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    MA FRANCESCHINI NON AVEVA PROMESSO DI ABOLIRE LA CENSURA SUI FILM? – PIOGGIA DI POLEMICHE DOPO CHE LA SCUOLA CATTOLICA, IL FILM DI STEFANO MORDINI TRATTO DALL'OMONIMO ROMANZO DI EDOARDO ALBINATI SUL MASSACRO DEL CIRCEO, È STATO VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI - IL PRESIDENTE DELL'ANICA RUTELLI PARLA DI “DIVIETO ARCAICO CHE DESTA SORPRESA E PREOCCUPAZIONE” - ALBINATI SI DEFINISCE “SGOMENTO”, L’ATTORE FABRIZIO GIFUNI: “PENSAVO A UNO SCHERZO”


     
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    Gloria Satta per “il Messaggero”

     

    albinati la scuola cattolica 19 albinati la scuola cattolica 19

    Vietato ai minori di 18 anni La scuola cattolica, il film di Stefano Mordini tratto dall'omonimo romanzo premio Strega di Edoardo Albinati (Rizzoli) sul massacro del Circeo. E scoppia la polemica contro la censura cinematografica che nell'aprile scorso il ministro Dario Franceschini aveva promesso di abolire, quantomeno di riformare.

     

    Il film, che ricostruisce l'atroce fatto di cronaca del 1975, vittime Donatella Colasanti e Rosaria Lopez, uscirà in sala domani distribuito da Warner Bros dopo essere passato fuori concorso alla Mostra di Venezia, ma non potrà essere visto dai minorenni: lo ha deciso l'ufficio di Revisione Cinematografica del MiBac che nella ricostruzione dello stupro e dell'omicidio, commessi dai giovani-bene Andrea Ghira, Gianni Guido e Angelo Izzo, ha visto «una sostanziale equiparazione della vittima e del carnefice».

    dario franceschini dario franceschini

     

    I COMMISSARI

    Per i commissari di due sezioni ministeriali congiunte, «i protagonisti della vicenda, pur partendo da situazioni sociali diverse, finiscono per apparire tutti incapaci di comprendere la situazione in cui si trovano coinvolti».

    la scuola cattolica 3 la scuola cattolica 3

    La motivazione fa riferimento a una scena in cui un professore di teologia, interpretato da Fabrizio Gifuni, parla ai suoi allievi liceali del complesso rapporto tra bene e male ricorrendo a un paradosso filosofico: se al mondo c'è il bene, c'è anche il male.

     

    «È assurdo, quella sequenza dimostra semmai che è sempre possibile compiere una scelta etica e non deviare», insorge Mordini, 53, «tant' è vero che dopo la lezione due ragazzi rinunciano ad unirsi ai massacratori del Circeo. Questo atto censorio impedisce la presa di coscienza dei giovani sulla violenza contro le donne che ancora oggi è drammaticamente protagonista della cronaca».

     

    LE REAZIONI

    il cast della scuola cattolica a venezia il cast della scuola cattolica a venezia

    Si esprime anche Gifuni, 55: «Sono sconcertato, pensavo ad uno scherzo», commenta l'attore, in scena al Regio di Parma con lo spettacolo Letteralmente Verdi che racconta la genesi di Un ballo in maschera, tartassato dalla censura nel 1858.

     

    Albinati si definisce «sgomento perché è quanto meno singolare che a ragazzi e ragazze, purtroppo abituati a conoscere ogni genere di violenza, perversione e oscenità, venga proibito di conoscere la ricostruzione di una storia vera». Di «divieto arcaico che desta sorpresa e preoccupazione» parla il presidente dell'Anica Francesco Rutelli e altrettanto sorpresi si dicono i familiari di Donatella e Rosaria che avevano approvato il film.

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    Barbara Salabè, presidente di Warner Bros Italia, si appella infine a Franceschini «perché mantenga la parola data di garantire la libertà di espressione agli artisti tanto più che il film è stato realizzato perché gli adolescenti lo vedessero».

     

    I CRITERI

    Dunque la censura esiste ancora? Come stanno le cose? La riforma Franceschini ha tolto all'anacronistica istituzione la possibilità di bloccare l'uscita dei film o imporre dei tagli: sul modello della Francia e altri Paesi, oggi spetta ai produttori autoregolamentarsi proponendo la visione per tutti o con eventuali limiti di età.

     

    La commissione ministeriale deve semplicemente verificare che la classificazione sia corretta. «Noi avevamo chiesto che La scuola cattolica fosse per tutti pronti però ad accettare il divieto ai minori di 14, lo stesso adottato a Venezia», spiega il produttore Roberto Sessa.

     

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    Venerdi scorso, la commissione alza il divieto ai 18 e conferma la sua scelta lunedi sera dopo l'appello presentato dal produttore che oggi parla di «decisione oscurantista, un danno non solo economico per noi ma per la credibilità della cultura italiana». Ribatte Elda Turco Bulgherini, avvocato e docente universitaria, a capo della seconda commissione che ha imposto il divieto ai minorenni: «Abbiamo giudicato con una maggioranza più che solida al termine di un dibattito coinvolgente. Non siamo critici cinematografici chiamati a giudicare se un film è bello o brutto: a guidarci è stata l'esigenza di tutelare i minori».

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