ILARIO LOMBARDO per la Stampa
andrea franzoso
«L' Anac è morta. È stata uccisa anche con la complicità del M5S e di Giuseppe Conte». L' epitaffio è crudo ma Andrea Franzoso lo pronuncia senza esitazioni, deluso per quello a cui ha assistito da quando il Consiglio dei ministri del 7 agosto ha dato il via libera alle nomine del nuovo Consiglio dell' Autorità nazionale anticorruzione, dopo le dimissioni di Raffaele Cantone. Andrea Franzoso è il whistleblower più famoso d' Italia,
busia
letteralmente "colui che soffia nel fischietto", termine in uso nel mondo anglosassone per indicare coloro che segnalano gli illeciti nella pubblica amministrazione o nelle aziende. Franzoso si è prima unito all' appello di giuristi e intellettuali, come Gustavo Zagrebelsky, Corrado Stajano, Donatella Della Porta e altri, che chiedevano di fermare nomine che secondo i firmatari mettono a rischio la credibilità dell' Autority.
Poi, caduto nel vuoto l' appello, alla scadenza del precedente Consiglio avvenuta ieri, stufo «dell' ipocrisia del M5S», Franzoso ha voluto uscire usando il proprio nome, contro decisioni avallate dal partito che nei giorni in cui veniva realizzata la prima legge sul whistleblowing quel nome lo sventolava come una bandiera e un esempio da seguire:
«Dà il senso della nostra rivoluzione» disse l' allora ministro ai Trasporti Danilo Toninelli, in occasione della nomina di Franzoso nel Consiglio di amministrazione di Trenord, dopo che le Ferrovie Nord lo avevano messo alla porta per aver denunciato le spese pazze dei vertici. «Su Anac, la legge dice che il presidente e i quattro componenti devono essere "scelti fra esperti" con "notoria indipendenza e comprovata esperienza in materia di contrasto alla corruzione"».
Andrea Franzoso
Che c' entra allora con Anac - si chiede Franzoso - Consuelo Del Balzo, candidata al Senato per Fratelli d' Italia? Un avvocato che «ha scritto articoletti sulla Voce del Patriota» e che tifa per il sovranismo su Facebook. Ma anche l' avvocato Paolo Giacomazzo? «Di lui, leggo di una vicinanza al legale di Silvio Berlusconi Niccolò Ghedini». O Luca Forteleoni, magistrato nel 2014 sponsorizzato da Cosimo Ferri, grande manovratore di nomine nel Csm e deputato di Italia Viva.
L' unica nomina che secondo Franzoso ha un senso è quella di Laura Valli: «Indicata dal M5S, si è occupata di anticorruzione per la Banca mondiale». Ma è alla testa dell' Autority che sorge il problema. Presidente è stato nominato Giuseppe Busia: «Un burocrate vicino alla politica, e all' ex Margherita. È lì solo perché, come noto, è un grande amico del premier Conte.
Andrea Franzoso
Uno che è stato al Garante della Privacy per anni che c' entra con l' Anticorruzione?». Franzoso è amareggiato: «L' autorevolezza dei membri dell' Anac era indiscutibile, prima. Addirittura aveva fatto meglio Matteo Renzi». In base alla legge a tutela dei whistleblower, Anac è fra le autorità che ricevono le segnalazioni di illeciti. «Ma io oggi, da whistleblower, dico che se fossi un dipendente pubblico mi guarderei bene dal segnalare qualcosa a questa Anac. Se metti un politico, magari per risarcirlo dell' elezione mancata con 150mila euro l' anno, stai certo che nessuno si fida più».
Franzoso se la prende col M5S, e non solo perché le nomine sono avvenute su proposta della ministra grillina della Pa Fabiana Dadone: «Ma perché hanno ridotto la lotta alla corruzione a uno slogan. Un esponente di primo piano del Movimento mi ha detto che c' era un accordo di spartizione politica. Poi ho parlato con parlamentari delusi quanto me: nessuno ha voluto esporsi».
giuseppe conte beppe grillo luigi di maio
E la denuncia di Franzoso pesa proprio perché rivolta al partito che, dopo aver scritto un libro ("Il disobbediente") ed essere diventato un volto della lotta alla corruzione, invitato in tv e in dibattiti ovunque, lo ha voluto al proprio fianco, arrivando anche a proporgli una candidatura (rifiutata). Annunciando le proprie dimissioni, nel luglio del 2019, Cantone disse che ormai l' Anac «non è più apprezzata come dovrebbe». Il segretario del Pd Nicola Zingaretti, ancora all' opposizione, dichiarò che non avrebbe permesso di «smantellarla».
giuseppe conte luigi di maio
Da lì a un mese il governo sarebbe cambiato mantenendo lo stesso premier. Lo stesso che al momento della prima fiducia puntualizzò: «Non abbiamo dall' Anac quei risultati che ci attendavamo. Forse abbiamo investito troppo». Franzoso ricorda bene questa frase di Conte: «Quello che sta avvenendo oggi era già scritto lì».
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