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    FISCO INFERNO - SI INFIAMMA NEL GOVERNO LO SCONTRO SULLO STRALCIO DI 61 MILIONI DI CARTELLE ESATTORIALI - PD E LEU VS MOVIMENTO 5 STELLE, FORZA ITALIA, LEGA E ITALIA VIVA: NO ALLA SANATORIA – SLITTA IL CONSIGLIO DEI MINISTRI - LA VICEMINISTRA CASTELLI (M5S): “NON SI TRATTA DI UN CONDONO, IL 91% DEI CREDITI FISCALI È INESIGIBILE”. IL PREMIER DRAGHI NUTRE QUALCHE DUBBIO SU UN COLPO DI SPUGNA TROPPO ESTESO E AVREBBE IPOTIZZATO UN TETTO ATTORNO AI 3 MILA EURO


     
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    Luca Monticelli per “la Stampa”

     

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    Da una parte il Movimento 5 stelle, Forza Italia, la Lega e Italia viva. Dall' altra il Partito democratico e Leu. Sono i due schieramenti che si affrontano sul capitolo fiscale previsto dal Decreto Sostegni. Il nodo ancora da sciogliere riguarda lo stralcio delle cartelle esattoriali: Pd e Leu temono l' effetto condono e nell' incontro di ieri con il ministro dell' Economia,

     

    Daniele Franco (al tavolo c' erano più di 40 esponenti dei partiti videocollegati) per ampliare la portata della sanatoria. La proposta messa a punto dal Tesoro costa due miliardi nel biennio e intende abbattere le vecchie cartelle fino a 5 mila euro nel periodo 2000-2015. Una misura che consentirebbe la cancellazione di 61 milioni di atti, ma che, visto lo scontro politico in corso, potrebbe cambiare.

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    Il premier Mario Draghi nutre qualche dubbio su un colpo di spugna troppo esteso e avrebbe ipotizzato un tetto attorno ai 3 mila euro e una riduzione dell' arco temporale di riferimento.

     

    La sintesi si farà nel Consiglio dei ministri di oggi e in quella sede si parlerà anche della proroga del blocco dei licenziamenti che il ministro del Lavoro, Andrea Orlando, ha annunciato per tutti al 30 giugno. Per il terziario e le pmi che non hanno la cassa integrazione ordinaria, lo stop e gli ammortizzatori Covid proseguiranno fino a ottobre.

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    «Sulla pulizia del magazzino fiscale dobbiamo fermare le fake news, non si tratta di un condono», ha attaccato la viceministra dell' Economia, Laura Castelli. «Quello che c' è da fare l' ha spiegato il direttore dell' Agenzia delle entrate: occorre procedere alla totale o parziale cancellazione dei crediti fiscali inesigibili, pari attualmente al 91% degli atti da riscuotere».

     

    Il recupero del gettito appare difficile, perciò «la politica deve avere il coraggio di superare steccati ideologici e avviare un percorso di riforma della riscossione». Concetto condiviso da Luigi Marattin (Iv): «Mantenere questi crediti inesigibili nel magazzino è un costo inutile, bisogna modernizzare la riscossione». Per la Lega, che aveva accarezzato l' idea di alzare la sanatoria a 10 mila euro, è «imprescindibile che nel decreto ci sia la pace fiscale, l' azzeramento fino a 5 mila euro è giustizia sociale», ha ricordato Matteo Salvini.

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    Uno sforzo chiesto pure da Forza Italia: «Il governo abbia coraggio, serve un patto con i contribuenti», ha detto Antonio Tajani. Il Partito democratico, che non ha mai amato questo tipo di norme, non ha alzato le barricate con il Mef, però pretende un meccanismo più rigoroso, legando la cancellazione dei "ruoli" solo a imprese fallite, persone defunte o nullatenenti. Per il deputato dem Walter Verini «è giusto venire incontro alle categorie in difficoltà, ma c' è chi il proprio dovere l' ha fatto, quindi dobbiamo trovare il modo di intervenire senza premiare i furbetti».

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    Sarebbe «un errore se la sanatoria riguardasse tutti», ha aggiunto il vice capogruppo Pd, Michele Bordo.

    Leu è contrario, la sottosegretaria al Tesoro, Maria Cecilia Guerra, lo ha sottolineato in tutte le riunioni. «E' un messaggio sbagliato», hanno ripetuto ieri i senatori Vasco Errani e Loredana De Petris.

     

    Come spesso accade, nel M5s ci sono dei distinguo: Primo Di Nicola minaccia di votare contro il provvedimento e Gianluca Castaldi definisce il condono «empio».

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