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    "HO CHIARITO TUTTO, SONO SERENO" - IL GOVERNATORE LOMBARDO, ATTILIO FONTANA, CONFERMA AI PM DI AVER CHIAMATO IL SUO EX SOCIO ANCOR PRIMA DI FARE IL BANDO PER IL ''NUCLEO VALUTAZIONE INVESTIMENTI'', CHE POI ANDÒ A DIRIGERE - ''ERA LA PERSONA MIGLIORE'' - MA QUESTO SECONDO LA LEGGE DOVEVA DECIDERLO UNA PROCEDURA RIGOROSA, PER CUI FECERO DOMANDA 60 CANDIDATI


     
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    Luigi Ferrarella per il “Corriere della sera

     

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    Addirittura il giorno prima che la Regione Lombardia diramasse l' avviso pubblico di interesse per quanti avessero voluto candidarsi a componenti dell' istituendo «Nucleo valutazione investimenti» (11.500 euro l' anno e gettone di 185 euro a seduta), il presidente leghista Attilio Fontana incaricò una componente del proprio staff di chiamare il proprio ex socio di studio legale, cioè il consigliere regionale forzista non rieletto Luca Marsico, e di dirgli di presentare la candidatura, evidentemente avendo già deciso a priori di incaricare lui (tra i 10 nominandi) una volta che il collega avvocato si fosse proposto all' interno di una solo cosmetica rosa di 60 candidati.

     

    Per quanto possa sembrar strano, a dirlo ieri ha finito per essere Fontana stesso nell' interrogatorio in Procura sull' ipotesi di reato di abuso d' ufficio, di fronte a una nuova circostanza emersa nel confronto con i pm Bonardi-Furno-Scudieri alla presenza del difensore Jacopo Pensa: e cioè che , tra giovedì e venerdì scorso, almeno tre membri dello staff di presidenza di Fontana, tra i quali anche il capo della sua segreteria politica Giulia Martinelli (ex compagna di Matteo Salvini), avessero accennato ai pm, pur tra mille distinguo e sfumature, che da Fontana avevano sentito prima il nome di Marsico come problema da risolvere, e poi la soluzione.

     

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    Tutto vero, ha confermato Fontana, aggiungendo l' importante elemento della candidatura di Marsico indotta da lui già il giorno prima del bando, e iscrivendo questo suo intenso interessamento per il proprio ex socio con la volontà di non perderne le competenze maturate nella legislatura.

     

    Fontana ha su questo persino spiegato il contrario di quanto si credesse sinora, e cioè ha affermato di essere andato proprio lui a chiedere l' aiuto di Gioacchino Caianiello nell' interesse della ricollocazione di Marsico, non rieletto per il boicottaggio da parte del ras dei voti di Forza Italia a Varese (benché formalmente privo di qualunque carica nel partito).

     

    Richiesto del perché discutesse di nomine con una persona in teoria senza titoli, e per giunta già condannata a fine 2017 a 3 anni per concussione ai danni di un imprenditore nel 2005, Fontana ha ammesso di sapere benissimo che si stava relazionando a un pregiudicato per tangenti (riarrestato una settimana fa ancora con l' accusa di tangenti), ma ha spiegato che aveva necessità di dialogare con lui in quanto restava comunque il referente di Forza Italia a Varese. Dove in teoria il coordinatore provinciale varesino è l' eurodeputata Lara Comi. La quale però, a sentire Fontana, invitava il governatore a rivolgersi a Caianiello.

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    «Ho chiarito tutto, sono più che sereno», dice Fontana dopo 3 ore senza nemmeno uscire dall' auto, ma solo abbassando il finestrino dove cercano quindi di infilarsi grappoli di microfoni tv. E l' avvocato Pensa riassume: «Con i pm abbiamo discusso tutte cose di fatto e non di diritto, come rivedere un film dall' inizio ai titoli di coda. Sono fatti da niente, si parla di nulla. Poi, le valutazioni, ognuno fa le proprie».

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