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Francesco Mandelli è intervenuto ai microfoni di Rai Radio2 nel corso del format "I Lunatici", condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio, in diretta ogni notte dall'1.30 alle 6.00 del mattino. Mandelli ha parlato del suo ultimo film, 'Bene ma non benissimo': "E' un film indipendente che tratta di adolescenza, bullismo, è un team movie che mi interessava fare per la sfida che mi si poneva davanti. Volevo fare un bel film, una cosa diversa rispetto alle cose che ho fatto in precedenza. Sono fiero del film, sono contento, per me è una scommessa già vinta, ora vediamo cosa dirà il pubblico. L'idea di fare questo film è nata a ottobre 2017, ho letto la prima sceneggiatura e ci ho trovato qualcosa di sensibile, di delicato.
Francesco Mandelli
Da lì abbiamo iniziato a lavorare, abbiamo avuto diversi stop e diverse ripartenze. E' stato difficile trovare i ragazzi per farlo. La maggior parte del cast è composta da ragazzi tra i 14 e i 16 anni, era importante trovare ragazzi bravi, che ci tenessero bene il film. Sul set l'esperienza è stata meravigliosa. Io sono contento dei toni del film. Sicuramente chi è abituato a vedere le cose che ho fatto in precedenza rimarrà stupito da questo film”.
i soliti idioti la solita commedia
Sul bullismo: "Non l'ho mai subito. Fortunatamente da piccolo ero trasparente. Non ero un ragazzino popolare, ma non ero nemmeno tra quelli bullizzati. Mi è capitato di essere spettatore di bullismo. Io empatizzavo molto con i ragazzini bullizzati. Offrivo loro la mia amicizia. Molto spesso quando si è ragazzi per l'atto di bullismo in sé che sicuramente fa male e ci fa stare male non si compiono gesti irreparabili, ma il vero problema è la solitudine. Non sentirsi parte di nessun gruppo quando si è ragazzi è difficilissimo. I ragazzi dovrebbero ricordarsi che due debolezze fanno una forza. I social e internet hanno acuito il fenomeno legato al bullismo. Quando un atto di bullismo diventa virale e rimane per sempre fa ancora più male”.
francesco mandelli
Sui suoi sogni da bambino: "Li sto realizzando al di là di ogni più rosea aspettativa. In questo momento sto facendo davvero le cose che mi piacciono, scelgo veramente i progetti di cui sono convinto. Ci metto tanta passione, anche la scelta di fare questo film viene da questo tipo di approccio. Le etichette nei miei confronti ci sono e ci saranno sempre, ma ho smesso di preoccuparmi di quello che pensa la gente, mi preoccupo di più di quello che voglio fare io. E' chiaro che la gente mi ricorda per Ruggero De Ceglie e per strada mi dicono 'Dai cazzo Gianluca'.
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Io ho passato quella fase da almeno cinque anni, l'importante è che oggi possa fare le cose che mi piacciono. Non mi interessa più essere famoso, oggi basta che ti apri un profilo instagram e sei già famoso. Anche per quello ho scelto di fare il regista e di non essere in scena per questo film".
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Sui suoi esordi: "Nella parrocchia del mio paese è iniziato tutto. C'era Don Angelo, il parroco di Osnago, che era matto, simpatico, uno di quei preti belli, che coinvolgono, che fanno un sacco di attività. Realizzava ogni anno una recita teatrale, farla fu una esperienza meravigliosa, capii che quello doveva essere il mio lavoro. Poi nel '98 mi presentai a un casting di MTV e Andrea Pezzi mi scelse tra 1000 persone per fare la parte del Nongiovane. Scelse proprio me, un ragazzino brufoloso con la cartella. Probabilmente gli piaceva proprio questa cosa".
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