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    NON C'E' DUE SENZA TRE E LA QUARTA VIEN DA SE' - FRANCO LOCATELLI (CTS): "UNA QUARTA DOSE DEL VACCINO E' UNA POSSIBILITA' CONCRETA" - AD OGGI HANNO RICEVUTO LA TERZA DOSE 7,5 MILIONI DI ITALIANI - AUMENTANO ANCHE I NO VAX REDENTI: DAL 5 OTTOBRE AD OGGI SE NE SONO VACCINATI UN MILIONE - NELL'ULTIMA SETTIMANA SI E' REGISTRATO IL RECORD DI PRIME DOSI: 230 MILA, MA RESTANO DA CONVINCERE ANCORA 6 MILIONI E 351 MILA OVER 12...


     
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    Paolo Russo per "La Stampa"
     

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    La curva dei contagi, anche se senza strappi, continua a salire, facendo venire il fiatone ai nostri ospedali. E così da lunedì l'Alto Adige va ufficialmente a tenere compagnia al Friuli Venezia Giulia in fascia gialla. Dove entro Natale rischiano di finire anche gli abitanti di Lombardia, Lazio, Liguria, Marche, Veneto e Calabria.
     
    Ma a mettere i bastioni tra le ruote del virus ci sono loro, i convertiti al vaccino. Perché sarà il semi lockdown dei non vaccinati che scatta da lunedì o la paura della nuova variante Omicron, fatto sta che sono un milione i renitenti della vaccinazione che dall'8 ottobre ad oggi hanno cambiato idea, tendendo il braccio.
     

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    Ma quello che rincuora è l'impennata dell'ultima settimana, che come documentato dal commissario Figliuolo, ha toccato il record degli ultimi due mesi di 230mila prime dosi somministrate. Certo, restano da convincere ancora 6 milioni e 351mila over 12, che di dosi non ne hanno fatta nemmeno una. Ma se da questi ne sottraiamo circa 3 milioni, per i quali secondo il rapporto Censis presentato ieri il Covid non esiste, i restanti tre milioni e spicci, proseguendo al ritmo degli ultimi sette giorni, potrebbero essere inscritti nelle schiere dei vaccinati in sei mesi. Che potrebbero diventare molti meno se, come il governo si augura, il super Green Pass finirà per rendere troppo dura la vita di chi non ce l'ha.
     

    TERZA DOSE VACCINI TERZA DOSE VACCINI

    Il virus intanto avanza. Come certificato dal monitoraggio settimanale a cura dell'Iss l'incidenza dei casi settimanali ogni 100mila abitanti è infatti salita da 125 a 155, anche se l'Rt segna una lieve flessione, passando da 1,23 a 1,20. Che equivale pur sempre a dire che 100 positivi ne contagiano altri 120. Nonostante i vaccini mantengano una buona protezione contro la malattia grave da Covid, sono comunque destinati a crescere anche i ricoveri, pur se in minor misura. E infatti il tasso di occupazione in terapia intensiva è al 7,3% contro il 6,2% della settimana precedente. Nei reparti di medicina sale invece di un punto e va al 9,1%.
     

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    Una situazione di affanno che in alcune aree del Paese si trasforma in collasso. Come quello che ha spinto ieri la Asl 8 Berica di Vicenza a sospendere tutte le visite nei suoi ospedali, ad eccezione di pediatria, ostetricia ed emergenze. Mentre osservando i valori regionali si capisce come a questo punto a rischio giallo per Natale sia quasi mezza Italia. Con quel che ne consegue in fatto di riduzione drastica delle capienze per cinema, teatri e stadi.
     
    Senza dimenticare l'obbligo di mascherina anche all'aperto. «Il quadro è piuttosto chiaro, c'è una tendenza a un graduale aumento del numero dei casi, sia pure non esplosivo. Lo vediamo anche dai dati aggregati che arrivano ogni giorno», spiega il direttore generale della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza. «Questo aumento si registra sotto i 20 anni di età e fra 30 e 50enni, soprattutto dove ci sono sacche di non vaccinati».
     

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    Che vanno però riducendosi grazie al traino dei ragazzi dai 12 ai 19 anni, che in 61mila nell'ultima settimana hanno fatto la prima dose. Cosa che gli ha semplificato la vita per andare a scuola, visto che ieri un vertice tra ministeri degli Interni e dei Trasporti ha chiarito una volta per tutte che anche chi ha appena compito 12 anni dovrà avere il Green Pass per prendere i mezzi pubblici.
     
    Intanto il 16 dicembre, o al più tardi il 20, inizieranno le vaccinazioni per i piccoli da 5 a 11 anni con il vaccino Pfizer a dosaggio ridotto a un terzo, appena approvato dalla nostra Aifa dopo il via libera dell'Ema. Che ieri ha reso pubbliche le sue conclusioni sul vaccino baby, rassicurando che «il rischio di miocardite e pericardite legato ai vaccini Pfizer e Moderna si conferma molto raro, potendosi manifestare in un caso su 10mila, con maggiore prevalenza nei maschi più giovani».
     

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    E la conferma viene dai dati osservati sul campo in Israele, dove finora sono stati vaccinati circa 60mila bambini senza che nessuno abbia avuto effetti collaterali che non fossero dolore al braccio e un po' di febbriciattola, comunica Roni Farber, capo della mutua pubblica Meuhedet.
     
    Se le vaccinazioni vanno avanti e le terze dosi hanno raggiunto quota 7,6 milioni, il coordinatore del Cts, Franco Locatelli, fa intanto sapere che «una quarta dose del vaccino anti-Covid è una possibilità concreta». Chissà se in versione anti-Omicron. Che dopo i 7 casi in Campania ieri con un contagiato è emersa anche in Veneto: un 40enne vicentino rientrato da un viaggio di lavoro in Sudafrica. Anche se l'Oms assicura: «Nessun decesso dovuto alla variante è stato fino ad ora segnalato».
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