Francesco Gastaldi per il “Corriere della Sera”
CONTROLLI DI POLIZIA A CODOGNO
In fuga dal virus fino a Firenze. O attraverso i campi per andare dalla fidanzata.
Subito ripescati, rispediti oltre la linea di quarantena e denunciati. Sono i tentativi di fuga che alcuni lodigiani hanno tentato negli ultimi giorni per sfuggire all' isolamento della «zona rossa». C' è chi vuole andare a trovare la ragazza «oltre cortina», chi un amico, chi semplicemente non ce la fa più.
Il caso più clamoroso è avvenuto ieri durante un controllo di una pattuglia dei carabinieri a Firenze. Dai documenti dell' uomo è subito balzato all' occhio il luogo di nascita e di residenza: Codogno, la città simbolo del contagio attraverso cui il Coronavirus è entrato in Italia penetrando in tutta Lombardia e della «zona rossa» che racchiude dieci comuni del Basso Lodigiano, focolaio del Covid-19. Da domenica scorsa è praticamente impossibile uscire o entrare se non attraverso uno dei 35 checkpoint controllati da 400 agenti delle forze dell' ordine e da ieri anche dell' esercito.
le strade vuote di codogno
I militari fiorentini hanno perciò chiesto spiegazioni all' uomo, che non avrebbe dovuto certo trovarsi lì, ma nella sua città. Lui ha accampato qualche scusa, poi ha tirato fuori un foglio con un' autorizzazione a uscire dalla zona rossa per «gravi motivi sanitari». Lo aspettavano in uno degli ospedali della zona (forse in quello di Lodi) per un esame, invece ha pensato bene di arrivare fino a Firenze, probabilmente a casa di un amico, per sfuggire ai quindici giorni di isolamento. Mettendo ulteriormente a rischio anche la sicurezza di una regione, la Toscana, in cui già sono quattro i casi di positività al tampone.
psicosi coronavirus codogno deserta
Di riportarlo dentro la zona rossa lodigiana si è interessata la prefettura di Lodi, che già negli ultimi giorni è stata impegnata a vanificare altri casi di «evasione», almeno cinque. Tutti tentati, a quanto pare, attraverso la fuga nei campi. E tutti ripescati dalle forze dell' ordine impegnate ai varchi della «red zone».
Per tutti è scattata una denuncia per «violazione dei provvedimenti dell' autorità per motivi di pubblica sicurezza». La reprimenda è arrivata pure dal prefetto di Lodi Marcello Cardona il quale però sottolinea il comportamento «degli altri 47 mila lodigiani che stanno sopportando con grande senso di responsabilità questi giorni di isolamento forzato».
psicosi coronavirus strade deserte a codogno