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    O CONTE O MORTE! – CHISSA' COME E' SOPRAVVISSUTO NEL CORSO DEL TEMPO QUESTO DISGRAZIATO PAESE SENZA IL "SALVATORE DELLA PATRIA"? – CLAUDIO TITO: “NON PUÒ ESSERE UN SOLO SOGGETTO A DECIDERE LE SORTI DI UN GOVERNO E MAGARI DELLA LEGISLATURA - NON È ACCETTABILE CHE IN PIENA PANDEMIA, CON IL RECOVERY FUND DA APPROVARE (LA BCE L'ALTRO IERI CI HA RIMPROVERATO PER IL RITARDO), L'ESECUTIVO DEBBA DEDICARSI ALLA CACCIA INFINITA DI PARLAMENTARI PER STRAPPARE UNO STRACCIO DI MAGGIORANZA. VA MESSO UN TERMINE, RAPIDAMENTE…”


     
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    Claudio Tito per "la Repubblica"

     

    giuseppe conte giuseppe conte

    Per quanto l'Italia può permettersi di vivere in questo incredibile tempo della sospensione? Il governo, e insieme ad esso il Paese, è ormai immobile da settimane se non mesi. Il voto di fiducia di soli quattro giorni fa non ha risolto un bel niente. La crisi politica dell'esecutivo guidato da Conte e della maggioranza giallorossa è ancora in corso.

     

    lI  margine esiguo ottenuto in particolare al Senato lo ha evidentemente indebolito. Quel passaggio in Parlamento avrebbe dovuto essere una sorta di collante. Avrebbe dovuto cementare le forze che sostengono Palazzo Chigi e, soprattutto, farne arrivare di altre. Fino ad ora, però, tutto questo non è accaduto. Il premier sembra convinto che accadrà. Ma nel frattempo la compagine ministeriale sembra navigare bendata. Senza una rotta. Alla ricerca di qualche novello "salvatore" che la metta in sicurezza.

    CONTE CONTE

     

    Giovedì prossimo è previsto il voto sulla relazione annuale del ministro della Giustizia. Non è un provvedimento. Non è una riforma. È quasi un atto rituale più che sostanziale. Eppure anche in vista di quell'appuntamento secondario, tutte le energie si stanno concentrando sulla ricerca di nuovi o improvvisati sostenitori.

     

    Perché al momento, secondo stessa ammissione dei protagonisti, la maggioranza non c'è. Al punto che la presidenza del Consiglio sta provando a chiedere un rinvio o a trovare uno stratagemma per evitare che il Parlamento si esprima. Tutto legittimo. Ma la legge è piuttosto esplicita sull'obbligo di rendere comunicazioni sulla relazione e quindi di sottoporla al voto. Ci sono solo tre precedenti in cui questo, di fatto, non è avvenuto.

     

    giuseppe conte lello ciampolillo giuseppe conte lello ciampolillo

    E la spiegazione è decisamente evidente. Nel 2008 perché l'allora Guardasigilli, Clemente Mastella, rassegnò le dimissioni. Nel 2013 perché l'allora governo Monti era dimissionario e il Parlamento sciolto. E per lo stesso identico motivo nel 2018, nei giorni conclusivi del gabinetto Gentiloni. Il nucleo più profondo del problema, allora, è esattamente questo.

     

    Non è accettabile che in piena pandemia, con il Recovery Fund da approvare (la Bce l'altro ieri ci ha rimproverato per il ritardo), l'esecutivo debba dedicarsi alla caccia infinita di parlamentari per strappare uno straccio di maggioranza. Va messo un termine, rapidamente.

     

    meme sulla crisi di governo conte versione di caprio meme sulla crisi di governo conte versione di caprio

    Se il governo Conte è in grado di proseguire il suo lavoro, lo faccia ed esca dalla palude in cui è precipitato. In caso contrario ha il dovere di assumere responsabilmente le decisioni conseguenti. Si tratta di una scelta che coinvolge in primo luogo Giuseppe Conte. Ma anche i partiti che fino ad ora lo hanno appoggiato. Non si può pensare che sia solo il premier a stabilire in solitudine se ci siano o meno le condizioni per proseguire con «disciplina e onore» il compito che tutti i ministri sono stati chiamati a svolgere. In questa fase, invece, sembra quasi che le forze politiche - l'M5S e il Pd - si siano immerse e navighino a quota periscopio per osservare da lontano quel che accade. Il loro ruolo appare sbiadito. I grillini sono schiacciati dalla paura della disintegrazione.

    meme sulla crisi di governo conte non schioda meme sulla crisi di governo conte non schioda

     

    Come scrive Tommaso Ciriaco a pagina 2 del nostro giornale, il capo del governo sta avvertendo che, in caso di scontro, almeno la metà dei gruppi parlamentari pentastellati risponderanno a lui e a nessun altro. Se davvero è così, allora si esca dall'ambiguità. Il Movimento, anziché affidarsi a qualche contorcimento statutario, elegga Conte come suo leader. Il sistema politico ne trarrebbe giovamento in termini di chiarezza e di fisiologia politica. La deriva leaderistica, assecondata troppo spesso nei momenti di difficoltà, verrebbe incardinata in una dinamica democratica.

     

    Roccobello Conte Casalino Roccobello Conte Casalino

    La funzione dei partiti sarebbe invece svilita se si riducesse ad una mera pratica di osservazione. Il nodo, infatti, è sempre lo stesso. Non può essere un solo soggetto a decidere le sorti di un governo e magari della legislatura. In particolare quando il Paese si trova ad affrontare uno dei momenti più impegnativi della sua storia recente e quando sta per iniziare il "semestre bianco", ossia la fase che precede l'elezione del nuovo capo dello Stato nella quale è vietato aprire le urne. Queste valutazioni spettano anche ai partiti. Perché in democrazia a loro tocca creare l'ordine dal caos.

    renzi mejo dello sciamano di washington renzi mejo dello sciamano di washington GIUSEPPE CONTE BEVE VINO GIUSEPPE CONTE BEVE VINO GIUSEPPE CONTE AL TELEFONO GIUSEPPE CONTE AL TELEFONO GIUSEPPE CONTE COLORA LE REGIONI GIUSEPPE CONTE COLORA LE REGIONI la strategia di conte per il natale la strategia di conte per il natale meme sulla crisi di governo mattarella e conte meme sulla crisi di governo mattarella e conte

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