(ANSA) - "L'abbaiare dei populisti italiani potrebbe essere peggiore del loro morso" è il titolo dell'editoriale, a firma di Tony Barber, che il FINANCIAL TIMES pubblica stamani a pagina 9, in cui si afferma "che ci potrebbe essere meno da temere dal nuovo assetto politico non convenzionale italiano, di quanto qualcuno pensasse qualche mese fa. Si può avere il coraggio di dirlo? - conclude - I barbari sono stati romanizzati".
LUIGI DI MAIO MATTEO SALVINI
Secondo Barber "ci sono alcuni schemi impressi nella profondità della vita politica, finanziaria e giudiziaria dell'Italia, che si impongono sul governo". La coalizione giallo-verde si è presentata come una "rottura radicale con le politiche fallite di un'élite marcia e egoista. Ma il governo sta già diventando prigioniero del passato e dei vincoli strutturali sui cambiamenti di vasta portata".
In particolare l'editorialista evidenzia come Matteo Salvini - che definisce il "successore di Silvio Berlusconi come politico predominante di centro-destra" - e la sua Lega, siano "in conflitto col sistema giudiziario", come lo fu Berlusconi, citando i casi dei 49milioni di euro di fondi scomparsi, e l'accusa per il sequestro di persona per i migranti trattenuti su nave Diciotti. Ma Barber aggiunge: "così come molte indagini aperte a carico di Berlusconi" anche queste potrebbero "non portare a niente".
conte di maio salvini
Il punto è comunque, che "si stanno aprendo linee di battaglia tra Salvini e la giustizia". Tra gli altri elementi dell'analisi, Barber sottolinea che Luigi Di Maio e Salvini "hanno abbandonato il tono dei primi mesi di governo "ed hanno promesso di adottare un bilancio che rassicuri i mercati finanziari". Nonostante "siano arrivati al governo sulla scorta delle proposte per una 'flat tax' ed il 'reddito di cittadinanza', che se pienamente attuate costerebbero cento miliardi di euro", ora "stanno discutendo le loro proposte in modo diverso. E questo suggerisce che si stiano adattando alle realtà delle precarie finanze pubbliche".
BARBER TONY
Infine, al di là della facciata di un governo con Di Maio e Salvini che fanno da "motori" ed il "premier debole al punto di non aver alcun potere", c' è "una spina dorsale di moderazione e legami in continuità col passato. Le cui figure chiave" sono Giovanni Tria, Enzo Moavero Milanesi, ed Elisabetta Trenta, ed il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, che è "la garanzia istituzionale che la nazione non deraglierà".