1 - G8, L' ITALIA PATTEGGIA PER BOLZANETO
Cristiana Mangani per “il Messaggero”
g8 di genova 2001
A distanza di 16 anni è stato trovato l' accordo: sei su sessantacinque, tra italiani e stranieri, saranno risarciti dal governo italiano per i maltrattamenti e le torture subìte nella caserma di Bolzaneto, a conclusione del G8 di Genova. Verranno versati a ognuno di loro 45 mila euro per i danni materiali e morali, e verranno pagate le spese processuali. Ma soprattutto l' Italia si impegnerà a preparare le forze dell' ordine con corsi di formazione specifici sul rispetto dei diritti umani, e a varare una legge che introduca il reato di tortura, che per ora giace in Parlamento.
Gli accordi sono stati sottoscritti da Palazzo Chigi dopo aver raggiunto «una risoluzione amichevole tra le parti», tra coloro che si erano rivolti alla Corte di Strasburgo, dopo le violenze subìte in quelle giornate di follia.
g8 di genova 2001
LE CONTESTAZIONI
Le accuse sono state inoltrate ai giudici europei tra il 2009 e il 2014. All' Italia è stato contestato di aver sottoposto ad atti di tortura e a trattamenti inumani e degradanti decine di persone, senza aver condotto un' inchiesta penale efficace anche a causa della mancanza del reato di tortura. A firmare l' intesa con le autorità del nostro paese sono stati Mauro Alfarano, Alessandra Battista, Marco Bistacchia, Anna De Florio, Gabriella Cinzia Grippaudo e Manuela Tangari.
Tutti, all' epoca dei fatti, avevano tra i 18 e i 28 anni e il 21 luglio del 2001 vennero trasferiti a Bolzaneto dove subirono insulti e minacce sessuali, le celle in cui si trovavano furono spruzzate con gas urticante e furono costretti a denudarsi davanti ai poliziotti. Alcuni denunciarono percosse e c' è chi ha raccontato di essere stato costretto a inginocchiarsi e abbaiare.
Genova G8
Sedici anni dopo il governo ha ammesso le sue responsabilità nel tentativo di limitare i danni. Anche se non può riconoscere che è stata tortura perché in Italia il reato non esiste ancora e il ddl che lo prevede dovrebbe slittare in Senato a dopo Pasqua. In mancanza di una legge che punisca simili abusi, la polizia ha, però, fatto autocritica e lo scempio del G8 sembra ormai una storia lontana.
L' ex capo della Polizia Antonio Manganelli ne aveva fatto una campagna di civiltà, chiedendo scusa pubblicamente per quando era successo. E in contemporanea è stata avviata una scuola di formazione a Nettuno, dove vengono effettuati seminari sull' ordine pubblico e sulla preparazione a simili eventi.
Genova G8
Nella risoluzione amichevole raggiunta con i sei ricorrenti, comunque, il governo si è impegnato a colmare la lacuna della mancanza di un reato, garantendo che introdurrà sanzioni penali per punire maltrattamenti e soprusi.
IL MAGISTRATO
La notizia dell' accordo è stata commentata con soddisfazione dal pm Ranieri Miniati che aveva condotto l' inchiesta: «Non possiamo che essere soddisfatti per quanto deciso dalla Corte Europea dei diritti umani, ma adesso bisognerebbe lavorare per fare una legge. Nel nostro ordinamento non c' è un reato che abbracci tutti insieme i singoli comportamenti qualificabili come tortura». Stessa richiesta arriva da Patrizio Gonnella dell' Associazione Antigone, che si batte per i diritti nelle carceri. Mentre Elvira Savino, capogruppo di Forza Italia in Commissione politiche della Ue alla Camera, giudica «vergognosa» la decisione di fare corsi di formazione per le forze dell' ordine.
2 - UNA NOTTE DI INFERNO E TORTURE ECCO COME SI E’ ARRIVATI A 7 CONDANNE
Genova G8
C. Man. per “il Messaggero”
Impossibile dimenticare le giornate tra il 20 e il 21 luglio 2001 quando nella caserma di Bolzaneto, alla fine del G8 di Genova, l' umiliazione, la minaccia, gli abusi, hanno prevalso sui diritti, la violenza sulla ragione. Un «clima di completo accantonamento dei principi-cardine dello Stato di diritto», ha definito quella serata la Corte di cassazione, nelle motivazioni della sentenza definitiva, emessa il 14 giugno del 2013.
genova g8 sangue04
«Sono state consumate violenze senza soluzione di continuità - hanno ricostruito i Supremi giudici - E tutto è avvenuto in condizioni di assoluta percettibilità visiva e auditiva da parte di chiunque non fosse sordo e cieco». Centodieci pagine per spiegare i motivi in base ai quali gli ermellini hanno deciso di confermare la sentenza di appello nei confronti degli imputati: sette condanne, quattro assoluzioni.
L' APPELLO
Prima di loro i giudici di II grado avevano assolto Oronzo Doria, all' epoca colonnello del corpo degli agenti di custodia, e gli agenti Franco, Trascio e Talu. Confermate, invece, le pene per l' assistente capo di Pubblica sicurezza Luigi Pigozzi (3 anni e 2 mesi), per gli agenti di polizia penitenziaria Marcello Mulas e Michele Colucci Sabia (1 anno) e per il medico Sonia Sciandra. Per quest' ultima, era caduto anche il reato di minaccia. Un anno di condanna per gli ispettori della polizia Matilde Arecco, Mario Turco e Paolo Ubaldi che avevano rinunciato alla prescrizione. Anche perché a cancellare gli effetti della decisione ci ha pensato l' indulto, intervenuto quasi integralmente su tutte le pene.
violenze nella caserma di bolzaneto
Compresa quella emessa nei confronti di Pigozzi, accusato di aver divaricato le dita della mano a uno dei giovani detenuti fino a strappargli la carne. E' intervenuta la prescrizione per 37 sui 45 imputati originari tra poliziotti, carabinieri, agenti penitenziari e medici, anche se il Tribunale li ha riconosciuti comunque responsabili sul fronte dei risarcimenti.
Le motivazioni dell' Appello, sebbene fossero associate a una riduzione generale delle pene, sono servite ai giudici sottolineare le principali responsabilità nei confronti di chi era al comando: «Non è da dubitarsi - hanno scritto - che ciascuno dei comandanti dei sottogruppi avendo preso conoscenza di quanto accadeva, fosse soggetto all' obbligo di impedire l' ulteriore protrarsi delle consumazioni dei reati».
caserma di bolzaneto
I PESTAGGI
Reati che sembrano niente rispetto alle atrocità commesse. Una lista lunga e dolorosa, elencata come un bollettino di guerra dal pubblico ministero Vittorio Raineri Miniati durante la sua requisitoria nel 2007. Come dimenticare il taglio di capelli imposto con la forza a Taline Ender, il capo spinto nella tazza del water a Ester Percivati, lo strappo della mano di Giuseppe Azzolina, le ustioni multiple con sigaretta a Carlos Balado, picchiato ripetutamente sui genitali, il terribile pestaggio di Mohamed Tabbach, che aveva un arto artificiale, il marchio sulla guancia per i ragazzi arrestati alla Diaz.
bolzaneto sequenza g8 genova
Dove in un altro scenario, ma con la stessa violenza sono stati rotti i denti e fratturata la mandibola ad Anna Kutschau. «Tanto che ora - ha concluso il pm - non riesce più a deglutire».