla di boom, ma io devo fare il 40, altrimenti è un flop». 

    JOVANOTTI E FIORELLO A SANREMO JOVANOTTI E FIORELLO A SANREMO

     

    E così hai sterzato sul varietà giornalistico… 

    «EdicolaFiore fonde vecchio e nuovo. Carta e smartphone. Io che col telefono riprendo il mio edicolante Cesare mentre commenta i titoli dei giornali: “Sti fiji de na mignotta!”». 

     

    Ma è vero che adesso vuoi portare l’edicola in tv? 

    MAX Fiorello MAX Fiorello

    «Ho fatto un appello sul web a Rai, Mediaset, La 7 e Sky. Una sola delle quattro ha risposto».

     

    Sospetto sia la Rai. 

    «Faremo dieci puntate di prova, poi se va bene da ottobre diventerà un appuntamento fisso. Punteremo sul buon umore, lasciando fuori le notizie tristi, con un ospite, un po’ di musica e molte battute».

     

    Quanto ti infastidiscono le critiche sul web? 

    «Prima noi personaggi dello spettacolo pensavamo di piacere a tutti perché per strada ti ferma solo quello a cui piaci. Invece sul web la gara è a chi ha meno persone che lo odiano. I primi tempi non ci ero abituato. Ora ho imparato che non si può piacere a tutti. Ballandi mi dice sempre: “Rosario, Gesù ne aveva solo dodici eppure uno l’ha tradito. Pensa tu che ne hai milioni”. Ma anche a teatro se 4.999 ridono e uno no, il mio sguardo va fisso su di lui. Quelli a cui non piacciamo ci sono sempre stati. Ora semplicemente hanno uno strumento per fartelo sapere». 

    FIORELLO E PIPPO BAUDO FIORELLO E PIPPO BAUDO

     

    Ma non eri uscito dai social sbattendo la porta? 

    «Ma sono rientrato subito. Con quattro account falsi».

     

    E che te ne fai? 

    «Azioni di disturbo. Faccio il troll…»

     

    FIORELLO JOVANOTTI E CLAUDIO CECCHETTO ALLA FESTA PER I ANNI DI RADIO DEEJAY jpeg FIORELLO JOVANOTTI E CLAUDIO CECCHETTO ALLA FESTA PER I ANNI DI RADIO DEEJAY jpeg Fiorello Fiorello fiorello vintage twittato da federico taddia fiorello vintage twittato da federico taddia UN GIOVANE ROSARIO FIORELLO UN GIOVANE ROSARIO FIORELLO Doccia gelata per Fiorello Doccia gelata per Fiorello fiorello fiorello FIORELLO E IL GRUPPETTO DELL EDICOLA FIORE FIORELLO E IL GRUPPETTO DELL EDICOLA FIORE

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