Daniele Capezzone per “la Verità”
Attilio Fontana, il presidente leghista della Regione Lombardia, è di nuovo in trincea. Per un verso, per la nuova ondata Covid; per altro verso, per gli attacchi mediatici che lo mettono nel mirino con accuse sempre più gravi e - parrebbe - fantasiose, addirittura con evocazioni di influenze dalla 'ndrangheta. Ma è la recrudescenza del coronavirus a preoccuparlo: «Avevo iniziato a girare la Lombardia per presentare il nostro piano di rilancio, e avevo trovato ovunque, anche nelle categorie più colpite dalle difficoltà economiche, una gran voglia di reagire e di ripartire, di rimettersi in gioco. La cosa mi entusiasmava, avevo il morale a mille. E invece è arrivata questa seconda botta, un' accelerazione fortissima in appena due o tre giorni». Il governatore lombardo, a partire da qui, ha accettato una conversazione a tutto campo con La Verità.
ATTILIO FONTANA
Allora presidente, davvero si sarebbe fatto condizionare nientemeno che dalla 'ndrangheta per le sue scelte in materia di sanità? Stasera una trasmissione Rai lancerà questa accusa, secondo le indiscrezioni già circolate nei giorni scorsi...
«Queste sono illazioni vergognose fatte per suggestioni incomprensibili ed inaccettabili. Mi riservo comunque di agire sia in sede penale che in sede civile».
Ma, a maggior ragione se fossimo alla rimasticatura di materiale giudiziario già esaminato e da cui non è venuto fuori nulla su di lei, secondo lei come nascono accuse mediatiche di questa pesantezza nei suoi confronti dalla trasmissione Report? Siamo a una campagna con un livello di gravità con pochi precedenti...
«Ah non so, forse perché hanno già cavalcato il cosiddetto caso dei camici. Per citare Stalin, pensano di affondare il coltello nel ventre. Ma non trovano un ventre molle, trovano l' acciaio».
E allora parliamo dei camici.
Ci aiuti a fare chiarezza. Alla fine l' azienda di suo cognato ha fatto una donazione alla Regione, i lombardi non hanno pagato un euro, e lei aveva dato disponibilità a mettere dei soldi di tasca sua. La cosa può piacere o no, ma è materia penale?
«Mio cognato aveva fatto altre donazioni in quel periodo. Quando ho capito che la fornitura era onerosa, gli ho chiesto di rinunciare al pagamento per evitare polemiche e ho cercato di corrispondergli il 50 per cento del mancato incasso. Il prezzo era il più basso fra quelli in quel momento pagati. Mio cognato ha accettato e quindi la Regione non ha pagato nulla. Ed è proprio lui che ad oggi ci ha rimesso».
attilio fontana guido bertolaso ospedale in fiera milano
Proseguiamo con le accuse. Da ultimo, sono state evocate consulenze per sua figlia. Di che si tratta?
«Di questo non parlo: parla mia figlia, che ha già inviato delle risposte che per ora la trasmissione non ha preso in considerazione... Aveva degli incarichi assolutamente trasparenti da un' assicurazione che poi era anche un' assicurazione di un' Asst».
Possibile che per colpire lei e la Lega si tenti una specie di assalto alla Lombardia?
«Lei capisce che l' operazione prevede due obiettivi appetitosi: provare a mettere nel mirino la Lega e tentare di prendere la Lombardia. Anche perché con il voto democratico in Lombardia non riescono a vincere, e allora tentano altre strade».
Al di là delle cose giudiziarie, lei vede un accanimento particolare verso la sua regione? Lo dico in modo ancora più esplicito: quando a marzo e ad aprile la prima regione italiana era in difficoltà, ha percepito qualche compiacimento di troppo da parte di alcuni a Roma e non solo? Lo dico in termini calcistici: se il più forte giocatore della squadra sta male, gli altri compagni dovrebbero preoccuparsi, non le pare?
ATTILIO FONTANA
«Non è che si sia solo percepito. Alcuni, giornalisti e politici, lo hanno proprio esplicitato, pronunciando parole pesanti».
Senta, hanno crocifisso lei e Bertolaso per l' ospedale in Fiera. Dicevano che non serviva più, che era una cattedrale nel deserto. Qualcuno l' ha chiamata per scusarsi e dire che avevano torto?
«Assolutamente no, non mi ha chiamato nessuno. Né per scusarsi per avermi dato del razzista quando chiedevo semplicemente di sottoporre a controlli chiunque fosse di ritorno dalla Cina. Né per avermi attaccato in modo assurdo perché in un video indossai una mascherina.
Né per la storia dell' ospedale in Fiera. Devo anche dirle che se alcuni chiamassero, li riterrei in malafede, dopo tutto quello che hanno detto. La cosa più giusta l' ha detta uno dei finanziatori privati che hanno reso possibile quella realizzazione: siamo orgogliosi di aver preparato un' opera che speriamo non debba essere utilizzata per un' emergenza».
Quanti cittadini non lombardi vengono ogni anno a curarsi in Lombardia per motivi ordinari, Covid a parte?
«Prima del Covid erano 165-170.000».
giuseppe conte attilio fontana 1
Lei è pronto, se altre regioni saranno nei guai a causa del coronavirus, a ospitare i loro pazienti?
«Sì, se ce ne sarà bisogno e se saremo in condizione di farlo, cioè se non saremo a nostra volta sotto pressione».
Nel weekend il commissario Domenico Arcuri e il ministro Francesco Boccia hanno attaccato le regioni, sostenendo che molti ritardi siano colpa dei governatori. Scaricabarile o c' è del vero?
«Peggio che scaricabarile. Noi abbiamo sempre fornito in tempo i nostri dati. Sento anche che ci viene rimproverato di avere respiratori inutilizzati. Noi non ne abbiamo nessuno inutilizzato, tranne venti, ma solo perché non hanno la certificazione. Li teniamo da parte e li utilizzeremo solo se ci sarà un' urgenza drammatica».
Perché il governo ha atteso ottobre per far partire il nuovo bando sulle terapie intensive?
«Non lo so proprio. Bisognerebbe chiederlo a loro».
Vi hanno dato risorse in più per il trasporto pubblico locale?
«La risposta è semplice: no».
GIUSEPPE CONTE ATTILIO FONTANA
Su questo piano, come ve la caverete per potenziare il numero dei mezzi in circolazione?
«Noi stiamo cercando comunque di dare una risposta.
Però voglio dire, anche a difesa dei sindaci, che se hai una metro, non è possibile aumentare le corse oltre una certa misura. E quanto agli accordi con i bus privati, servono risorse per farli. Non solo il governo non ha dato soldi in più, ma a livello locale ci si ritrova con soldi in meno dalla bigliettazione per evidenti ragioni».
Non le pare che il governo, da maggio a oggi, abbia perso tempo? Anziché colpevolizzare i ragazzi o le famiglie che si sono fatte tra luglio e agosto una settimana di vacanza, non potevano pensare a tutte queste cose? Che hanno fatto questa estate, oltre che predicare? Dicevano che poteva arrivare una seconda ondata, ma non hanno fatto nulla per prepararsi, mi pare
(Sorride). «Se mi chiede che hanno fatto, le dico: non lo so Non mi faccia dire altro, non voglio alcun tipo di polemica. Ho promesso di essere collaborativo».
ATTILIO FONTANA VINCENZO DE LUCA
Come siete messi con i vaccini influenzali?
«Mi permetta di fare chiarezza, perché ho letto tante polemiche urlate, insensate e strumentali. Come Regione, abbiamo acquistato 2.9 milioni di dosi, di cui solo 100.000 sub iudice, perché attendono la certificazione Aifa. Sono numeri più che doppi rispetto all' anno scorso: anche in considerazione del fatto che quest' anno molte più persone vogliono vaccinarsi. Segnalo che altre regioni confinanti, dall' Emilia Romagna al Veneto, hanno acquistato percentualmente gli stessi numeri».
Ci spiega la ratio delle restrizioni che scatteranno in Lombardia? Non teme di avere esagerato?
«Guardi che, con l' accelerazione e la crescita esponenziale dei casi che c' è stata negli ultimi giorni, semmai ho dovuto fare una mediazione rispetto alle richieste ancora più dure che venivano dal Comitato tecnico scientifico».Non teme il colpo di grazia a bar, ristoranti e commercio?
Chi li risarcisce questi imprenditori? Anche prima delle ultime misure nazionali, Confcommercio già stimava in tutta Italia un rischio di chiusura di 270-000 esercizi da qui a fine anno, un' ecatombe. Darete battaglia su questo punto rispetto al governo?
GALLERA E ATTILIO FONTANA
«Noi come Regione, in ogni occasione, ad ogni Dpcm governativo, presentando le nostre richieste o le nostre subordinate, abbiamo sempre chiesto un ristoro economico per le imprese dei settori oggetto delle misure restrittive. Ma vedo che non c' è stata risposta adeguata. Per questo continueremo a chiederlo in ogni occasione».
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