Adriana Logroscino per il “Corriere della Sera”
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I sindacati si dissociano da chi minaccia il blocco dei treni: «Non avranno il nostro sostegno, auspichiamo un doveroso ripensamento da parte dei promotori della protesta». E si schierano a favore del vaccino: «È l'unica arma conosciuta per sconfiggere la pandemia». Il presidente di Confindustria Carlo Bonomi, però, torna a bacchettare proprio i sindacati che sull'obbligo vaccinale in tutti i luoghi di lavoro, non si espongono: «Fuggono dalle responsabilità».
La presa di posizione rispetto alle proteste nelle stazioni è dei segretari di Filt Cgil, Stefano Malorgio, Fit Cisl, Salvatore Pellecchia, e Uiltrasporti, Claudio Tarlazzi. Allarmati dai disordini annunciati contro l'obbligo di green pass in vigore da oggi per viaggiare a bordo di treni, aerei e navi. Con la loro nota unitaria si chiamano fuori. Sia opponendosi alle modalità, sia prendendo le distanze dalle ragioni no vax.
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La preoccupazione dei rappresentanti sindacali è che il blocco della circolazione si ripercuota prima di tutto su chi lavora sui treni: chiamati a verificare che i passeggeri dispongano del passaporto vaccinale, si troverebbero in prima linea, in caso di violenze. E poi naturalmente sui viaggiatori, in gran parte anch' essi lavoratori, che non riuscirebbero a raggiungere i loro uffici. Quindi i segretari di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti chiariscono che «i sindacati sostengono la campagna vaccinale, tanto per i lavoratori quanto per gli utenti del servizio pubblico».
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Così il testo diffuso da Malorgio, Pellecchia e Tarlazzi: «Diciamo no alle minacce di bloccare i treni domani (oggi per chi legge, ndr ) nelle maggiori stazioni italiane. Auspichiamo un doveroso ripensamento da parte dei promotori della protesta dei No green pass. I rischi connessi sono evidenti e serve un piano di sicurezza per tutelare lavoratori e utenti».
Quindi ricordano i limiti di legge al diritto di protestare: «Il trasporto ferroviario è un servizio pubblico essenziale, infatti è soggetto alle regole di legge sui servizi minimi, affinché lo sciopero non leda il diritto costituzionale alla mobilità dei cittadini.
Chi decidesse di interromperlo arbitrariamente in nome della libertà di non vaccinarsi, non avrebbe il sostegno del sindacato sia perché violerebbe la legge, sia perché il sindacato sostiene la campagna vaccinale. Il vaccino, fino a questo momento, è l'unica arma conosciuta per sconfiggere la pandemia e consentire alle persone di non ammalarsi, di vivere, di lavorare, di impegnare il tempo libero nelle diverse attività e di viaggiare in sicurezza».
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Solo due giorni fa gli stessi rappresentanti sindacati, in vista dell'entrata in vigore dell'obbligo di green pass sui mezzi di trasporto, avevano chiesto rassicurazioni al ministro delle Infrastrutture, Enrico Giovannini. Che aveva promesso «un lavoro congiunto con gli altri ministeri per garantire sicurezza al personale del trasporto e contrastare eventuali rischi di aggressione connessi al controllo sui mezzi».
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La maggiore preoccupazione dei sindacati, infatti, è che i manifestanti - e gli eventuali violenti tra loro - individuino nei lavoratori incaricati della verifica del green pass i primi nemici sulla loro linea. Mentre la Fipe, federazione italiana pubblici esercizi chiede che eventuali estensioni dell'obbligo di esibire il green pass siano decise con gradualità solo in caso di aumento dei contagi, Bonomi, che aveva già lamentato l'atteggiamento dei sindacati rispetto al pass, tuona: «Le organizzazioni di categoria preferiscono gettare la palla nel campo del governo, e dire "Se volete e ve la sentite imponete con una legge l'obbligo vaccinale". Fuggono dalle responsabilità». Per il momento c'è da affrontare la giornata cruciale di oggi. Altri obblighi sono di là da venire. Ma a Imperia il sindaco Claudio Scajola già impone l'accesso solo con green pass negli uffici del Comune.
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