Fabio Savelli per il Corriere.it
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A distanza di quattro anni dall’ultima promozione arriva un nuovo giudizio migliorativo sulla solvibilità del debito pubblico italiano.
Era il 2017, governo Gentiloni, quando l’agenzia di rating Standard & Poor’s rialzava di un gradino la qualità del debito sovrano registrando una maggiore affidabilità creditizia. La valutazione dell’agenzia Fitch stavolta però è ancor più segnaletica. Perché una volta soltanto - nel 2002, nel primo anno del secondo governo Berlusconi - promosse l’Italia attribuendole un merito di credito migliore per la capacità prospettica di rimborsare il debito che emette sul mercato a chi investe sui suoi titoli di Stato: Bot o Btp.
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Il giudizio delle agenzie. Il giudizio delle tre principali agenzie di valutazione ha avuto negli ultimi anni un andamento totalmente discendente posizionando l’Italia poco sopra all’investment grade (rating sicuro). E dunque questa promozione assume maggiore peso specifico perché allontana il rischio «spazzatura» che avrebbe ripercussioni incalcolabili sulla dinamica dei rendimenti agganciati ai titoli che emette il ministero del Tesoro attraverso il meccanismo delle aste.
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Nelle ultime settimane si sono già espresse sia Standard&Poor’s sia DBRS, e poi l’agenzia Moody’s. Quest’ultima ha confermato ancora una volta il rating Baa3 con outlook stabile, Standard & Poor’s ha confermato la tripla B ma ha migliorato le prospettive portando l’outlook a «positivo», mentre Moody’s ha confermato il rating (Baa3) e lasciato a “stabile” il giudizio sui prossimi mesi.
L’importanza del rating. Il rating è un voto atteso. Perché determina l’andamento del mercato azionario delle principali aziende quotate sul listino milanese. Quelle a controllo (o a partecipazione) pubblica ne risentono ancor di più perché seguono una dinamica speculare a quella dell’azionista Tesoro. Influisce soprattutto sull’obbligazionario per i tassi dei nostri titoli di Stato.
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Le pagelle di Fitch, Moody’s e S&P’s orientano gli investitori. Sono una bussola. Perché prima di comprare un’obbligazione chi compra - che siano investitori istituzionali o piccoli risparmiatori - ha bisogno di un’analisi puntuale delle condizioni di stabilità economica, finanziaria e patrimoniale del debito pubblico italiano.
Se il giudizio è negativo e scende il merito di credito il titolo diventa più rischioso per il possibile default dell’emittente. In tal caso deve essere alzato il rendimento per collocarlo sul mercato con contraccolpi sui conti pubblici per gli interessi che l’Italia è costretta a riconoscere ogni anno.
agenzie di rating moodys
Ogni giudizio migliorativo invece inverte questa dinamica. L’anno pandemico 2020, col Pil in picchiata del 9%, ha fatto crescere il suo rapporto col debito. Ma il rimbalzo del 6,3% di quest’anno e la crescita possibile del 4,7% nel prossimo permetterà una sua riduzione. Il modo in cui il Paese farà le riforme e userà i fondi del Recovery determinerà il resto.
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