Arianna Finos per la Repubblica - Estratti
franco nero vanessa redgrave
“Con Vanessa ci siamo conosciuti nel ’66, la nostra storia dura da 57 anni. Ed è una storia strana. Come ha detto lei in tv, abbiamo avuto momenti fantastici e qualcuno brutto. Ma la maggior parte fantastici”. Franco Nero è di passaggio nella sua casa romana, tra un set e un altro, “sono da poco tornato dal Brasile, poi tre giorni a Palermo per un set, oggi qui, tra due giorni riparto.
Come mia nonna ho un’indole gitana, mi piace il viaggio e sono tanto curioso”. È quasi a disagio per la grande commozione suscitata in tv dal videomessaggio che Vanessa Redgrave gli ha fatto avere, una grande dichiarazione di amore. “che vuole che le dica, il nostro rapporto sembra il copione di un film”.
“In genere ci si conosce, ci si sposa, si hanno figli, poi ci si lascia ed è finita, si divorzia. Noi no. Abbiamo lasciato che questa storia andasse avanti. Anche i figli, sulla spinta dei nostri nipotini, hanno voluto tutti che tornassimo ancora insieme. Con Vanessa ho vissuto i momenti più belli e più terribili della nostra vita, come ha detto lei. Il più bello è stata la nascita di nostro figlio Carlo, i più drammatici quando ha perso il nostro secondo figlio, fu un dolore immenso. E quando è morta Natasha. Non posso immaginare una vita senza Vanessa”.
franco nero vanessa redgrave
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Nella sua biografia, Django e altre storie, parla dei suoi incontri con Sordi, Mastroianni, Gassman.
“Il primo incontro con Sordi fu in vacanza, lui era con Piero Zuffi, uno romanissimo e l’altro emilianissimo, sentirli parlare mi faceva ridere. Con Alberto facemmo I promessi sposi, io Fra Cristoforo, lui don Abbondio. Veniva da me, ‘a Nero ma come si pronuncia ‘sta frase? Il suo inglese era maccheronico. Gassman l’ho frequentato quando tutti e due eravamo a Los Angeles, io giravo Il pirata da Harold Robbins.
vanessa redgrave franco nero 2
Vittorio era solo, senza Diletta. Io avevo una bella casa, mia madre cucinava e lo invitavo a mangiare. E lui diceva no, che aveva da fare. Poi richiamava, “ho pensato che…”. Amava la buona cucina e aveva una gran fame. Diceva le cose in modo buffo, quasi a malincuore. Con lui e Mastroianni avevamo il progetto di un film su tre italiani in America, nato dalla mia esperienza, un giovane attore chiamato a Hollywood che si porta avvocato e agente.
Purtroppo, diedi l’idea a Fernando Ghia, produttore che ebbe la green light dalla Fox al progetto ma puntava in alto, voleva Billy Wilder, il tempo passava e l’opzione dopo un anno scadeva. Gli ultimi giorni ci siamo inventati un progetto che Alan Ladd jr, il presidente della Fox si portò a vedere ai collaboratori. Era la storia di un italiano – Mastroianni - che tra i tavoli di Las Vegas incontra un tizio - Gassman – che lo invita a vivere con lui perché la moglie – avrebbe dovuto essere Shelley Winters – era un po’ ninfomane e lui aveva bisogno di aiuto. Alla fine, chiamavano me, perché ero giovane, ma io finivo per innamorarmi della figlia della coppia, Goldie Hawn. Il lunedì dopo il weekend Alan Ladd disse: il progetto non si fa, mia moglie ha detto che siete “sciovinist pigs”, c’era stata la ribellione delle mogli”.
franco nero piange per il videomessaggio di vanessa redgrave 6
Tra i suoi primi titoli c’è Io la conoscevo bene di Antonio Pietrangeli.
“Ricordo benissimo quando girarono la scena in cui Tognazzi balla il tip tap per fare colpo su produttore Enrico Maria Salerno. I personaggi maschili del film sono tutti negativi, a parte il garagista che ero io, avevo vent’anni. Pietrangeli avrebbe voluto girare un film con me e Vanessa, ma fece un errore.
Vado a prendere Vanessa all’aeroporto, andiamo a incontrarlo e lui era un po’ ubriaco. Quando siamo tornati a casa lei dice ‘io con quello non ci lavoro’. E così abbiamo girato il film con Elio Petri, Un tranquillo posto di campagna. Fu piacevole, tra fattoria, vacche e vitelli si lavorava e la sera si stava con i contadini, c’erano tante cose da fare. Con Vanessa stavamo bene, a volte litigavamo, la sera non parlavamo ma il giorno dopo tutto era come prima. Lì girai una scena esilarante con l’ottimo George Gerét, che interpretava il custode, ma il suo inglese con l’accento francese era così terribile che nella nostra scena insieme io continuavo a ridere come un pazzo. L’abbiamo provata tante volte e alla fine Petri mi diede uno schiaffo: ‘Basta!’.”
FRANCO NERO Havana Kyrie
Ha lavorato con tanti registi italiani.
“Mi divertivo ad alternare un film d’autore e uno commerciale. Mi piacque girare con Marco Bellocchio Marcia trionfale, ma anche girare i film con Damiani, Corbucci. E ho fatto dieci film con Enzo G. Castellari. Il più divertente era Gigi Magni, e lui ricambiava. Sul set ero Garibaldi e gli dicevo ‘ma tu con me ti annoi, hai lavorato con tanti attori comici’, rispondeva ‘Non hai capito un cazzo, nella vita non sono divertenti. Io con te faccio i duelli’. È vero, facevamo i duelli western, uno chiamava ‘fire!’ e si vedeva chi sparava per primo. Stavamo sempre a giocare”.
dionne warwick e franco nero al gilda
Qualche disavventura sul set?
“A cavallo sul set di Camelot, con tutta l’armatura, si rompe la cinghia della sella e volo. Per non dire di Django. Sono andato in ospedale, mi hanno riempito di massaggi con l’alcol perché mi avevano tenuto per ore dentro una palude in pieno inverno”.
Passiamo a Hollywood. L’incontro più clamoroso?
“Quello con Frank Sinatra. Mi avevano preso per Camelot, avevo convinto il regista con il mio Shakespeare imparato sui dischi. Arrivo a Los Angeles distrutto, il mio agente mi porta al ristorante e al tavolo vicino c’era Sinatra con Mia Farrow, s’erano appena sposati: ‘E’ un attore italiano’. Iniziamo a parlare poi Sinatra mi fa ‘ma sei stanco?’. Rispondo di no anche se non mi reggevo in piedi. Mi porta con lui in studio dove incide That’s life con l’orchestra.
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Ero seduto con Mia Farrow, ogni tanto Frank interrompeva, veniva, mi dava un’occhiata, dava un bacetto a Mia come a dire ‘ao’ non ce provà’. L’ho incontrati tanti anni dopo a Monte Carlo al concerto Pro Celebrity, torneo di tennis che mischia una celebrità e un professionista. Eravamo seduti io Sinatra e Roger Moore. Mio figlio in campo, 17 anni, bravissimo, con un’attrice e di fronte un professionista e Barbara Sinatra. Mio figlio tirava pallate tremende e con una colpisce Barbara. Frank scatta incazzato “ma chi è questo?” interviene Moore, “è il figlio di Franco, è stato un incidente, non succederà più. Sinatra non era uno da fare arrabbiare”.
E Roger Moore?
“Una delizia, ho ancora alcuni quadri, mi ha fatto diversi ritratti. Era stupendo, aveva humor inglese ma parlava bene l’italiano per via della moglie Luisa. Ho fatto un film con la figlia in Colombia, Deborah Moore, lui mi chiamava, “mi raccomando, da un’occhiata a mia figlia, insegnale”. Avrebbe voluto che avessimo una storia, ma non è successo”.
A proposito di coppie. Lei conosceva Burton e Taylor.
franco nero hostaria dell orso la cabala
“Con Burton legammo subito. E una sera facemmo un duetto sulla canzone di Camelot, che lui aveva fatto a teatro e io al cinema. Liz e Richard litigavano in continuazione. Feci un cammeo in Wagner, miniserie di cui lui era protagonista. Vado a Vienna e eravamo invitati al ballo delle diciottenni, un teatro enorme vicino all’albergo. Andiamo solo io e Richard, che ha litigato con Elizabeth e si mette a bere. A un certo punto vicino a noi c’è il famoso chirurgo Barnard e lui prende a offenderlo, a dirgli cose terribili. E io “Basta”, una figuraccia tremenda. Alla fine, ho dovuto accompagnarlo, sorreggerlo fino all’albergo”.
Il suo divo preferito?
“William Holden, il sogno è stato fare un film con lui: 21 ore a Monaco, del ‘77, sulle Olimpiadi del ‘72. Stavo sempre a baciarlo. Da ragazzo vedevo i suoi film sei, sette volte, Picnic lo avrò visto dieci volte. Era bello, era sexy”.
S’era innamorato di Holden?
kevin spacey franco nero foto di bacco.
“Sì, ma in modo platonico. Quando girai il western Keoma gli chiesi di interpretare mio padre, lui voleva ma poi non siamo riusciti, è dovuto tornare negli Stati Uniti”.
Con chi ha ancora rapporti?
“Con Quentin Tarantino. Mi adora. Fino a poco tempo fa ogni volta che volavo a Los Angeles cenavamo in un locale che oggi è chiuso. Da quando è sposato e con prole, la cosa si è un po’ allentata. Ho rapporti anche con Harrison Ford. Mi ha anche fatto gli auguri per il compleanno.
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Quando girava Indiana Jones volevo prendere i diritti di Schlinder’s List, ma per un giorno Spielberg mi ha fregato. Allora chiamai Harrison, “fammi un favore, dì a Spielberg che quel ruolo devo farlo io. Lui ci ha parlato ma Spielberg ha detto che lo avrebbe girato più in là. Infatti, l’ha fatto dieci anni dopo. E ha preso mio genero, Liam Neeson. L’ha visto a teatro con Natasha, è andato nel camerino, “farei questo film”. E di quello che era successo prima non l’ho mai detto a Liam”.
Vi vedete spesso?
“Sì, l’ultima volta a Roma è venuto a girare un film e abbiamo cenato con Vanessa. Una bella serata. Con i suoi figli ho un rapporto incredibile, mi chiamano nonno. Michael fa l’attore, e Daniel fa business con il Margarita, che era il drink preferito di Natasha”.
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Un suo amico era Kirk Douglas.
“Sì. Con Kirk ci conoscemmo a Los Angeles, andai con Goldie Hawn, mi ero fermato a casa sua e lui si mise a cantare gli stornelli romani. Poi è venuto a Roma, voleva fare un film da regista e mi voleva come protagonista. E voleva andare a trovare Elsa Martinelli. Ma l’episodio divertente è che organizza una cena, io quella sera lavoravo con Telly Savalas, li raggiungo al ristorante e c’era lui, la moglie, gli invitati e tutti mangiavano. Ma alla fine nessuno pagava. Nessuno chiedeva il conto al cameriere. Così mi sono rotto i coglioni e ho pagato io. Cose che succedono”.
franco nero foto di bacco (2)
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