1 – LA SCRITTRICE FRED VARGAS: “NON DEVO SCUSARMI”
Stefano Montefiori per il “Corriere della Sera”
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Più fedele a Cesare Battisti di Battisti stesso, la scrittrice francese Fred Vargas si è detta ieri certa della sua innocenza. La confessione di quattro omicidi «non cambia nulla rispetto alle mie conclusioni di ricercatrice, lo ritengo ancora innocente», ha detto la giallista all' Ansa.
«Non ho da presentare nessuna scusa - ha aggiunto -, non ritengo di aver difeso un assassino. Purtroppo è triste perché mi prenderanno tutti per una imbecille ma è così». Oltre ad avere scritto il libro «La verità su Cesare Battisti» Fred Vargas, pseudonimo di Frédérique Audoin-Rouzeau, 61 anni, ha animato a lungo il Comitato di sostegno in favore di Battisti e ha sostenuto la sua latitanza in Brasile con il proprio denaro.
UN AGENTE SOTTO COPERTURA SI COPRE IL VOLTO NEL VIDEO PUBBLICATO DA BONAFEDE
In un' intervista a L' Express del giugno 2008, Fred Vargas spiegò che i molti soldi guadagnati con i romanzi le servivano a pagare gli avvocati di Battisti e a prendere l' aereo per il Brasile per andarlo a trovare senza badare a spese.
Forse questo enorme coinvolgimento personale, durato decenni, non l' aiuta adesso a prendere le distanze. Battisti ha riconosciuto di avere mentito ai suoi sostenitori francesi, ma piuttosto che sentirsi tradita Fred Vargas preferisce mostrarsi irriducibile: «Le sue dichiarazioni mi lasciano indifferente. Avrà i suoi motivi. Io resto convinta del risultato delle mie ricerche». Per la scrittrice, consapevole di essere considerata «una credulona» anche dalla stampa francese, Battisti resta «un uomo impulsivo e sincero». Quindi, secondo lei, «vivere nella menzogna per oltre 40 anni sarebbe stato impossibile».
CESARE BATTISTI BRINDA
2 – A SINISTRA FANNO FINTA DI NON AVER DIFESO IL TERRORISTA BATTISTI
Alessandro Rico per “la Verità”
Se voi lettori pensate che la sinistra abbia a lungo «coccolato» il terrorista e assassino Cesare Battisti, è solo perché noi, «cuochi di destra», abbiamo «fritto con olio di frottola» una tonnellata di menzogne da servire al nostro «povero pubblico». Vi abbiamo ingannato: la sinistra, Battisti non l' ha mai difeso. Anzi, nel condannare senza riserve lui e i suoi compagni armati, «ha dato la prova migliore della sua storia». Ce l' ha spiegato ieri, sulle colonne di Repubblica, Francesco Merlo.
battisti in italia foto mezzelani gmt042
Sì, ci sono state le indubbie collusioni internazionali. La «rete di partiti e sindacati» che ha coperto l' ex membro dei Pac nella sua latitanza. La dottrina Mitterrand, introdotta da un presidente francese, François Mitterrand, appunto, che non era certo di destra.
La protezione incondizionata offerta da Lula da Silva in Brasile. Ma con tutto questo, la sinistra italiana, quella che sul quotidiano fondato da Eugenio Scalfari trasuda coscienza civile, non c' entra assolutamente niente.
francesco merlo
E gli appelli degli intellò, direte voi? Come quello del 2004, sottoscritto, tra gli altri, da Nanni Balestrini (già autore, nel 1971, della lettera aperta all' Espresso contro il commissario Luigi Calabresi), dal collettivo Wu Ming, dal romanziere Tiziano Scarpa, dagli scrittori Giuseppe Genna, Christian Raimo, Girolamo De Michele, Roberto Saviano (che ebbe cura di ritirare la firma non appena divenuto famoso con Gomorra), dal filosofo Giorgio Agamben, dal vignettista Vauro Senesi. Senza dimenticare Erri De Luca, uno che a Repubblica è sempre stato di casa e che, a differenza di Saviano, non ha mai fatto nemmeno finta di pentirsi. Quindici anni fa si lamentava dell'«animosità dello Stato» nel «voler acciuffare a tutti i costi questi ex antichi prigionieri» (eh già: un pluriomicida era in realtà un perseguitato dallo Stato). Poche settimane fa, dopo l' arresto di Battisti in Bolivia, ha parlato addirittura di «rapimento».
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Ebbene, Merlo ha ammesso questi cortocircuiti. Ci mancherebbe. Ma ha precisato: «Battisti è stato difeso da Erri De Luca, da Carla Bruni e da sua sorella Valeria Bruni Tedeschi. Sono di sinistra, ma non sono la Sinistra italiana». Sì, «la Sinistra» con la lettera maiuscola. Come se fosse una categoria dello spirito, un noumeno kantiano con cui quelli «di sinistra», con la lettera minuscola, non hanno poi molto a che fare.
Capito il giochino? Finché Battisti si proclamava innocente e si poteva godere pure le nozze in riva al mare a San Paolo, era tutto un profluvio di analisi politologiche sulla grandezza di Lula, l' amico del cuore del terrorista. Ma ora che l' ex proletario armato per il comunismo ha confessato i suoi delitti, chi per decenni aveva evocato i processi sommari, le confessioni estorte, l' accanimento politico (qualcuno, come Piero Sansonetti, più coraggiosamente persevera in questa convinzione), scarica con disinvoltura il killer, che era stato trasformato persino in uno scrittore à la page.
erri de luca
Chi ha tradizionalmente ospitato gli editoriali o le recensioni ai libri di quegli autori che peroravano la causa di Battisti, adesso fa spallucce. I paladini del terrorista saranno stati al massimo dei compagni che sbagliano. Ovvero, come ha sottolineato martedì a Tagadà, su La 7, Claudio Cerasa, direttore del Foglio, «persone che hanno individualmente dato un loro sostegno, in un certo periodo della loro vita, a un bandito».
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Tutto derubricato a sortite personali, se non a scusabili errori di gioventù. In fondo, Saviano s' è rimangiato tutto e Vauro ha ammesso di non aver ritirato la sua firma pro Battisti solo «per colpevole superficialità». Peccati veniali. Pratica archiviata. Con questi signori «di sinistra», che «in un certo periodo della loro vita» hanno preso le parti di un omicida, «la Sinistra», la sua idea hegeliana, non c' entra affatto. La pensano diversamente, ha scritto Merlo, solo Matteo Salvini e (guarda caso) «lo stesso Battisti», il quale evidentemente avrà avuto un' impressione sbagliata, nel sentirsi soccorso da tanti compagni.
valeria bruni tedeschi
L' incredibile scaricabarile, però, non si ferma alla negazione dell' evidenza, cioè che un côté di sapienti progressisti, che simpatizzavano per Battisti, ha funto e funge da opinion leader dei radical chic. L' autoassoluzione si trasforma ben presto in un ribaltamento dei ruoli. E sul banco degli imputati finiscono, come ha messo nero su bianco Merlo su Repubblica, i diffamatori destrorsi che pretendono di dimostrare inesistenti collusioni della sinistra (pardon, della Sinistra, quella con la maiuscola) con un brigante che è stato il primo a riconoscere il clima di clemenza ideologicamente motivato.
christian raimo
Siamo noi, fabbricanti seriali di fake news, ad aver manipolato voi lettori per farvi credere che le anime candide, gli innocenti e probi campioni dell'«Italia migliore» si siano macchiati di sinistre - è il caso di dirlo - complicità politiche. Sono proprio costoro, alla fine, i veri martiri. Brutalizzati da una «sottocultura di destra che oggi governa il Paese». Insomma: state a vedere che pure quando c' è di mezzo uno che ammazzava nel nome del comunismo, la colpa è comunque del «fascismo eterno».
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