Alberto Mattioli per il Foglio - Estratti
PIERFRANCESCO FAVINO VIGNETTA MACONDO PROIETTI
Prima gli italiani: nei musei, nei teatri e adesso anche al cinema. Non gli spettatori, beninteso, che si sono volatilizzati dal tempo, ma gli attori. Da Venezia, Pierfrancesco Favino si indigna perché nel biopic di Michael Mann su Enzo Ferrari il protagonista non è a chilometro zero come i tortellini, quindi modenese come sarebbe filologicamente corretto (certe “esse”, mi spiace, non si imparano, si succhiano col latte materna) e nemmeno italiano, bensì Adam Driver.
“Appropriazione culturale”, accusa Favino, che peraltro è anche uno che sa anche recitare, cosa tutt'altro scontata per chi in Italia lo fa di mestiere (e non maramaldeggiamo ricordando quel che diceva uno che un po' se ne intendeva come Orson Welles ).
pierfrancesco favino comandante
Segue dibattito, ovviamente. Con Favino, riporta il Messaggero, scendono in campo Alessandro Siani, Pupi Avati, Rocco Papaleo, Enrico Vanzina e addirittura Caterina Murino. Insomma, “fuori i barbari!”, come strillava Giulio II, e giù le mani dai nostri personaggi, Dio ce li ha dati e guai a chi ce li tocca. Inutile ricordare che, mettiamo, Burt Lancaster e Alain Delon non fecero poi così male nel Gattopardo , né Robert De Niro e Gerard Dépardieu in Novecento . Oppure, come spiega sul Corriere uno dei produttori di Ferrari , Andrea Iervolino, che un film con una star hollywoodiana si vende in tutto il mondo, quello con un protagonista che ha come prima e unica lingua il romanesco dentro il grande raccordo anulare (forse).
Burt Lancaster e Alain Delon non fecero poi così male nel Gattopardo, né Robert De Niro e Gerard Dépardieu in Novecento. Oppure, come spiega sul Corriere uno dei produttori di Ferrari , Andrea Iervolino, che un film con una star hollywoodiana si vende in tutto il mondo, quello con un protagonista che ha come prima e unica lingua il romanesco dentro il grande raccordo anulare (forse) . Burt Lancaster e Alain Delon non fecero poi così male nel Gattopardo, né Robert De Niro e Gerard Dépardieu in Novecento. Oppure, come spiega sul Corriere uno dei produttori di Ferrari , Andrea Iervolino, che un film con una star hollywoodiana si vende in tutto il mondo, quello con un protagonista che ha come prima e unica lingua il romanesco dentro il grande raccordo anulare (forse) .
pierfrancesco favino comandante
(...) La sparata di Favino arriva dopo che Vittorio Sgarbi aveva festeggiato tutto giulivo la prossima espulsione dei tre direttori stranieri dei musei italiani di prima fascia (Brera, Uffizi e Capodimonte), che peraltro a fine anno se ne andranno comunque, in ossequio al decreto Franceschini.
Poi Sgarbi si è autosmentito dicendo che stava scherzando, cucù, sorpresa (l'opposizione, al solito, sbaglia: questo governo non è una tragedia e nemmeno un dramma, ma una farsa), però è chiaro che riflette una mentalità diffusa. Prima del Meloni I, di sovrintendenti stranieri alla testa di fondazioni liriche ce n'erano quattro: adesso sono due, dopo la cacciata di Alexander Pereira dal Maggio e il decreto ad hoc per sbattere fuori Stéphane Lissner dal San Carlo.
(...)
alberto mattioli
lissner
Questa voglia di autarchia è l'ennesima conferma che la concorrenza fa paura.